Era la primavera del 2015 quando “incontrai”
il cantautore romano Paolo Preite. L’occasione nasceva dal rilascio del suo esordio
discografico, “Don’t Stop Dreaming”, e alla fine dell’intervista che
realizzammo domandai a Paolo di esprimere un desiderio musicale tenendo… i
piedi ben saldi per terra. La sua risposta fu: “Continuare così come sto
facendo da anni. Mi aspetto di costruire una carriera che duri nel tempo, ho
scritto già più di 100 brani e sarebbe un peccato tenerli nel cassetto, non
pensi anche tu?”.
Non so esattamente a quale punto del
percorso sia Preite ma la certezza è rappresentata dall’uscita del suo terzo
album in studio, rilasciato nel maggio del 2021, dopo due anni passati a comporre,
probabilmente forzati dalle costrizioni legate alla pandemia.
Il titolo del nuovo progetto - “Fishing for the dead” - utilizza una citazione nobile (Malcom
X) che appare il preludio all’impegno lirico, al messaggio, alla denuncia mista
alla speranza, ad una visione del mondo cupa che lascia però aperta più di una
porta al cambiamento, con spunti di riflessione ed episodi che appaiono un
bagno purificatore, in primis per l’autore, ma risulterà facile farsi
coinvolgere, nonostante i testi in lingua inglese possano rappresentare una
barriera alla comprensione.
Ma tutto risulta sufficientemente
intuitivo, e poi un disco del genere si sposa a meraviglia con la lingua di
Albione.
Sono 11 le tracce, con un
denominatore comune sonoro, lo smell rock e blues; tutte ideate da Paolo Preite,
con la presenza in un brano - “In my world” - di Fernando Saunders,
musicista e produttore di Detroit, il cui nome è indissolubilmente legato a
quello di Lou Reed e Jeff Beck, già produttore del disco di esordio.
Ogni episodio rappresenta la tappa di
un percorso ben congeniato, un sentiero costruito dall’interno, dall’intimo
profondo, sudato e sofferto; successivamente portato verso l’esterno, perché lo
scopo è urlare il più forte possibile il proprio pensiero, condividerlo e
magari convincere qualche anima sensibile che oltre alla testimonianza
oggettiva, nefasta, esiste la possibilità di voltare pagina.
Un album bellissimo, fresco, attuale,
di grande impegno civile e morale, perché anche il rock può fare molto,
avvolgendo con il ritmo e le ballad unite a liriche di spessore.
A seguire propongo l’ascolto unito a
tre bellissimi video, ma vorrei concludere col pensiero dell’autore, il suo
punto di vista è sicuramente il più importante!
“L’album ha una forte carica
emotiva, è insieme un messaggio d'amore universale e una preghiera, a metà tra
lettera d'addio e testamento dei tempi contemporanei. Un album catartico, di
guarigione e cura, un modo per superare l'assenza, la mancanza e, in fondo, la
solitudine. La lotta alla nostalgia e al dolore fino al sussurro finale, quello
della speranza”.
Tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)
2. Hope
8. Drowning
9. In my world ft. Fernando
Saunders
10. Change
Scritto da Paolo Preite
Prodotto da Simone Scifoni
Mixato da Alberto Lombardi
Masterizzato da Fabrizio De Carolis
Paolo Preite: voce e cori
Simone Scifoni: tastiere
Michael Jerome Moore: batteria
Alberto Lombardi: chitarra elettrica
Alessandro Cefalì: basso
https://www.facebook.com/PaoloPreiteOfficial/