Ieri, 17 settembre, ha preso il via la decima edizione della rassegna dedicata al rock progressivo,”Impressioni di Settembre”.
Serata a tema, denominata “Astrolabio speciale 1971, l’anno zero del progressive italiano”.
L’organizzazione è come sempre del CSPI di Genova:
Centro Studi Progressive Italiano, guidato da Riccardo Storti, e il luogo che ha ospitato il primo atto è lo Studio Maia di Verdiano Vera. Ulteriore chicca, la diretta in streaming su Yastaradio
Un piccolo passo indietro. Era aprile, e trovandomi (con evidente imbarazzo) sul palco del Genova Prog Festival col compito di introdurre gli eventi, nominai il CSPI. Lo feci commettendo un errore di “lettura acronimo” legato alla mia ovvia emozione, e tradussi la lettera ”S” con la parola “Sperimentale”, anziché “Studi”.
Nella realtà dei fatti il termine “sperimentale” coglie in pieno ciò che questo agglomerato di appassionati di musica (e sono orgoglioso di farne occasionalmente parte) compiono day by day. Esperienze, amore e voglia di mettersi in gioco portano alla ricerca di nuove direzioni, con lo scopo finale di fare cultura musicale, non di nicchia, ma da condividere cercando, se possibile, di fare opera di proselitismo.
Ecco la chiave di volta, rispolverare il consolidato passato, cercando di sviscerarne i significati, e legarlo agli sforzi di chi da questo passato attinge, ma aggiungendo idee nuove, dando così un importante valore aggiunto. E questa voglia di innovazione non arriva necessariamente da chi ha uno stato anagrafico invidiabile, ma anche da chi è in pista da lustri e sente ancora l’entusiasmo e la motivazione per… sperimentare.
Alcuni di questi musicisti erano presenti allo Studio Maia: Paolo Siani ed Enrico Casagni della Nuova Idea, Ettore Vigo e Martin Grice dei Delirium e Lucio Calegari dei Wicked Minds, ovvero il seme del prog di casa nostra, sempre attivo(N.I. e Delirium), e chi ha invece recentemente realizzato un tributo a quella musica, collaborando con alcuni degli artisti originali, ma aggiungendo una nota di freschezza (WM).
Contributi importanti sono arrivati da Massimo Gasperini della Black Widow Records ( il resto della truppa era in sala regia) e da Scilla D’Innocenzio, giovane appassionata di prog e superattiva in ambito musicale. Il tutto coordinato da Riccardo Storti, il conduttore, con la regia di Verdiano Vera e Maurizio Raso, con le video riprese di Marco Rinzivillo, e il reporter fotografico Pietro Dacci.
Al di la della parete di vetro, quella che divide pubblico da regia, era possibile scorgere un altro pezzo di prog in ascesa, vale a dire Elisa Montaldo, che con Il Tempio delle Clessidre sta per portare un pezzo di musica italiana, “impegnata”, nella Corea del Sud.
Come dichiarato negli intenti, si è balzellato in un anno importante per il rock progressivo di casa nostra, il 1971, giudicato il punto zero, non pretendendo di coprire completamente uno spazio temporale rilevante, ma segnando tappe del percorso attraverso il ricordo degli ospiti.
Gli interventi personali sono quindi diventati immagini didascaliche, in attesa del brano rappresentativo che avrebbe chiuso il cerchio.