mercoledì 4 gennaio 2023

SIMON LUCA & L’ENORME MARIA – Mastico Asfalto


SIMON LUCA & L’ENORME MARIA 

 Mastico Asfalto

G.T. Music / M.P. Edizioni Musicali

Genere: Rock

Supporto: cd – 2022

 

Alberto Favata, alias Simon Luca, fa parte di quella cerchia di musicisti che hanno toccato la mia adolescenza musicale, quelle figure in quei giorni quasi irraggiungibili, tempi in cui la distanza tra artista e “comune mortale” era abissale.

E poi è capitato di incontrarlo, una decina di anni fa, e di creare nel tempo una buona conoscenza, quelle in cui … se hai bisogno lo chiami e lui c’èe viceversa.

Ho un ricordo indelebile del suo volto su di una copertina di Ciao 2001 - mica bruscolini! - e del suo album del 1972, Per proteggere l’enorme Maria”(cliccare per ascoltare).

E poi… incredibile… è uno dei due italiani che si trovavano a Bethel a metà agosto del 1969 (l'altro è l'ex discografico Lucio Salvini), Woodstock insomma!

Tutto questo preambolo, probabilmente inutile per molti, ha l’intento di dare luce ad un artista che forse non è conosciuto dalle nuove generazioni, cosa comprensibile se si pensa che sono passati esattamente 50 anni dall’uscita dell’album succitato.

Cantautore, compositore, produttore musicale, autore e sceneggiatore, inizia la sua carriera a Milano nel 1967 e, sotto forme diverse, prosegue sino ai giorni nostri. Ma forse un rappel della sua storia appare a questo punto utile:

https://it.wikipedia.org/wiki/Simon_Luca


E ora, a sorpresa, arriva “Mastico Asfalto” che, lo sottolinea l’autore, è stato creato prima del disastro pandemico, per cui le riflessioni che emergono sono scevre dai condizionamenti e dalle forzature - anche tecnologiche - che hanno accomunato il mondo artistico in genere.

La lettura delle informazioni oggettive fa emergere come esista un numero speciale, il “7”, che ricorre spesso nella vita di Simon Luca, una sorta di cifra magica che diventa conforto puro, visto che la si riesce a legare a situazioni positive.

Utilizzo il pensiero dell’autore per chiarire altri aspetti fondamentali:

Nell’ottobre del 2019 ho incontrato i musicisti nuovi e ‘antichi’ con cui ho scelto di realizzare l’album. Ho chiesto a ciascuno di loro di non essere semplici esecutori, ma di sentirsi partecipi del progetto la cui ragione profonda è di ritornare a suonare tutti insieme dal vivo in studio, senza trucchi o interventi di programmazione di computer.

Ho coinvolto alcuni miei grandi ‘vecchi’ amici e il loro sì immediato e senza condizioni mi ha scaldato il cuore. Ritrovare la bellezza e l’emozione di poter liberare l’anima musicale come si faceva un tempo, è stata una sensazione poderosa e vitale. Momenti ‘magici’, il senso di armonia e coesione, i suggerimenti costruttivi, le risate e le attenzioni, la generosità creativa che i musicisti veri sanno avere. I dischi dovrebbero essere fatti così, suonando davvero. Per questo ho lasciato grandi spazi alla musica e all’improvvisazione”.

La musica non abbandona mai, qualunque ruolo abbia nella vita di chi ne usufruisce, e appare chiara la voglia del cantautore di rituffarsi in un progetto di squadra, come driver, certamente, ma lasciando spazio alla creazione/partecipazione altrui.

Siamo al cospetto di un disco di rock/blues, genere immortale, e appare perfetto il bridge con i tra trascorsi giovanili di Simon Luca, un aggancio che, nel primo brano, è rafforzato dalla presenza dell’amico di sempre, Fabio Treves (armonicista e bluesman doc), presente oggi come cinquant’anni fa.

La sua armonica è protagonista nel brano di apertura, “Credo”, una sottolineatura dell’importanza dell’amore in una coppia e della rilevanza di una buona relazione:

Io non credo al Paradiso, credo solo al tuo sorriso, credo al ritmo del tuo cuore, al tuo odore, al tuo calore, al tuo sapore…

L’anima del blues è da sempre rappresentata da un obiettivo, quello di mitigare la sofferenza attraverso “urla musicali”, che diventano al contempo denuncia e attenuazione del disagio; e così l’apertura dell’album riesce a creare, attraverso la cupezza delle sonorità, l’ambientazione corretta, che trasporta l’ascoltatore nel mood autoriale.

A seguire la title track: il ritorno al passato appare palese e, a mio giudizio, liberatorio, nonché manifesto dell’intero progetto.

Gli anni passano e, tramutati in esperienza di vita, portano a suggerire che al cospetto dell’apparente fallimento di molti ideali esista qualcosa che può ancora aiutare, anche in modo concreto; parlo di quella musica che negli anni ’70 era “ribelle” e che ancora oggi può avere ruolo da protagonista.

Un gran rock che vede l’elettrica in primissimo piano, una “trama da viaggio”, da una costa all’altra degli States.

Il terzo brano si intitola “Confini”.

Nel momento in cui Alberto era spettatore a Woodstock, il concetto di barriera/costrizione sembrava sulla via del superamento, ma il sogno di quei giorni si è infranto sull’egoismo umano e su interessi forti e, a ben vedere, impossibili da sradicare. I confini esistono, si fortificano, ne nascono di nuovi e la ragionevolezza soccombe. Ma non bisogna arrendersi, perché “… noi umani non vogliamo solitudine…”.

In questo caso la “protesta” non è urlata ma arriva quasi sussurrando, in modo intimistico, mentre la chitarra elettrica disegna il cammino, e gli aspetti corali diventano una sorta di inno alla libertà.

Fuori dal fango” è un blues in cui Simon Luca chiede ausilio ad una seconda voce (Veronica Canestrari) e assieme descrivono le "diversità", aspetti che da sempre caratterizzano le nostre vite e che non sembrano attenuarsi, anzi, si esaltano all’interno di un mondo in rapida evoluzione… chi nel nord, chi nel sud…

Se nella traccia di apertura l’armonica era strumento caratterizzante, in questo episodio è il sax di Amedeo Bianchi che disegna atmosfere e andamento e propone grida lancinanti che “parlano”, come è più della lirica.

Con “Numeri prigionieri” emerge la disillusione e ad un certo ottimismo precedente troviamo ora contrapposta una discreta oscurità, mentre i vari step dell’album si susseguono come il nostro quotidiano, fatto di momenti up e altri down, con una diversa predisposizione ad affrontare il quotidiano.

Una ballad di presa immediata, propositrice di una sorta di tormentone di qualità che una volta ascoltato non ti lascia più (… siamo numeri prigionieri nella strada verso il sole, siamo tutti qui a sperare nel domani…).

Sopra i raggi della luna” porta un cambio di passo, un funk energetico che presenta virtuosismo strumentale e riff chitarristici che, miscelandosi a fraseggi di sax, inducono al movimento.

Un monito e un incitamento alla fuga e al cambiamento, che chiedono conferma dell’arrivo del messaggio (puoi sentirmi?).

Molto seventies.

A chiusura troviamo “Verso l’infinito”: Simon Luca ritorna alla sua giovinezza, e lo spleen, la tristezza e i ricordi prendono il sopravvento, ed è questo un caso in cui un’eventuale dicotomia tra lirica e suoni porterebbe allo stesso risultato, tanto è potente il linguaggio/messaggio sonoro.

La perfetta fermatura del cerchio!

Oltre alle idee di Alberto - e amici - mi preme sottolineare le sue doti interpretative, una voce graffiante e particolarmente adatta al genere, per niente "usurata" dal tempo.

Nell’insieme un album davvero godibile, antico nella sua concezione, moderno nella proposizione, un mix perfetto tra messaggio e musica, a volte incline ad un po' di nostalgia, da cui si vira subito ponendo lo sguardo oltre… oltre ogni tipo di steccato.

Direi anche vario, restando nel campo del rock tradizionale. E per trenta minuti occorre lasciare libera la mente, ritornando - o scoprendo - gli anni ’70.

Non ho potuto vedere l’artwork, solitamente parte integrante dei progetti musicali di un tempo, ma mi accontento della splendida copertina, anch’essa retaggio dei tempi che furono.

E ora Simon Luca, non farci aspettare altri cinquant’anni!


Lineup

Simonluca / Voce

Marco Leo / Chitarre

Edoardo Maggioni / Piano and Tastiere

Cesare Pizzetti / Basso

Peppe Burrafato / Batteria

Lalla Francia / Cori, Voce in “Sopra i raggi della luna”

Simona ‘Jammin’ Bovino / Cori

Veronica Canestrari / Cori, Voce in “Fuori dal fango”

Ivan Padul / Coris

Jordan Brown / Cori

Ospiti:

Fabio Treves / Armonica in “Credo”

Claudio Bazzarri / Chitarra elettrica in “Confini”

Amedeo Bianchi / Sassofono in “Fuori dal fango” e “Sopra i raggi della

Luna”

 

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TRACKLIST

1-Credo-4:43

2-Mastico Asfalto-4:09

3-Confini-4:55

4-Fuori Dal Fango-4:50

5-Numeri Prigionieri-4:40

6-Sopra I Raggi Della Luna-4:37

7-Verso L'Infinito-3:34