Con un po’ di ritardo,
ampiamente spiegato da Lino Vairetti
nello scambio di pensieri a seguire, si ricorda e si celebra la nascita
dell’album seminale Palepoli, creazione che risale
al 1973.
Visto il risultato…
valeva la pena aspettare!
Doppio CD/VINILE per
riproporre il passato, che diventa il trampolino ideale per presentare il
nuovo, con un legame molto forte che, mi auguro, emergerà dalla lettura
dell’articolo.
Ma andiamo con ordine,
il titolo, quel Palepolitana che è la crasi di
due termini simbolo, Palepoli -la
“città vecchia” napoletana- e Metropolitana,
la subway cittadina, conosciuta e apprezzata per la bella mostra di centri
culturali presenti ad ogni fermata: ogni episodio, ogni step, un concentrato
d’arte, protetto dalle viscere della terra, ma disponibile per il mondo intero.
L’unione di intenti e
idee ha condotto quindi verso la realizzazione di un doppio formato fisico.
Parto dal secondo,
l’intera -e corretta, come ci spiega Lino- rivisitazione dell’album Palepoli, molto fedele all’originale, ma
con la ripresa di dettagli eliminati nell’album del '73. Questo particolare,
unito all’obiettiva diversità della line up, permette di godere di una chicca,
che mette un punto fermo sull’elemento storico e mostra il nuovo volto degli OSANNA.
Palopoli, costituito da tre lunghe tracce (Oro
Caldo, Stanza Città e Animale Senza
Respiro) era lo specchio delle riflessioni giovanili del post ‘68, la
contrapposizione tra la voglia di rapida evoluzione e la necessità di mantenere
la tradizione, l’occhio del giovane rivoluzionario -rivoluzione intesa come
cambiamento- che non rinuncia nemmeno un attimo al suo DNA. Non credo esista in
Italia una band così concentrata nel mantenere vivi usi e costumi locali, uniti
al rock, a cui possiamo dare molti appellativi, ma sempre di rock parliamo.
Sacra teatralità, oggi
come allora, qualunque siano gli elementi, giovani e meno giovani, italiani e
stranieri, perché la “scuola Vairetti” funziona bene se c’è l’impegno a
proseguire sul binomio “avanguardia e radici”, e se gli ingredienti -in questo
caso i musicisti- respirano quell’aria da sempre, beh, tutto si semplifica.
Semmai viene da
interrogarsi sul perchè l’inglesissimo David
Jackson appaia più napoletano di un… napoletano, a suo perfetto agio e in
totale sintonia, dal vivo e in studio, col resto del gruppo. E di questo sono
testimone oculare.
Da Palepoli parte un lungo bridge
temporale, quello che conduce ai giorni nostri, a Palepolitana appunto.
Ancora una volta un
concept che, elemento comune ai due album, parla di Napoli.
Vairetti disegna il
momento fantascientifico, che utilizza come metafora e quindi come messaggio da
spingere nell’aria.
Il protagonista, mezzo
uomo e mezzo androide, arriva casualmente sulla terra e si rifugia nella
profondità napoletana, attratto dall’indefinibile, dall’ignoto rappresentato
dall’oscurità, che diventa obiettivo da raggiungere e forte attrattiva; e nel suo viaggio
viene a conoscenza di un mondo imperdibile, unico, poco conosciuto o
volutamente ignorato per lasciar spazio al luogo comune, quel modo di vivere
per stereotipi che uccide anche chi lo propone.
Palepolitana diventa quindi il mezzo utilizzato dagli OSANNA per
difendere una città -una storia, una cultura, un modo di concepire la vita- che
spesso diventa oggetto di feroci critiche, additata come luogo da cui fuggire,
cattivo esempio di micro società.
Manifestare l’amore è
elemento basico della nostra vita, ma descrivere gli occhi di un essere per noi
perfetto, o sottolineare l’incremento del battito cardiaco dopo un incontro
magico sono espressioni di quasi normalità, mentre l’apologia della nostra
terra, quando vuole esprimere amore, diventa al contempo poesia e impegno
sociale, che mi pare sia perfettamente sintetizzato in questo grande progetto
targato OSANNA.
Lino Vairetti è diventato
un cesellatore, un maestro d’orchestra che ha sempre in mente la trama giusta,
su cui poi lascia spazio di manovra: le persone autorevoli se lo possono
permettere!
La nuova parte, se
guardiamo al mero aspetto musicale, esalta ancor più il legame tra i principi
della musica progressiva, la melodia e le atmosfere tipiche di un mondo fatto
di teatro, tradizione e utilizzo pieno della lingua madre, il napoletano,
idioma largamente usato nell’album, una musica dentro la musica.
Alto tasso di
virtuosismo, ma nessuna fuoriuscita dagli schemi, perché il senso di ordine e
misura si mantiene anche in presenza di una tarantella.
Esiste una modalità di
ascolto che ho adottato e che consiglio, ed è quella legata alla lettura dei
testi mentre la musica gira… un seguire passo dopo passo i pensieri targati
OSANNA, perché la bellezza di certa musica risiede nell’entrare in sintonia con
chi ha sofferto per crearla, e sarà così più facile calarsi nella parte.
Vale la pena ricordare
la formazione, che oltre al leader Vairetti
-voce, acustica e armonica- prevede Gennaro
Barba alla batteria, Nello D’Anna
al basso, Pako Capobianco alle
chitarre, Sasà Priore alla tastiere
e Irvin Vairetti alle tastiere e
voce.
Tra gli ospiti, oltre
al già citato Jackson ai fiati, Sophya Baccini alla voce, Gianluca Falasca al violino e Angelo Salvatore al flauto.
Grande l’opera
sull’artwork, che immagino sorprenderà nel formato vinile.
E allora corri…
corri… corri… portami con te…
Abbiamo sempre bisogno
di una linea guida, qualcuno da seguire, e l’intuito ci dirà se varrà la pena
rischiare e regalare un po’ di fiducia.
Grande album, una vera
nuova vita quella degli OSANNA.
Cosa racconta Lino airetti…
Partiamo dal nome,
dalla fusione di due termini che danno vita al nome dell’album, Palepolitana:
come nasce l’idea?
Palepolitana è una sorta di acronimo nato da Palepoli (nome
storico della città di Napoli e dell’album del ‘73 degli Osanna) e
metropolitana. Ho voluto dare risalto ad alcune eccellenze della nostra città
(fin’ora alla ribalta dei media per denunciare solo degrado, illegalità,
camorra e tant’altro), e la nuova linea della metropolitana partenopea è un fiore all’occhiello per Napoli; tutte le
stazioni sono delle vere gallerie d’arte contemporanea con la presenza di
artisti famosi a livello internazionale, una cosa unica al mondo. L’album è una
dichiarazione d’amore per Napoli ed è ambientato proprio nell’undergound
napoletano, in quelle viscere della terra dove sono nascosti e vivono tutti gli
umori, le anime, i fantasmi, le leggende e le storie della città che ha un
patrimonio culturale, artistico, musicale e poetico tra i più importanti del
mondo.
Il disco esce con un po’ di ritardo rispetto al pensiero
iniziale che prevedeva la celebrazione del quarantennale di Palepoli, nel 2013:
che cosa ha provocato lo slittamento?
Lo slittamento è stato provocato dalla imprevista
pubblicazione del CD “Rosso Rock”
(uno splendido e non programmato live in Japan del 2011 che è stato pubblicato
nel 2012), e poi alla successiva pubblicazione del doppio DVD “Tempo”, che era già in programma e che,
legato alla presentazione di Rosso Rock,
ha avuto la precedenza sull’uscita di Palepolitana.
Tuttavia questo ritardo è stato provvidenziale perché ci ha permesso di
elaborare più materiale ed operare poi una scelta più accurata e
interiorizzata.
Il CD è doppio, e ad una prima parte di inediti avete
aggiunto la rivisitazione del “vecchio” Palepoli: che tipo di liason esiste tra
una musica che gli Osanna crearono oltre quarant’anni fa e quella attuale?
Palepolitana vuole essere una sorta di
continuazione di Palepoli.
Chiaramente aggiornata coi tempi e sulle tematiche di fondo. Sono entrambi due
“concept album” in cui si parla metaforicamente di Napoli. In quello storico
c’è più un taglio critico e politico (dovuto anche alle realtà sociali
giovanili che si vivevano in quegli anni post ‘68), il secondo è una
vera è propria dichiarazione d’amore per Napoli. Una esaltazione delle sue
eccellenze e delle sue peculiarità più nobili e fantastiche. Musicalmente c’è
una differenza di stile dovuta ad un diverso modo di comporre, arrangiare e
suonare, più legato alla attualità se pur calato in uno stile che parte da
lontano che è prerogativa del nostro modo di esprimerci. La stessa parte
letteraria (elaborata esclusivamente in italiano ed in dialetto napoletano), è
più in sintonia con i tempi se pur scritta in chiave poetica. Ci sono molte
differenze compositive, ma un unico mood interpretativo. Tutto il gruppo si è
espresso con la stessa intensità emotiva in tutti e due percorsi musicali.
L’album è di tipo concettuale, come nella più vincente
tradizione prog, ma mi pare che in questo caso le storie raccontate abbiano il
preciso scopo di proporre una Napoli diversa da come molti la dipingono,
presentando una specie di difesa, autorevole, che diventa atto d’amore per una
città e per la sua cultura: ho almeno in parte centrato i vostri intenti?
Esattamente. Hai letto quello che è stato l’obiettivo
principale del nostro lavoro. Come ho già detto prima Palepolitana è un atto
d’amore per la nostra città e pur sapendo che il degrado, la violenza e
l’illegalità esiste ed esisterà sempre (come in tutte le metropoli del mondo),
abbiamo voluto contestare le immagini mediatiche di Gomorra, del film Passione
e le parole dei testi di tanti rapper, che in giro per l’Italia e per il mondo,
hanno dato una immagine diversa da quella che è la realtà. Napoli ha anche e
soprattutto persone illuminate e straordinarie; ha una storia ed una cultura
che si respira in ogni angolo di strada… Le contraddizioni esistono, ma sono
anche l’elemento vivo di una civiltà contemporanea che racchiude in se secoli
di storia eccellente ed una attualità globalizzata frutto di un mondo digitale
che spesso stride e fa a cazzotti. Ma poi coesistono insieme in perfetta
armonia, se si ha la capacità di saper leggere e coniugare tutto ciò che è
visibile.
Che tipo di impegno ha avuto David Jackson rispetto al
passato?
David è per noi un elemento effettivo del gruppo, molto più
che una special guest. Purtroppo la distanza, la crisi di questi anni con la
difficoltà di fare concerti, non ci hanno permesso di lavorare molto insieme.
Tuttavia lui rimane un elemento indispensabile per gli Osanna, per la sua
grande sensibilità musicale oltre che per il mito che rappresenta. Abbiamo
inviato i file via mail per farli ascoltare lasciandogli ampio spazio creativo
ed interpretativo e lui ha lavorato con la sua grande professionalità, sia su Palepoli che su Palepolitana. È presente nel doppio CD al 50 % di tutto il lavoro,
con assoli e frasi che sono delle vere “chicche” straordinarie.
Cosa mi dici degli altri ospiti?
Gli altri ospito sono Sophya Baccini (già presente in altri
nostri lavori e spesso dal vivo), che ha cantato alcuni brani in dialetto
napoletano, interpretando il ruolo della sirena Parthenope. Poi il flautista
Angelo Salvatore, che suonava già nella formazione Città Frontale, progetto
Osanna negli anni ’90, che ha suonato solo in Palepolitana, e il violinista Gianluca Falasca (nostro direttore
d’orchestra e arrangiatore di ensemble di archi), solista in vari brani e in
quartetto per i brani Michelemmà e Canzone Amara. Collaboratori di grande
talento e di nostra fiducia.
Nelle ultime pagine del booklet sono presenti immagini che
fanno riferimento ai primi Osanna, cosa che vi ho visto utilizzare nei vostri
live: qual è la tua più forte nostalgia musicale rispetto ai quei giorni,
escludendo l’ovvia differenza anagrafica?
Io non sono un tipo nostalgico. Per me il percorso vissuto con
gli Osanna dal ’70 è storia, la mia storia, e di questo sono orgoglioso. Le
immagini del booklet rappresentano gli Osanna attuali fotografati da Riccardo
Piccirillo nell’atelier dello scultore Lello Esposito, famoso in tutto il mondo
per le sue opere legate alla napoletanità. Queste rappresentano l’attualità. Ma
parlando di Palepoli non potevo
esimermi da fare una citazione ed un rimando storico ad immagini della vecchia
formazione legate proprio a Palepoli.
Era un atto dovuto e voluto con tutto il cuore. Io sono l’unico elemento di
continuità di questa magica avventura nata nel ’71 con L’Uomo e arrivata oggi, nel 2015, a Palepolitana. Oggi vivo solo il presente.
Realizzerete Palepolitana anche in vinile?
Certamente. Palepolitana
sarà realizzato in doppio vinile con un brano inedito in più, di cui parlerò in seguito. Un brano legato alla
collaborazione con il gruppo torinese Arti & Mestieri.
A fine luglio suonerete in Liguria (spero di esserci): il
nuovo set live prevede la proposizione completa del nuovo disco?
Sì. Suoneremo il nuovo CD e poi tutto il repertorio storico.
Oggi abbiamo un repertorio di oltre tre ore (forse anche più) e qualche taglio
verrà fatto, o comunque faremo dei medley (come abbiamo già fatto in
precedenza), dove i brani vengono leggermente
tagliati per non escluderli dal live.
Aggiungi tutto quello che vuoi fare sapere ai fan degli
Osanna e agli appassionati di musica in genere.
Innanzitutto che Palepoli ha delle piccole chicche in
più, sono state inserite un paio di cose che all’epoca furono tagliate. Sono
solo frammenti, ma hanno una loro giusta rinascita a distanza di 42 anni.
E poi sottolineo un
falso storico che è inciso in tutti i CD e LP nati dopo gli anni ’70 con le
nuove ristampe. Il falso storico è il frutto dell’incuria o della
superficialità di chi ha rimasterizzato il nostro LP senza conoscerne i
contenuti. L’errore commesso è il seguente: l’album Palepoli, come tutti i conoscitori sanno, era composto da soli tre
brani: Oro Caldo e Stanza Città sul primo lato e Animale Senza Respiro sul secondo lato.
Ebbene, se ascoltate un qualsiasi CD pubblicato dagli anni ‘80 in poi, fino ad
oggi, i due brani Oro Caldo e Stanza Città sono diventati un unico brano col solo titolo Oro Caldo, mentre Stanza Città è una ripetizione dell’inizio di Oro Caldo, con un brano di sottofondo messo al contrario che io,
dopo una attenta analisi, ho scoperto che è There
Will Be Time messo reverse. Una traccia inesistente nell’originale.
Evidentemente i nastri analogici furono archiviati in modo anomalo e chi si è
cimentato a fare il mastering ha fatto un errore clamoroso. Ascoltate e mi
darete ragione. Quindi nella nuova versione, in Palepolitana, tutto è apposto e messo al punto giusto.
Ultima cosa che mi
sento di dire: siamo davvero un bel gruppo e vi invito a seguirci con
attenzione e con amore che sarà sempre ricambiato da tutti noi.
Tracks Listing
CD 1: Palepolitana
1. Marmi
2. Fenesta
Vascia
3.
Michelemmà
4. Santa
Lucia
5. AntoTrain
6. Anni di
Piombo
7.
Palepolitana
8. Made in
Japan
9. Canzone
Amara
10. Letizia
11. Ciao
Napoli
12. Profugo
CD 2: Palepoli
1. Oro Caldo
2. Stanza
Città
3. Animale
Senza Respiro
Liriche
Search
OSANNA Palepolitana lyrics
Formazione
- Lino Vairetti / vocals, acoustic and 12-string
guitars, harmonica
- Gennaro Barba / drums
- Pako Capobianco / electric, acoustic and 12-string
guitars
- Nello
D'Anna / bass
- Sasà
Priore / piano, Fender Rhodes, organ, synth
- Irvin Vairetti / vocals, mellotron, synth
Con
- David Jackson - sax & flute
- Sophya
Baccini - voice
- Gianluca Falasca
- violin
- Angelo
Salvatore - flute
- Falasca
String Quartet