martedì 27 settembre 2011

Botta e risposta tra Innocenzo Alfano e Glauco Cartocci


Come spesso accade, pubblico oggi un articolo di Innocenzo Alfano.

Come già accaduto, esiste una necessità di replica, in questo caso di Glauco Cartocci.


Quella strana “morte” di Paul McCartney

di Innocenzo Alfano

Un paio d’anni fa sentii parlare di uno strano, e per certi versi straordinario, libro. Il titolo era (ed è) Il caso del doppio Beatle. Il più completo dossier sulla “morte” di Paul McCartney, di Glauco Cartocci. Decisi di informarmi, e così mi recai in libreria, intenzionato all’acquisto del volume. Ma, una volta in libreria, mi è bastato sfogliare l’introduzione, più alcune decine di pagine dei vari capitoli del libro, perché mi passasse la voglia di leggerlo integralmente e soprattutto di spendere i soldi per l’acquisto. Nelle tre o quattro paginette dell’introduzione, infatti, c’era già scritto tutto.

Il fatto di cui si parla nel lungo saggio di Cartocci (360 pagine) è, dicevamo, straordinario. Lo è per un motivo: perché, come tutti sanno, Paul McCartney è vivo e gode di ottima salute. Questo però solo in apparenza, poiché secondo l’autore del volume, e anche secondo molte altre persone che la pensano come lui, McCartney potrebbe essere invece morto. Quando? Il 9 novembre del 1966. In realtà Cartocci non dice espressamente che, secondo lui, Paul McCartney sia morto; dice che esiste la possibilità, in base ad una serie di “indizi” riscontrati o riscontrabili nelle canzoni e sulle copertine dei dischi dei Beatles successive al 1966, che il bassista e cantante dei Fab Four tra il 1967 e il 1970 fosse non più Paul McCartney bensì un sosia, un ex poliziotto canadese di nome William Campbell il quale pare che somigliasse come una goccia d’acqua al baronetto inglese, oltre ad avere la sua stessa abilità nel comporre canzoni, suonare vari strumenti musicali e naturalmente cantare, per giunta con la stessa voce di “Macca”. Più che un sosia, un clone!

Nel libro di Glauco Cartocci ci sono molti “indizi” – quasi 200, e quasi tutti a dir poco fantasiosi – sulla presunta morte/scomparsa/sostituzione di Paul McCartney, e anche la teoria secondo cui McCartney sarebbe stato assassinato in circostanze accidentali. Una delle principali tesi del libro è infatti quella secondo la quale McCartney sarebbe morto in un incidente d’auto provocato dalla Cia e/o dai servizi segreti inglesi con lo scopo di uccidere non lui ma Brian Epstein, manager del gruppo e soprattutto omosessuale. Alle due potenti organizzazioni di intelligence pare che i gay, all’epoca, stessero parecchio sulle scatole, perciò avevano deciso di liquidarne qualcuno, a cominciare da uno che loro ritenevano “prestigioso”. Solo che, per qualche ragione, sbagliarono obiettivo e invece di uccidere Epstein provocarono la morte di McCartney. Piuttosto distratti, questi 007...

In ogni caso, dopo aver commesso l’errore, i servizi segreti avrebbero dovuto corrompere o minacciare un numero molto grande di persone affinché nessuno rivelasse la verità, e cioè che McCartney non era in realtà McCartney. Questo lo ammette anche Cartocci, che anzi fa un lungo elenco di tutti quelli che si sarebbero dovuti accorgere immediatamente dell’avvenuto scambio di persona: fidanzata, parenti, amici, colleghi musicisti, personale impiegatizio e dirigente della Emi britannica, il produttore George Martin, oltre, naturalmente, agli altri tre Beatles. È chiaro infatti che un sosia può sostituire (in parte) fisicamente una persona, ma non può certo riprodurne in maniera esatta gesti, abitudini, tic, tono della voce nelle conversazioni, modo di ridere, di sorridere, di piangere, di arrabbiarsi, di urlare, di salutare e di chiedere scusa, ma anche di alzarsi da una sedia, bere acqua da un bicchiere, allacciarsi le scarpe, camminare, pettinarsi, guidare un’automobile, ballare ad una festa e così via. Eppure, stranamente, nessuno si accorse di nulla. Ripetiamo, più che un sosia, a prendere il posto di Paul McCartney dev’essere stato un clone, se la disgrazia si è davvero verificata.

E poi rimarrebbe in piedi un altro mistero, importante quanto il primo, ma sul quale non risulta che Cartocci abbia ancora svolto delle indagini. Il secondo mistero è il seguente: se è vero che William Campbell ha preso il posto di Paul McCartney, chi è che ha preso il posto di William Campbell? Sarebbe fondamentale saperlo, anche perché è evidente che William Campbell – ammesso che sia mai esistito, in Canada, un poliziotto con questo nome e per di più somigliante a Paul McCartney come un gemello monozigote – non può essere sparito nel nulla. Cartocci però su questo punto non dice nulla, trascurando un particolare che anche il più sbadato degli investigatori si prenderebbe la briga di verificare un attimo dopo l’avvio delle indagini.

A mio giudizio, con il suo libro Glauco Cartocci si è prodotto soltanto in un bell’esempio di cattiva filosofia (bello perché il libro, da quello che ho potuto vedere, è in effetti scritto bene ed è anche divertente, soprattutto se uno non fa caso al livello di infantilismo che lo pervade). La cattiva filosofia, tipica anche delle elaborazioni di alcuni grandi filosofi, si ha quando viene prima enunciata una tesi, dopodiché si cercano le prove che la confermino, facendo in modo che quelle che non la confermano non abbiano la stessa forza delle tesi che dimostrano invece, o dimostrerebbero, la fondatezza dell’evento. Per essere chiari, il colore di un fiore sulla copertina di un 33 giri, portato come indizio a favore della tesi della morte di McCartney, in un contesto serio – e ammesso che dal colore di un fiore si possa far dipendere la morte di una persona che non ha mai smesso di suonare e di fare concerti in tutto il mondo – non dovrebbe essere messo sullo stesso piano della incongruente e stravagante teoria del sosia venuto da lontano che è però uguale in tutto e per tutto all’originale. Ma Cartocci, per l’appunto, lo fa.

La musica pop, dispiace dirlo, continua ad avere un grave difetto. Un difetto che resta lì dov’è nonostante il passare degli anni e dei decenni: la musica pop è, purtroppo, un genere musicale dove gli appassionati sanno tutto o quasi tutto della vita e anche, a quanto pare, della presunta morte delle loro amatissime rockstar, ma, nel contempo, ignorano allegramente che cosa sia un accordo di do maggiore e qual è la sua differenza con un accordo di la minore. Cioè ignorano persino l’abc della teoria musicale, per non parlare della pratica. Una bella inchiesta anche su questo argomento penso che sarebbe davvero il momento di condurla. In fondo, non dimentichiamolo, i musicisti rock (anche gli eventuali sosia...) sono prima di tutto persone che suonano strumenti musicali, e dunque fanno e creano musica. Poi la loro musica potrà piacere o non piacere, ma pur sempre di musica si tratta. Vogliamo dunque cominciare finalmente a capire com’è fatta questa benedetta arte dei suoni, anziché perdersi, e perdere tempo, dietro alle teorie più strampalate?

P.S. Una versione più ampia di questo articolo comparirà nel mio prossimo libro dedicato alla musica rock, di prossima pubblicazione. A proposito, la foto ritrae McCartney nel 1965, un anno prima di morire...

Nota Bene L’articolo è stato pubblicato su “Apollinea”, Rivista bimestrale del territorio del Parco Nazionale del Pollino, Anno XV – n. 5 – settembre-ottobre 2011, pag. 27.


La replica di Glauco Cartocci

Incredibile. E' davvero incredibile vedere una recensione di un libro fatta da uno che ammette candidamente "ho letto solo l'introduzione e ho dato una sfogliata qua e ". Encomiabile esempio di giornalismo "approfondito e accurato" (... non so se si coglie l'ironia).

Allora, il sig Alfano "crede" di sapere come io la pensi in merito al PID, e parte dall'assunto (dato come postulato) che "siccome Paul McCartney è vivo", parlare di questo "caso" è una perdita di tempo.
Alfano non sa (non avendo letto) che io nel libro mi propongo di NON dimostrare nessuna tesi, ne quella di chi è convinto che Paul sia morto, né l'opposta, ne tutte quelle intermedie (lui non lo sa, non avendo letto, ma ci sono anche ipotesi che prendono in considerazione un "ritiro dalle scene" del primo Paul e una sostituzione pilotata).
Alfano non sa (non avendo letto) che io ho scritto un SAGGIO su questa vicenda con l'intento di fornire un database completo in modo che ognuno possa formarsi una propria opinione, al limite la stessa sua (vivaddio), cioè che Paul sia vivo e mai sostituito. Ma a tale conclusione bisogna arrivarci DOPO aver esaminato tutti i termini della questione, non "per fede..." come fa lui.
Mi sembra proprio uno dei Saggi della Commissione che non volevano guardare nel cannocchiale di Galileo, convinti a priori che avesse torto, la Terra non poteva girare intorno al Sole.
Alfano non sa (non avendo letto) che io sono il primo che si incarica di smontare, o di ridimensionare "indizi" cervellotici o che hanno poca valenza dimostrativa.
Alfano non sa (non avendo letto) che io non sostengo certo l'ipotesi di "William Campbell poliziotto Canadese": io elenco (per documentazione, lo sa cos'è la documentazione???) varie ipotesi fatte negli anni (Campbell, ma anche William Shepard, Phil Ackrill, Tara Browne, etc) su chi avrebbe potuto essere il sostituto, sempre nel caso (che io non do per scontato!!!!) che ci sia stata una sostituzione.

Dire che "una delle principali tesi del libro è dimostrare che McCartney sarebbe morto in un incidente d'auto provocato dalla CIA... (...) con lo scopo di eliminare Brian Epstein" è un'assoluta falsità, signor Alfano: Lei mi scambia con Sun King e con altri che ne hanno parlato in Rete, ma NON AVENDO LETTO, non ha visto che io non solo prendo le distanze da tale tesi, ma in alcuni punti la irrido pure!

E allora, come faccio io a replicare a uno che "crede" con sublime superficialità, di sapere cosa io dica?
Se il problema è spendere 15 euro, il libro glielo regalo io, volentieri, Sig. Alfano, ma eviti di parlare di cose che non sa, leggendo solo le introduzioni (e legge anche male, aggiungo io, perché nell'introduzione si dice chiaramente che io non sostengo alcuna tesi, ma le presento, facendo una ricerca accurata e seria.)
Complimenti, davvero! Lei ha eguagliato il record di quel famoso giornalista che recensì un concerto di Diana Ross che era stato annullato, e non si era mai tenuto! Lui non lo sapeva, perché non si era sprecato ad andarci, Lei non sa perché... perché non legge, giudica e pontifica sulla base di un'introduzione e una "sfogliatina"!

Parlare di "cattiva filosofia" di "infantilismo" e di "dimostrazione di una tesi aprioristica" è davvero ridicolo, perché Lei non ha la benché minima idea di dove vada a parare il mio scritto.
E' lei che fa del "cattivo giornalismo" "infantile" (perché crede di sapere come è andata una faccenda complicatissima, senza documentarsi); è Lei che parte da una "tesi aprioristica", ovvero che Paul non POSSA essere morto... perché è vivo!
L'affermazione "è impossibile, perché continua a fare concerti" è una banalità assoluta, dimostra che Lei non conosce nulla delle contraddizioni di tutto l'entourage Beatles sulla vicenda, non sa nulla delle recenti comparazioni craniometriche, etc.
Anche dire che l'attuale Paul è "in tutto e per tutto uguale all'originale" è un'affermazione di fede, discutibile, visto che esistono tante documentazioni che proverebbero (notare il condizionale ipotetico) esattamente il contrario, differenze nel fisico, e anche nella grafia.
Guardi bene: NON STO cercando di convincerla che Paul è stato rimpiazzato, perché semplicemente NON LO SO neanche io.
Ma se ci sono dei dubbi, o delle discrepanze, o delle stranezze, il dovere dell'investigatore è presentarle a chi legge, anche riflettendoci su criticamente, come faccio io, e ben lo sa chiunque si è "sprecato" a leggermi.
Avrei molto da dirle in merito a questa "diceria PID" che potrebbe essere anche un grande gioco intellettuale perpetrato dai Beatles, come potrebbe essere altro. Ma sinceramente, non posso discutere con chi non ne sa nulla, così come non potrebbe un commentatore della Domenica Sportiva discutere con un tifoso che non sa manco cos'è il fuorigioco.
Lei legga, si documenti, e poi potremo confrontarci.

Ma una cosa glie la voglio dire da subito: tutta l'altra tiritera che fa Lei su "chi non sa nemmeno che cos'è un do maggiore", testimonia ancora una volta che Lei non mi ha letto.
Io non solo so di musica, e di teoria, ma nel libro affronto anche problemi tecnici come registrazioni, backwards, analisi dei Sonagrams, rallentamenti, tonalità etc.
Inoltre analizzo tutto quanto concerne le liriche dei brani, con rimandi anche a canzoni di cui Lei forse non conosce nemmeno l'esistenza. Conosco bene la storia dei Beatles, e anche del Rock, e so mettere in relazione accaduti ed episodi significativi, e so scartare quelli campati per aria. Inoltre faccio anche lunghi excursus sulla Storia di quegli anni, su Manson, su La Guardia, su Crowley, su Dylan, su Morrison, tutto il contesto. So anche di grafica, quindi posso parlare con cognizione di causa a proposito degli indizi sulle copertine. Parlo anche del Mito del Sosia, e cito anche psicologi e letterati.

Quindi "vogliamo cominciare a capire come è fatta questa benedetta arte dei suoni?" è un invito che rimando al mittente. Anzi, lo estendo: "vogliamo cominciare a capire che prima di aprire bocca è bene documentarsi e studiare?"