L’incontro virtuale con
molti “amici” di facebook lascia evidenti lacune e spesso si basa sulla
superficialità.
Ho conosciuto, a
distanza, Alessandro Bersezio per via della passione per il mondo dei Jethro Tull,
e lo scorso maggio l’ho incontrato casualmente ad un concerto dei Van der Graaf
Generator, ma non avevo realizzato la sua applicazione verso la musica, intesa
come creazione e proposizione in prima persona. È stata quindi una sorpresa la
notizia di un suo album in uscita, dal titolo “Autumn
Breeze”.
A fine articolo propongo la ricca biografia dell’autore, tanto per approfondire.
“Autumn Breeze”, rilasciato il 30 settembre 2022, consta di 12 tracce strumentali, definite così nel comunicato ufficiale:
“12 composizioni
orchestrate da Daniel Ponte e composte da A. Bersezio tranne, “Why Not?” e “The
way to Zen” composte o orchestrate da A. Bersezio e “Requiem” composta da
Daniel Ponte e A. Bersezio e orchestrata da D. Ponte.
Tutti i brani sono stati mixati e con l’aggiunta di Virtual Instruments al Sound River Studios di A. Giordano tranne la traccia “An Teaghlaigh” dove il flauto traverso è stato suonato da A. Bersezio”.
Credo che l’ascolto dei singoli brani, possibile nel prosieguo dell’articolo, possa raccontare i contenuti meglio delle mie parole, ma posso dare un’immagine di insieme, di atmosfera globale che regna e lega i dodici episodi.
Prevale la classicità,
una proposizione quasi sottovoce, il disegno di situazioni e ambientazioni che
rimangono all’interno di un perimetro circoscritto al di fuori del quale non è
consentito uscire.
L’indizio principale
arriva dal titolo, quella “brezza autunnale” che condiziona umori e amori, quel
soffio di speranza, quel profumo, quei colori unici che si fondono con quelli
abituali e obbligati; e la gioia per una nuova/antica situazione si miscela
allo spleen tipico dei mesi autunnali, quando il ritorno del giallo, dell’arancione,
del rosso, del verde, del beige, del marrone e del bordeaux riportano alla
mente il tempo che scorre rapidamente, lasciando tracce indelebili.
La musica ha il potere
di disegnare tutto ciò, e il progetto di Bersezio si affaccia in punta di piedi,
senza un grido, solo sussurri, tra ambientazione classica e popolare,
pennellate sonore di gran classe utilizzando la tecnologia disponibile ma lasciando
un’anima pulsante che avvolge chi ascolta, e non appare necessaria una
conoscenza specifica o una particolare predisposizione verso un genere preciso,
basta lasciarsi andare, essendo possessori di una buona dose di sensibilità.
E a questo punto sottolineare
la presenza di un flauto traverso, e l’amore per esso dell’autore, diventa
ininfluente!
Una bella sorpresa che mi piace condividere con il pubblico più attento e scevro da pregiudizi.
Tracklist (cliccare sul titolo per ascoltare)
• Why Not?
• Matilde
• Requiem (Il distacco di Alessio)
Alessandro Bersezio si racconta…
Nasco a Genova nel 1970.
Nel 1996 inizia la mia carriera
musicale come percussionista dei neoformati An Comunn Mór (nati dalle ceneri
dei Mag Mór, gruppo folk tradizionale irlandese nato a Genova nel 1994). Con
questa formazione (Ponte, Romano, Gambetta, De Angeli e il sottoscritto)
girammo l’Italia, aprimmo per i Modena City Ramblers (Milano
Palalido 2001) e per Sharon Shannon (Irlanda in Musica, Bobbio (Pc) 2005),
St. Patrick Day Teatro Saschall di Firenze (in cartellone con Modena City
Ramblers, Strawbs, Sharon Shannon) nel 2002.
Due brani andarono in due diversi
Cd della rivista Celtica, Ed.Trentini (Alloa House / Nick Piccett Reel – An
Comunn Mòr: Celtica 2 - febbraio 2000 Edizioni 3ntini & C., 2000 e An
bealach ar fad go Gaillimh / Duilliur an Fhomhair / Padraig spoirtiuil – An
Comunn Mòr: Celtica 27 - Settembre-Ottobre 2003).
Nel 2004 vede la luce l’album
“Mag Mór”, Ethnoworld Ed. con ospite Fabio Rinaudo dei Birkin Tree, Daniele
Bicego (Uillean Pipe) Fabrizio Pilu (Violino), Michel Balatti (Flauto) e Pino
Parello (Basso).
Nel frattempo, 2002-2014 circa, ho
pubblicato 4 libri con editori diversi: Luna Celtica 2002, Attimi 2007, Il
Viaggio 2012 e 11 Poesie e un Racconto in eBook nel 2014.
Tornando alla musica, nel 2016
inizia la collaborazione come flautista, con i Too Old cover band di Jethro
Tull e Deep Purple che non va oltre la trasmissione di due brani (A New day
Yesterday e To Cry You a Song) su “Wond’ring Aloud the Jethro Tull Radio Show”
su Radio Tsunami.
Nel 2019 nei Brevenna di Daniel
Ponte, si torna alla musica irlandese, con qualche scappata nel folk americano.
La serata principale fu quella a Cicagna nel 2019.
Nel 2020-2021 sempre in radio
all’interno della trasmissione “Wond’ring Aloud” dedicata ai Jethro Tull e
trasmessa da Radio Tsunami passano 3 cover (Acres Wild, God Rest Ye Merry…Christmas
e Life is a Long Song, che si trovano sul Canale Youtube della Jethro Tull
Italian Community e sul mio canale Youtube) registrate con validi musicisti del
panorama folk e rock italiano emergente, alcuni nomi su tutti: Arianna De
Lucrezia basso e batteria (Ephemeral), Leandro Pessina flauto traverso, Tin
Whistle e Bouzouki e Mandolino (Aexilyum e Elkir), Roberto Lucanato chitarra
acustica (Il Segno del Comando e Toolbox Terror) e Andrea Giordano chitarra
elettrica, Virtual Instruments e mixaggio (Toolbox Terror e Compositore), il
sottoscritto Voce, Bodhran e Flauto Traverso.
Con la Jethro Tull Italian
Community sempre per Radio Tsunami siamo riusciti a intervistare diversi ex
componenti dei Tull quali, C. Bunker e J. Noyce (intervistati telefonicamente
da Leandro Pessina), Peter J. Vettese, culminando con l’intervista telefonica
fatta da Michele Manzotti a Ian Anderson (domande e intervista curate da
Alessandro Ferrari, A. Bersezio e Michele Manzotti).
Nel 2022 prende il via la
collaborazione con la rubrica sulla pagina facebook “Amici di Bullezumme”
giornalino del Circolo “L. Rum”, gestita da Marco Rinaldo Durante, dove si possono
trovare due articoli scritti da me uno sulla Musica Irlandese e la prima parte
dell’articolo sulla “Scuola Genovese”.
Nel 2021 inizia il lavoro che
porterà nel 2022 all’uscita del mio primo lavoro di composizione “Autumn
Breeze”. I compagni di viaggio qui sono stati Daniel Ponte e Andrea Giordano (Sound
River Studios, Genova) già citati in precedenza.