Empire Pool, Wembley, Londra, 30-31 maggio 1975
Dopo aver
siglato due magniloquenti sinfonie progressive come “The Six Wives of Henry VIII” e “Journey
To The Centre Of The Earth”, Rick Wakeman decise che il suo terzo colossal, “Myths
And Legendes Of King Arthur And The
Knights Of The Round Table”, avrebbe meritato un allestimento
scenico davvero grandioso...
“Il mio management
voleva la Royal Albert Hall, ma io volevo Wembley, dove una settimana dopo ci
sarebbe stato uno spettacolo sul ghiaccio e quindi non se ne poteva fare nulla.
Avevo un diavolo per capello. Mi capitò di incontrare Chris Welch nella redazione
di Melody Maker e, chissà perché, gli dissi che avrei fatto “King Arthur” a
Wembley e sul ghiaccio! Il giornale ci ricamò sopra e a quel punto non potei
più tirarmi indietro. Visto che investivo soldi miei, avevo il controllo totale
dell’evento e cercai di ottenere il meglio. I pattinatori arrivarono da ogni
parte del mondo, l’amplificazione fu trasportata in aereo dagli Stai Uniti e
per la prima volta venne sospesa tramite delle reti. Il cast era enorme: 45
orchestrali, 48 cantanti divisi in due cori, cinquanta pattinatori, cinquanta
cavalieri, un gruppo di accompagnamento di sette elementi e non ricordo più che
altro. Fu divertente, ma i problemi non mancarono".
“Una serata da vedere per credere.
Sul serio.”
Paul Gambaccini, Rolling Stones, 1975
“Una delle due sere,
appena salito sul palco, il mio mantello si impigliò in una delle tastiere che
venivano sollevate dal suolo e mi ritrovai a penzolare a mezz’aria. Mi toccò
uscire di scena in totale imbarazzo e cercando di non scivolare sul ghiaccio.
Poi c’era il ghiaccio secco che in una situazione di quelle dimensioni era
difficile da gestire. La prima sera la nebbia restò per un pò a livello dei
cavalieri, poi cominciò a salire. Nessuno sapeva come spegnere l’apparecchiatura
e, verso la fine di “Lady Of The Lake”, la ballerina che interpretava la regina
Ginevra scomparve insieme alla parte bassa dell’orchestra e al primo ordine di posti
della platea. Era come guardare dal finestrino di un aereo!".
“Quella fu la sera
delle nuvole. Poi ci fu la sera del cavaliere suicida. Nella battaglia finale
25 cavalieri per parte dovevano sfidarsi a singolar tenzone e cadere morti in
mezzo al ghiaccio secco. Ma uno dei cavalieri si ammalò e diede forfait. Pensai
che, con tanta gente sul palco, non fosse un problema. Ma, naturalmente, alla
fine del pezzo c’era un cavaliere che andava alla ricerca di qualcuno che lo
uccidesse. Il direttore di orchestra mi guardava con la faccia disperata, ma il
tipo se la cavò bene. Dopo aver vagato per un po' senza sapere che fare ebbe un
colpo di genio e si suicidò: spettacolo allo stato puro!”
(Mark Paytress-“Io c’ero”)
(Mark Paytress-“Io c’ero”)