Per raccontare qualcosa di Journey to Amarnath, del
progetto Worldream, inizio in modo inusuale, elencando musicisti e
strumenti da loro utilizzati. Questo permette immediatamente di capire che si è
al cospetto di un ensemble speciale, e se si attua il collegamento tra gli “attrezzi
del mestiere” e il nome del gruppo e, soprattutto, il titolo dell’album, il
quadro inizierà a prendere forma.
LINE
UP
Federico Laterza,
piano, keyboards, indian harmonium, melodica
Paolo
Innarella, tenor, soprano sax, bansoori flutes
Sanjay Kansa Banik, tabla, percussions
Lutte Berg: guitars, bouzuki
Stefano Cesare, electric and double bass
Giovanni
Lo Cascio, drums, percussions
Il viaggio, la
libertà, la miscela delle culture e l’utilizzo, anche, di strumentazione tipica
di particolari etnie, fornisce il senso di un cosmopolitismo musicale,
confermato dai differenti paesi di provenienza degli attori principali,
evidenziati nello stralcio di comunicato stampa presentato a seguire.
Il susseguirsi dei
brani, tutti strumentali, è una sorta di percorso a tappe che ispira luoghi
fisici e stati d’animo che li potrebbero caratterizzare, con l’abbattimento di
ogni barriera tra generi, trame e ritmi, alla ricerca di ciò che forse un tempo
era un’idea - o una speranza? - trasformata in certezza dopo il progredire
degli incontri, fortuiti o voluti.
Ad ogni angolo, ad
ogni svolta, la sorpresa è in agguato, e spesso le metabolizzazioni, e le
trasformazioni delle emozioni in musica, richiedono tempo e coraggio,
caratteristica quest’ultima di cui il disco si dimostra saturo.
Federico Laterza e la sua squadra forniscono una
prova strepitosa e, sottolineo, originale, perché l’estrapolazione dal contesto
della sola musica regalerebbe già di per sé qualcosa di nuovo, che nelle mani di
virtuosi itineranti diventa genere senza limiti e confini.
Il jazz è il legame,
il collante dell’unione di stili ed esperienze, ma l’unicità della proposta è
il doppio nodo tra la libertà - e i tempi tipici di questo genere antico - e il
tappeto percussivo che arriva da lontano, da luoghi pieni di mistero, spesso
guardati con diffidenza dal mondo occidentale.
Journey to Amarnath fornisce anche l'occasione di viaggiare… senza
averne la possibilità. Niente come la musica ha questo potere, niente come la
musica, se quella giusta, permette di agire restando immobili, anche se la
staticità è in realtà solo fisica, perché le idee e i sentimenti risulteranno i
più dinamici possibili.
Worldream ha
questa spiccata peculiarità, quella di agitare la calma, inducendo l’ascoltatore
ad accantonare ogni tipo di razionalità, lasciando che il pilota sia l’istinto.
Davvero
sorprendenti e meritevoli di essere visti in fase live.
Un po’ di comunicato stampa…
Worldream nasce nel 1990 per iniziativa del
pianista Federico Laterza come laboratorio di ricerca delle
radici comuni dell’improvvisazione, attraverso strade tracciate da
suoni e soprattutto emozioni appartenenti a un
incontro possibile di latitudini musicali solo
apparentemente lontane. Fondamentale alla realizzazione di
quest’ambito sonoro il sodalizio con Sanjay Kansa Banik,
maestro di tabla, strumento principe della musica classica indiana che ha
studiato a Calcutta sin da bambino assorbendo a fondo la scienza orientale del
ritmo che è componente essenziale di questo viaggio musicale, la cui sezione
ritmica condivide con il percussionismo influenzato dalla musica meodiorientale
ed africana di Giovanni Lo Cascio. In “Journey to
Amarnath’ troviamo compagni di viaggio antichi e nuovi: i flauti indiani
‘bansuri’ e il lirismo mediterraneo dei sax di Paolo
Innarella, il solido ‘timing’ del contrabbassista Stefano
Cesare, le chitarre di Lutte Berg che
incontrano i Worldream senza
nulla risparmiare della vocazione
all’esplorazione confermata dal musicista svedese in anni di
militanza in sfere musicali ‘trasversali’. In questa avventura fatta
di materiale frutto di ‘interplay’ estemporaneo quanto di composizioni basate
su moduli ritmici appartenenti alla tradizione classica indiana si
incontrano paesaggi sonori solo apparentemente distanti, non semplicemente
sovrapposti, ma compenetrati fino a diventare linguaggio che non ha
bisogno di dizionari e grammatiche.
Worldream
Journey
to Amarnath
by
Videoradio
e Rai Trade edizioni musicali
Special guests:
Pejman Tadayon: oud, tar, saz
Pankaj Misra: sarangi
Suddhashil
Chatterjee: santoor
Brani:
01. Local Times
02. Omkareshwar
03. Le Tre Rune
04. Baby Lonia
05. Journey To Amanarth
06. Babusan
07. Rajasthan
08. Aktuala
09.
Cancao pra Monica
11.
Danza mistica