sabato 17 settembre 2016

Prog To Rock: commento alla prima serata, il 15 settembre


Il Prog To Rock di Torino arriva alla seconda edizione e ancora una volta sono stato testimone della serata di apertura - il giorno 15 settembre - l’unica che posso commentare.
Lo Spazio 211 si presta ai raduni e alla socializzazione, ma l’aver iniziato un giorno prima rispetto allo scorso anno, giovedì anziché venerdì, ha probabilmente limitato il numero dei presenti, molti dei quali sicuramente attratti dalla serata di calcio europeo.

Ma alla fine si registra un pubblico di qualità, anche se l’incremento numerico avrebbe aiutato la causa, la raccolta fondi della Croce Rossa Italiana per i recenti terremotati di Amatrice e dintorni:


Driver del progetto, ancora una volta, Adolfo Pacchioni, motore dell’iniziativa, l’uomo da ringraziare, assieme ai suoi collaboratori.

Da segnalare qualche differenza organizzativa, come l’aumento sui due lati di quel palco che lo scorso anno non riuscì a contenere le tastiere dei New Trip. E poi il non utilizzo, in questa occasione, dello spazio aperto, che nella prima edizione era stato sfruttato per il merchandising (ma il bollettino meteo non avrebbe permesso alcun rischio!) e per la cena dei musicisti.

Programma musicale in ogni caso nutrito, con headliners dei giorni a seguire del calibro di Zuffanti & ZBAND (venerdì) e UT NEW TROLLS - preceduti dai TRIP di Pino “Caronte” Sinnone - nella giornata conclusiva.

Ma occorre focalizzarsi su ciò che si è visto, e il cibo musicale di serata proponeva l’apertura con i savonesi Nathan, freschi di album (Nebulosa), che riescono a proporre solo in parte, per mancanza di tempo, ma tanto basta per scaldare il pubblico, un audience che non li conosceva e che quindi ha apprezzato - in modo caloroso ed evidente - senza una preparazione preventiva, a testimonianza di come la band abbia azzeccato la strada giusta dopo tanti anni di gavetta.
Ho avuto modo di assistere alla loro evoluzione live, da aprile ad oggi, e il sound che riescono a proporre attualmente è notevolmente maturato, dopo un normale rodaggio da palco.
La formazione prevede:  
Bruno Lugaro (voce e basso), Piergiorgio Abba (tastiere), Daniele Ferro (chitarre), Fabio Sanfilippo (batteria), Mauro Brunzu (basso) e Monica Giovannini (cori).

La scaletta di serata: La notte prima, Diluvio, Nebulosa, A ferro e fuoco, Il tempo dei Miracoli, L’attesa, Il fiume sa.

Qualche minuto di video per sintetizzare la loro performance...



La seconda band ad esibirsi, i Malaavia, è un ensemble di lungo corso - la nascita risale al 1998 -, che vede la presenza di uno dei membri fondatori, il napoletano Pas Scarpato, ormai in pianta stabile in quel di Bergamo.
Ho avuto un unico incontro con la loro musica, ma è di quelli che contano.
Estate 2004, gli YES suonano a Voghera preceduti dalla PFM.
Ma il primo gruppo che trovo nell’occasione, su di un palco decentrato, sono appunto i Malaavia che presentano un ospite di tutto rispetto, Tony Pagliuca.
Da allora ne ho perso le tracce, e me ne dolgo, perché ciò che ho sentito a Torino mi ha davvero incuriosito. 
Se è vero che l’aspetto etnico è radicato nella loro filosofia musicale - nel rispetto della tradizione - esiste una forte componente innovativa, una sperimentazione che conduce a una sana contaminazione, tanto che viene da chiedersi quali siano i modelli di riferimento. 
Il gruppo visto all’opera è un mix che prevede anche una buona miscela anagrafica e una discreta dose di serenità musicale, un contenitore regalato quasi sottovoce, forse per la convinzione che le idee possano arrivare comunque al pubblico, o forse, all’opposto, con la rassegnazione che urlare non servirebbe a cambiare lo stato attuale delle cose, per niente confortante.
A me sono piaciuti moltissimo, e proverò ad approcciarmi a “Frammenti compiuti”, l’album rilasciato nel 2014.

La formazione che ho visto on stage prevedeva: Pas Scarpato (voce e chitarra), Helena Biagioni (voce e flauto), Giacomo “Jacov” Leone (batteria), Carmelo Vecchio (basso) e Michela Carobbio (tastiere).

La scalettaPreludio di luna piena, Abraham, where is the land?, Sideral Theme, Sahara Marrakech, Terra di Mohamed, Le torri e la notte, Vurria ca fosse ciaola (villanella napoletana), Journey to the stars, Time is memory.

Ascoltiamoli…



In chiusura una band storica, Il Castello di Atlante, attivi sin dal 1974, mitici, conosciuti in tutto il mondo prog, arrivati con ritardo all’esordio discografico - era il ’92 -, ma decisamente attivi e proiettati verso il futuro.
Ho avuto l’opportunità di ascoltarli al FIM 2014, e l’impressione marcata è che il Castello sia una band da palco, che coinvolge e si autoalimenta nel corso della performance. Anche in questo caso abbiamo la copresenza di “senatori” e di giovani musicisti, e la line up del momento prevede: Dino Fiore al basso, Aldo Bergamini alla chitarra e alla voce, Paolo Ferrarotti alle tastiere e voce (solitamente anche alla seconda batteria), Andrea Bertino al violino, Mattia Garimanno alla batteria e Davide Cristofoli alle tastiere.

Per motivi di orario non ho potuto ascoltare l’intero set e non sono quindi in grado di segnalare la scaletta completa, ma penso che il video a seguire possa dare un’idea della grandezza di questo gruppo…



Serata introdotta e condotta, tra un set e l’altro, da Franco Vassia che, come nel precedente appuntamento, unisce gli umori, presenta gli artisti, e non lesina competenti critiche al sistema.
Eh già, lo stato della musica, in Italia e oltre. Sono queste le occasioni in cui ci si confronta, si scambiano esperienze, e l’amara sintesi conduce sempre verso la tristezza acuta, in un tempo e in un mondo in cui la musica - intesa anche come relazioni e rapporti umani - non ha alcun utilizzo quando perde il valore commerciale, e a quel punto il termine “cultura” assume un significato di facciata, privato di ogni contenuto reale.
Ma per chi ancora ci crede, e si “accontenta” di vivere di passioni e corretti rapporti personali, le occasioni come il Prog To Rock diventano manna che piove dal cielo.
E poi… quanto è bello quando amici virtuali, “frequentati” per anni sul web, diventano improvvisamente elementi reali?
Mentre scrivo questo articolo Fabio Zuffanti e la sua band avranno da poco terminato il set… e già si penserà a ciò che verrà… la giornata conclusiva: ma non è questo il vero significato di… “progressivo”?