Ho ascoltato in anteprima il nuovo
progetto di Andrea Vercesi e vorrei dare qualche indicazione, vista l’imminente pubblicazione
(3 dicembre-anche sulle maggiori piattaforme digitali).
L’impegno musicale di Andrea arriva
da molto lontano, toccato agli inizi dalla musica dei Jethro Tull la cui opera,
nel tempo, gli ha dato spunto per realizzare un suo sentiero,
tenendo sempre in evidenza l’aspetto acustico e una certa predisposizione alla
gestione del lavoro in piena autonomia.
La sua gavetta, un certo battere il terreno basato sui tributi live e sulla musica dei miti del passato, non gli ha impedito di sviluppare una via del tutto personale, che spesso trova approvazione nel suo mentore Ian Anderson, come dimostrato da un commento che propongo a fine articolo.
Nei prossimi giorni verrà rilasciato "The Little Match Girl", ed è stato proprio
Vercesi, qualche mese fa, a svelarmene il contenuto, oltre a propormi l’ascolto
dei brani: “Trattasi di una sorta di concept impostato sulla fiaba di Hans
Christian Andersen "La piccola Fiammiferaia. I testi sono una mia
rielaborazione dell’originale, ma non ho voluto travisare troppo la favola, dando
però spazio al suo significato profondo. In sintesi, l'ho pensato come un
lavoro concettuale, quasi come se fosse un musical.
Per quanto riguarda gli aspetti
meramente musicali, ho cercato di sottolineare i momenti di pathos presenti
nella storia accentuando certe trame sonore, occupandomi in prima persona di tutti
gli strumenti e della programmazione del batterista "virtuale" di
LOGIC (Apple). Susanna Lecce si è occupata di alcune parti vocali e dei cori
oltre ad avermi dato una mano per alcuni arrangiamenti. Successivamente mi sono
accorto di alcuni punti deboli per quanto riguardava la parte ritmica e così mi
sono affidato a Sergio Ponti per quanto concerne la batteria.
Ho anche inviato il tutto anche ad Anderson, il quale ha dimostrato apprezzamento per la qualità dei brani.”
Riascoltando i pezzi a distanza di
qualche mese, evidenziando l’ovvio miglioramento tecnico e la cura dei
particolari, confermo il mio giudizio iniziale, positivo, su cui incide,
anche, la mia predilezione per il folk rock; però, ripercorrendo la mia prima
idea, mi pare che vada sottolineata una certa originalità, proprio a partire dalla
concettualità dell’album, solitamente utilizzata in altri ambiti musicali.
Palese l’assonanza con il mondo “Jethro
Tull”, senza che peraltro intervengano forzature che possano spingere in quella
direzione, una via che sarebbe stata agevole da percorrere, in modo quasi naturale, e che
avrebbe potuto trasformarsi in un tranello.
Il racconto sonoro si snoda sul
melange di aspetti acustici ed elettrici, così come il gioco vocale che
rimbalza tra l’autore e Susanna Lecce; esiste anche una sezione solo strumentale
che mi pare abbia un significato preciso, essendo “l’entrata e l’uscita”, con
il meraviglioso intermezzo di “Walking Alone”.
Le liriche sono lineari, proposte in lingua inglese, e, riascoltando il tutto, si fortifica la convinzione che ci sarebbe “materia per la scuola”, almeno in quella che idealizzo io, nel tentativo di avvicinare i giovani alla musica di qualità.
Partendo da molto lontano e da
esperienze di spessore, Vercesi si propone come esempio di autarchia musicale -
di questi tempi, forse un’esigenza, ma ruolo in cui Andrea si trova a
meraviglia - e ci regala una chicca, frutto di “sudore e competenza”, da cui
estrapolo un brano attraverso un video significativo che ci propone la title
track.
Un album gradevole, di cui non ci si
stanca mai, da proporre dal vivo in veste elettrica, senza rinnegare la
chitarra acustica, vera compagna di tutta una vita!
TRACKLIST:
01 - INTRO
(THE STORY BEGINS)
02 - THE LITTLE MATCH GIRL
03 – SLIPPERS
04 - A CRADLE
WITH A SLIPPER
05 - WALKING
ALONE
06 - BOXES OF
MATCHES
07 - PICTURE
OF MISERY
08 - IN A
CORNER
09 - ANOTHER
MATCH
10 - BUNDLE
OF MATCHES
11 – OUTRO
Il commento di Ian Anderson