giovedì 22 settembre 2016

Intervista agli SLOGAN, Tribute Band del BANCO


Da un po’ di tempo sentivo parlare degli SLOGAN, band dedicata al tributo del Banco del Mutuo Soccorso, e nello spazio di pochi giorni ho avuto la possibilità di ascoltarli dal vivo e conoscere successivamente alcuni di loro.

Compito difficile, inutile negarlo, ma l’idea di riproporre i classici del BANCO, con buona tecnica, degna coesione ed enorme passione, alla fine paga, e anche i fan più esigenti apprezzano il risultato e gli sforzi di affinaggio, che sono poi quelli che determinano la differenza tra la buona musica e una mediocre.

Vederli su di un palco ha suscitato la mia curiosità e ho posto loro qualche domanda…



L’INTERVISTA

Come, dove e quando nascono gli Slogan?

Allora… hai presente il racconto di Francesco Di Giacomo, quando dice che Vittorio Nocenzi era alla ricerca di un cantante alto e biondo per la sua nuova band  - Banco del Mutuo Soccorso -, e s’è trovato di fronte a Big? Ecco, la storia degli Slogan inizia un po’ cosi… Gennaio 2012, Martin Wilkesmann pubblica un annuncio sul  sito “Villaggio Musicale”; l’annuncio diceva: “Ciao! Sto cercando un cantante nella bergamasca, di età non oltre i 30, possibilmente che abbia buone capacità liriche per un tributo al Banco del mutuo soccorso!” . Io risposi: “Sono un poco fuori quota, però, amo il Banco, so cantare e ci potrei anche provare…” .
Allora avevo 54 anni, Martin, al momento non aveva ricevuto altre offerte e decise quindi di “testarmi”: ci fu subito intesa…
Purtroppo, per vari motivi, l’avventura non iniziò subito, ci tenemmo in contatto e nel novembre 2013 l’avventura finalmente iniziò.
Il primo concerto è datato 3 gennaio 2014, e fu una sorpresa per tutti, fummo sorpresi noi per primi per come il pubblico stesse attento e in silenzio ad ascoltare, nonostante suonassimo in un pub. Il primo concerto importante avvenne il 10 Maggio 2014, ad Urgnano, in provincia di Bergamo; sul palco col Mito Aldo Tagliapietra. Per l’emozione “bucai” l’entrata di “Metamorfosi”, i fan e la band me lo rinfacciano tutt’ora!

Possibile sintetizzare la vostra evoluzione musicale, dalle origini ad oggi?

Per quel che riguarda l’evoluzione di ogni singolo elemento sarebbe troppo lunga da analizzare, diciamo che arriviamo da esperienze molto diverse, ma che ci siamo ritrovati ad amare il Banco come ogni fan.
L’evoluzione della Band c’è sicuramente stata in questi due anni e mezzo, soprattutto è cresciuta la consapevolezza dell’interpretazione e la certezza che per suonare la musica ci vuole molta tecnica, ma soprattutto molto cuore.

Che cosa vi colpito maggiormente del BMS, rispetto ad altre band coeve, tanto da dedicare loro un tributo permanente?

Martin ha avuto questa “illuminazione” grazie ad un conoscente che gli ha prestato il CD di “Come in un ultima cena”:da allora non è stato più lui…
Allora credo avesse 23 anni, ha cominciato ad informarsi, ha provato a suonare al piano qualche nota e tutto è partito…
Per quel che mi riguarda, ho amato il banco fin dal momento che il braccio della “fonovaligia” di un amico si appoggiò sul disco del “Salvadanaio”… non smetterò mai di ringraziare quell’amico.
Naturalmente non abbiamo scelto di suonare la musica del Banco per fare soldi, credo che chiunque lo possa capire… Il nostro obbiettivo è quello di diffondere questa musica, perché crediamo che la musica dal Banco abbia ancora molto da dire… ed è fantastico quando, alla fine dei nostri concerti, i giovani ci vengono incontro e ci fanno i complimenti.

Quali sono le maggiori difficoltà che si presentano nel proporre la musica del BANCO?

Beh … la prima difficoltà è che non si trovano spartiti, i ragazzi hanno dovuto lavorare sodo ed estrapolare tutto ad orecchio ascoltando più volte i file audio.
Per quel che riguarda la voce, come si può ben capire, il problema è un altro…
Come dico sempre, di Francesco Di Giacomo ce n’è uno solo, dico “ce n’è” perché lo sentiamo ancora molto vivo.
Quindi, mi son detto, “togliamoci dalla testa di cercare di assomigliare a Big”, e ho cominciato a cantare sopra la voce di Francesco, durante i miei viaggi di lavoro in auto. Devo dire che l’esercizio mi ha aiutato molto ad estendere verso l’alto la voce… ricordo i primi tentativi per raggiungere le note più acute del “Giardino del Mago”… arrivavo a “strozzarmi” da solo… m’immagino cosa potessero pensare quelli nelle auto accanto alla mia, fermi al semaforo!

Avete avuto la possibilità di suonare o di entrare in contatto con Vittorio e soci?

Martin è di natura un “rompiscatole”, dopo aver avuto “l’illuminazione” ha cominciato a seguire il Banco in ogni concerto, e in questo modo ha conosciuto un po’ tutta la banda… Lui ricorda con affetto il momento in cui ha chiesto l’autografo a Big… Francesco gli disse: “Come ti chiami?”, e lui… “Martin…” Francesco sorrise e disse… “Ah, i tuoi han voluto risparmiare sulle vocali…” Big era grande di nome e di fatto….
Successivamente abbiamo avuto modo di conoscere un po’ tutti… e lo scorso aprile siamo anche riusciti ad avere come ospite, sul palco per suonare insieme “Non mi rompete”, l’amico Alessandro Papotto.

Sentite la responsabilità di mantenere viva, dal punto di vista live, una storia che per ovvi motivi non è più riproponibile nella forma originale?

Beh, lo scorso 16 luglio, sono stato a Ponticelli, in provincia di Perugia, ad ascoltare quello che ormai viene chiamato il “BANCO.02”, la nuova formazione di questa grandissima band, e personalmente credo che il Banco “Viva ancora”… Penso che ormai il repertorio del Progressive debba essere considerato un po’ come la Musica Classica…
Gli autori della “Grande Musica” sono tutti estinti, eppure, ogni giorno nel mondo c’è qualcuno che li suona, qualcuno che li interpreta e qualcuno che li ascolta, ed ascoltare “Live” la 9a di Beethoven è sempre meglio che ascoltarla dal CD!
Per quel che riguarda il sentirsi caricati di responsabilità, credo sia meglio parlare del “piacere” di suonare la musica del Banco.

E’ di questi giorni la “vittoria”al Tenco 2016 di un brano scritto da Francesco Di Giacomo (con Paolo Sentinelli), “Bomba intelligente”: che messaggio ha lasciato Francesco, tra musica e poesia?

Sono stato davvero “Strafelice” quando ho appreso questa notizia… Il Brano è del 2013 e c’è un bellissimo video su “Youtube” che consiglio a tutti di andare a vedere, dove Francesco, Paolo Sentinelli, Filippo Marcheggiani e un altro chitarrista, che purtroppo non conosco, presentano, credo per la prima volta, “La Bomba Intelligente”.
L’occasione è un incontro “mangereccio” con amici e fan, e ogni volta che guardo quel video mi commuovo e mi esce un sorriso.
I brani che più amo di Francesco sono proprio quelli carichi di poesia: 750.000 anni fa l’Amore? – Canto di primavera – Canto nomade per un prigioniero politico – E mi viene da pensare…

Vi ho da poco visto sul palco del FIM di Erba: quali sono le prossime date live?

Purtroppo, stiamo ancora cercando di far sapere al mondo che esistiamo, e quindi siamo molto contenti per questa tua attenzione nei nostri confronti, e ringraziamo di ciò pure MAT2020.
Al momento, l’unica data fissata è per il 25 Febbraio a Genova, dovremmo aprire il concerto dei Garybaldi… ma speriamo di poter offrire presto, agli amici “Banconiani” tanta buona musica.

Quale potrebbe essere il futuro prossimo degli Slogan?

Ci piacerebbe affiancare al Tributo al Banco un progetto nostro, qualcosa già bolle in pentola, ma non è ancora il caso di parlarne.

Diciamo che al momento c’interessa diffondere al meglio la grande musica di Vittorio Nocenzi & C., ma il nostro amore per la musica è aperto a 360°.




Line up
Martin Wilkesmann: tastiere
Flavio Santini: voce
Davide Capoferri: chitarre
Pasquale Brolis: clarinetto e Sax
Carmelo Vecchio: bassista
Giacomo Leone: batteria

http://www.sloganband.eu/