È di pochi mesi fa il mio
commento a “The scent of the colors”, di Niccolò
Clemente - alias Baron Munchausen - che oggi ritrovo con un nuovo
progetto, questa volta sotto il moniker di Cp.
Mordecai Wirikik.
Il titolo dell’album è “Il Sogno della Balena”.
Complesso, molto complesso
entrare nello spirito creativo di Clemente, artista che non cerca strade dal
facile percorso, ma usa il suo credo musicale per viaggiare con la
mente, muovendosi tra la dilatazione dei concetti di spazio e tempo, storia vissuta e speranze
futuristiche, oggettività e intangibile verità.
Sono 11 le tracce che racchiudono
l’album, per un totale di diciannove minuti e mezzo di suoni e parole il cui
contenuto suggerisce riflessioni a iosa; in aggiunta un booklet che è
parte fondamentale del Cd, con un breve romanzo che va ad integrare con la
musica.
L’autore viene in nostro aiuto
con le sue note didascaliche che provo a sintetizzare:
La figura
narrante è quella di Cp. Mordecai Wirikik - indigeno americano strappato alle
grinfie del XVIII Secolo -, capace di muoversi attraverso coordinate spaziali e
temporali infinite. Oggi, i suoi “esperimenti” musicali ci riguardano da
vicino. Il motivo per cui sia ora tra noi è a lui sconosciuto, non è portatore
di verità assolute, la sua musica non è rivoluzionaria - anche se a lui piace -
e il modo in cui oggi si battaglia, rispetto alle abitudini passate, gli risulta
complicato, anche se uccidere è sempre stato difficile. Ma c’è il bisogno di
esprimere una verità, un’idea personale che è contenuta ne “Il Sogno della
Balena”.
“Il Sogno
della Balena” nacque fra i rulli dei tamburi della sua company, di cui era il
capitano, nel 1777. Poi il nulla ed improvvisamente arriva un nuovo presente.
Ma sono quei
ritmi che hanno inondato la sua nuova vita trasformandolo nel musicista che
oggi è. Così ha deciso di continuare ad essere il capitano della sua “company”,
ormai ridotta ad un cumulo di ceneri e fantasmi che vivono nelle sue fantasie
notturne, pubblicando la sua musica in maniera autonoma, senza influenze
esterne, accettando l’ebrezza dell’oblio imminente che avvolge tutte le creazioni
che non vengano promosse da un nome altisonante o da un’entità semi-divina.
Lui, unico musicista e compositore, ha curato anche la cornice grafica dell’opera: il collage quale motivo dirigente, è diventato collante fra i brani, che stilisticamente così distanti si ritrovano, come in un lemniscato dagli infiniti Hertz, sempre in contatto fra di loro.
Ciò che ci propone è un trionfo di musica atemporale, misterica, misteriosa, elettrica, atonale, elettroacustica. Tutto è musica, anche il silenzio e l’urlo più disperato: la guerra t’insegna anche questo.
Le riflessioni
a cui accennavo portano obbligatoriamente alla ricerca del significato delle
parole, termini di cui ci si appropria senza peraltro possederli nell’intimo.
Clemente si
sofferma sul “sogno”, sulla “comunicazione”, sul “silenzio”, parole la cui
decodifica ufficiale - quella da vocabolario per intenderci - non regala grandi
soddisfazioni.
Ciò che viene
spesso a mancare è l’unità di misura del parametro che stiamo analizzando, o
che semplicemente richiede un approfondimento perché ci viene richiesto da
elemento terzo.
Che cosa è, ad
esempio, la felicità? Qual è la sua gamma di valori? Non la stiamo scambiando
per caso con la serenità?
In questa
analisi che richiederebbe ben più del mio stringato commento, rovescio le
parti, perché tra gli scopi di un nuovo progetto dovrebbe esserci anche
l’interattività.
Cosa
rappresenta per l’uomo la balena?
È un cetaceo e vive quindi nell’acqua… difficile comunicare con lei. Qualcuno ha detto che “le balene sono l’espressione dell’inconscio, dal quale si proviene e nel quale ritornare per rinnovarsi, e raggiungere una profonda trasformazione”.
La balena come
simbolo di maternità, di lieto evento, di trasformazione e passaggio ad un’altra
fase della vita.
Paura,
rispetto, analogie, introspezione, sono questi i pensieri che mi ha suscitato
il nuovo progetto di Clemente, come al solito autarchico nella sua produzione.
Musicalmente
parlando lo trovo spiazzante, nel senso più positivo del termine, ma “ non incasellabile
nell’ortodossia musicale” è forse una definizione più calzante.
Reminiscenze
prog, elettronica, ambient, avanguardia e sperimentazione sono gli ingredienti che
Niccolò ci regala, un collage musicale e visivo carico di colori e significati,
un lavoro intenso che, purtroppo, arriverà solo ad una nicchia di attenti
fruitori della musica.
Ecco un esempio del contenuto… la musica…
Anche le
immagini parlano…
Scheda Tecnica
Nome
dell’album: Il Sogno della Balena
Nome
del progetto: Cp. Mordecai Wirikik
Compositore:
Niccolò Clemente
Musicista
Esecutore: Niccolò Clemente
Mixing:
Niccolò Clemente
Mastering:
4CN-Studios (Bochum, Germania)
Data
d’uscita: 07-08-2021
Durata
totale: 19 minuti e 34 secondi
Lista delle tracce:
1.Inizio
- Il Rito 00:59
2.Interludio
primo - Di Passaggio 01:23
3.Il
Sogno della Balena 03:30
4.Interludio
secondo - Tremori 00:33
5.Laringi
da Guerra 02:09
6.Interludio
terzo - Verso la società 00:22
7.Il
Valore delle Parole 03:29
8.Interludio
quarto - Parlare aiuta 01:44
9.Interludio
quinto - Distante... 01:11
10.Prima
Guerra 01:48
11.Conclusione - Timpano Muto 02:21
Artwork e Libretto: Niccolò Clemente
Grafica:
Niccolò Clemente, Lorenzo Clemente e Braun Druckerei
(Bochum,
Germania)