Andando alla scoperta delle voci storiche del rock ci si imbatte in Barbara Robison, una vocalist che non ha avuto il successo che meritava (considerando l’era in cui ha vissuto) e che ci ha lasciato giovanissima. Scopriamo un po’ della sua storia…
Barbara "Sandi" Robison (cognome del marito) è stata una cantante statunitense che ha ottenuto il maggior successo come vocalist della band rock psichedelica Peanut Butter Conspiracy (PBC) su cui ho posto l'accento in questo articolo:
https://athosenrile.blogspot.com/2021/11/alla-ri-scoperta-dei-peanut-butter.html
Robison è stata una delle prime cantanti femminili di una rock band ed è
stata coinvolta in altri progetti dopo lo scioglimento del gruppo, tra cui il
musical “Hair”.
UN PO’ DI STORIA…
Barbara Moye nacque
il 14 ottobre 1945 a Las Vegas, Nevada. I genitori morirono quando era giovane,
così fu cresciuta dai suoi nonni nella piccola città di Lagunitas, in
California. Iniziò a cantare nel coro della sua scuola superiore locale e nella
sua chiesa e incominciò ad esibirsi all’interno di differenti generi musicali,
tra cui il folk, il pop e il rock.
Verso la fine
del liceo, prese a gravitare con continuità la scena folk, incontrando musicisti
che diventeranno successivamente importanti, come David Crosby, Dino Valenti e
il futuro marito Robbie Robison, che in seguito fece parte della band Clear
Light.
Nel 1963,
all'età di 18 anni, sposò Robison e si trasferì a Los Angeles, dove iniziò a
esibirsi con lui come duo. Un anno dopo incontrò il futuro membro della PBC
John Merril, alla fine di un concerto. Le propose di unirsi al suo gruppo - che
includeva il bassista Jim Cherniss - per registrazione di un singolo. Robison
accettò e fece il suo debutto discografico nel gennaio 1965, fornendo i cori al
singolo folk-rock "Love Her Everyday" B-side "Or Else
You'll Cry", sotto il nome del gruppo The Young Swingers.
Il loro
singolo successivo, registrato nell'aprile del 1965, vide Robison alla voce: "Wind's Up High" B-side
"Let's Take Our Love".
Sempre nel 1965, al gruppo si unì Alan Brackett e fu aggiunto un batterista di nome Doug Rowe, presto sostituito da Spencer Dryden. Da questo momento in poi, la band di cinque elementi fu chiamata "The Ashes".
Nello stesso
anno gli Ashes ottennero un contratto stabile al Waleback Club di Santa Monica e
la Robison, che aveva solo 20 anni, quindi impossibilitata secondo la legge dell’epoca
ad entrare nel locale, si trovò nella necessità di dimostrare la sua età. Prese
in prestito un documento e utilizzò uno pseudonimo, "Sandi Moon",
appellativo che le rimase per sempre.
In seguito, fu
anche accreditata come "Sandi Peanut Butter" nei primi due album dei
Peanut Butter Conspiracy.
Arrivò il
febbraio 1966 e con esso il primo singolo dei The Ashes, intitolato "Is
There Anything I Can Do?" B-side "Every Little Prayer",
per l'etichetta Vault Records.
La voce era
quella della Robison, così come nel singolo successivo - "Dark On You
Now" B-side "Roses Gone" -, ma nessuno dei due ebbe un
grande impatto al di fuori di Los Angeles.
Nel maggio 1966 Dryden lasciò il gruppo per sostituire Skip Spence dei Jefferson Airplane e "Sandi" si fermò a giugno per partorire. Gli Ashes si sciolsero poco dopo. Dopo la nascita del figlio Scott, nel settembre del ’66, Barbara Robison tornò alla sua carriera musicale, unendosi a Merrill e Brackett, con l’aggiunta di altri due membri - il batterista Jim Voigt e il chitarrista Lance Fent -, e così, alla fine del 1966, nacquero i Peanut Butter Conspiracy, decisi a produrre musica da registrare nell’anno successivo.
I Peanut
Butter Conspiracy firmarono per la Columbia Records dopo sessioni di prova con cinque
case discografiche. Robison era presente e fu sua la voce solista in tutte le
audizioni
Il manager,
per quanto riguarda i primi due album, fu Gary Usher.
In totale la band realizzò tre album
in studio tra gli anni 1967 e 1969:
“The
Peanut Butter Conspiracy Is Spreading”, “The Great Conspiracy” e “For
Children of All Ages”.
La loro musica può essere definita “rock
psichedelico”, ma furono praticamente ignorati al di fuori di Los Angeles.
In quegli anni la band cambiò formazione, ma Robison, insieme a Merrill e Brackett, rimase, essendo quello il nocciolo duro del gruppo.
I Peanut
Butter Conspiracy entrarono in classifica una volta nella Billboard Hot 100 con
il loro singolo "It's A Happening Thing", un brano associato
all'era del flower power che raggiunse il numero 93 a livello nazionale.
La canzone
faceva parte del loro album di debutto, “The Peanut Butter Conspiracy Is
Spreading”, del 1967, un disco che raggiunse la posizione numero 196 a livello
nazionale.
Anche se la band non entrò mai più in classifica, brani come "Too Many Do" possono essere considerati “storici”, tra i primi ad avere spazio in radio nonostante superasse la lunghezza convenzionale dei tre minuti.
Rispetto al lavoro in studio, i live
erano molto diversi, con dilatazione dei brani e lunghi assoli di chitarra che
di fatto li fanno considerare, a posteriori, precursori della psichedelia e della
sperimentazione.
In luoghi culto, come il Whisky a Go Go e il Fillmore Auditorium, la band aprì per gruppi come Big Brother and the Holding Company e Jefferson Airplane, con performance che si dimostrarono il topic moment della loro storia. Tuttavia, come già sottolineato, riuscirono solo ad essere una realtà locale nell’aera losangelina, e nel 1970 si sciolsero.
In quell’anno la Robison fu coinvolta in diverse colonne sonore per film.
Ulteriori
lavori furono poi completati insieme a Brackett e Merrill nel film del 1971 “Jud”:
fu questa la prima volta che gli ex compagni si esibivano insieme da quando la
band si era sciolta.
Barbara, mentre stava lavorando alla colonna sonora, si unì alla produzione musicale ispirata alla controcultura di Los Angeles, il musical “Hair”, acclamato dalla critica ma il giudizio fu all’epoca controverso perché lo spettacolo fu giudicato da taluni volgare per le nudità e la rappresentazione dell'uso di droghe illegali.
Nel settembre
del 1971, Robison insieme a Merrill e Brackett si unì a una cover band chiamata
Froggy. Il gruppo aveva sede a Pasadena, in California, in un club chiamato
Handlebar. Di ritorno dalle jam session all'inizio del 1972, la Robison fu
gravemente ferita in un incidente d'auto. Rimase incosciente per quattro
giorni, ma tornò comunque dopo meno di un mese ad esibirsi con la band. Si
trasferì a Glendora, in California, e formò una band chiamata “Rush”, iniziando
un tour nello stato e in Arizona, a metà del 1973.
Il 6 aprile del 1988, Barbara Robison si esibì a Butte, nel Montana. Durante il suo concerto si sentì male e fu trasportata in un ospedale di Billings, nel Montana. Non si riprese più e morì il 22 aprile 1988 per avvelenamento da shock tossico all'età di 42 anni.
Nel 2014, Al Brackett ha auto-pubblicato una compilation intitolata “Barbara”. L'album è un tributo alla carriera della cantante, dal 1966 al 1970, con e senza la Peanut Butter Conspiracy.