Ricorre l’anniversario della morte di Paul Butterfield, armonicista e cantante nato a
Chicago il 17 dicembre del 1942 e scomparso il 4 maggio del 1987 all'età di 45 anni.
È stato uno dei primi esponenti bianchi del Chicago Blues. Il suo
stile incisivo e rivoluzionario è ancora oggi un punto di riferimento
per grandi armonicisti moderni, come Mark Ford e Andy Just.
Sebbene sia stato uno dei musicisti più innovativi e significativi del
suo tempo, e pur avendo suonato con personaggi del calibro di, John
Mayall, Eric Clapton, Steve Ray Vaughan, Muddy Waters e Bob
Dylan, è un artista relativamente poco conosciuto.
Figlio di un avvocato, dopo aver studiato flauto da giovane, sviluppò un
amore per l'armonica blues, e a lui si unì uno studente di fisica
dell'Università di Chicago, Elvin Bishop, anch'egli amante del
blues. I due riuscirono ad entrare nel giro dei grandi musicisti blues.
Butterfield e Bishop formeranno presto un gruppo insieme a Jerome
Arnold, Sam Lay (entrambi della band di Howlin'
Wolf) e Mark Naftalin. Su consiglio del loro produttore
discografico, i quattro aggiunsero alla band il promettente chitarrista Mike
Bloomfield, il cui lavoro ispirò l'allora ragazzino Robben Ford.
Nel 1963, avverrà un fatto mai accaduto prima, e cioè che il gruppo
formato da Butterfield, che includeva anche elementi di colore, diventerà il
gruppo di casa al club Big John's'' di Chicago, club
notoriamente frequentato da americani bianchi.
La ormai consolidata Paul Butterfield Blues Band nel
1965 registra il primo album, con composizioni proprie e classici, suonati
fedelmente al Chicago Blues style tradizionale, seppur con
introduzioni stilistiche nuove ed affascinanti. Diventano conosciuti
nell'ambiente folk e blues; accompagnano infatti Dylan al Newport Folk Festival
nella famosa svolta elettrica, e lì si trovano a contatto con leggende del
blues come Son House.
Nel 1966 il batterista Sam Lay lascia il gruppo per far posto a Billy
Davenport, dal tocco più jazzistico. Con Davenport registrano East-West,
album in cui Butterfield e compagni sperimentano un nuovo sound, che strizza
l'occhio a sonorità esotiche e meno blues. Significativi sono pezzi come Work
Song e East-West, entrambi strumentali.
L'anno successivo avviene un nuovo cambio di formazione nella band:
Bloomfield se ne va per fondare gli Electric Flag con Nick Gravenites e Buddy
Miles, e si ritroverà a suonare poi con Dr. John (Mac Rebennack) e Al Cooper;
alla band di Butterfield si aggiunge una sezione di fiati, per
emulare il sound del suo idolo Junior Parker.
Nello stesso anno esce The Resurrection of Pigboy Crabshaw,
dove Butterfield si concentra soprattutto sul canto, prediligendo un suono di
armonica acustico.
Con la stessa formazione suona al Montery Pop Festival (1967); nel 1969
partecipa al festival di Woodstock, e in quello stesso anno si reicontra con
Bloomfield e Sam Lay per registrare con Muddy Waters l'album Fathers
& Sons, con Otis Spann al piano e Donald Duck Dunn al basso.
Passati alcuni anni, cambia nuovamente formazione e con i Better Days
registra 2 album nel 1973. Nel 1976 suona con i The Band al loro concerto
d'addio immortalato nel film The Last Waltz.
Gli anni seguenti vedono Butterfield apparire in programmi televisivi e
interviste; suona infatti con B.B.King, Clapton, Ray Vaughan e tanti altri nel
concerto B.B.King: Blues Session.
L'anno prima della sua morte esce il disco The Legendary Paul
Butterfield Rides Again.
Butterfield viene trovato morto, probabilmente a causa di un infarto
dovuto all'assunzione di droga negli anni precedenti, nella sua casa di North
Hollywood, il 4 maggio 1987.