L'album
di cui mi appresto a parlare è “Crystal
Phoenix”, dell'omonima band, un disco “antico”,
ma di recente ristampa, una riedizione proposta dalla Black
Widow Records di Genova. Ed è proprio Massimo
Gasperini, il fondatore dell'etichetta discografica, che racconta
l'incredibile storia legata a questa opera prima:
“Credo
fosse l’ 89… lavoravo in una importante emittente radiofonica di
Genova e una sera invitai il mio amico Renato, che presto diventerà
il cantante dei Malombra, il quale mi portò questo album in vinile
ovviamente e mi propose di trasmetterne un pezzo.
INCREDIBILE,
fu amore a prima vista!
Ancora
più incredibile era che lui il disco lo aveva comprato nel negozio
accanto a quella che diventerà nel '90 a BLACK WIDOW RECORDS.
Ancora
più assurdo era che l’album era assolutamente introvabile, pure
essendo stato edito per un' etichetta sconosciuta di Savona.
Comiciai
le ricerche dopo aver scoperto che la ragazza che cantava e suonava
l’ ARPA si chiamava Myriam ed era di Domodossola; a tentativi,
tramite elenchi telefonici, riuscii a trovarla e le chiesi di
raccontarmi la sua storia e di spiegarmi come mai un disco appena
registrato fosse già introvabile.
Semplicemente
per disaccordi (ho capito che questi erano molto comprensibili) con
l’etichetta, il loro accordo si era interrotto e la casa
discografica aveva deciso di mandare al macero le copie restanti di
questo piccolo capolavoro.
Contattai
i discografici, ci incontrammo e ritirammo i master su boibine dopo
aver pagato il deposito.
A
questo punto seguì la nostra ristampa in CD con regolare contratto
con l’artista; dopo qualche mese giunse un FAX in negozio di questa
etichetta della KOREA, la SIWAN, che chiedevano un incontro col loro
direttore che ci avrebbe fatto visita entro qualche giorno.
Dopo
averlo sistemato nel migliore albergo della zona di Principe, lo
andai a prendere alla stazione e presto capii che il motivo della sua
vista era CRYSTAL PHOENIX: lo aveva in qualche modo ascoltato, - noi
già a quel tempo facevamo promozione nel mondo - e lo avrebbe voluto
stampare in Korea.
L’accordo
fu semplice e positivo per tutti, in Korea venne stampato in vinile a
poster, stampa limitata in marmo e due diversi formati di CD con
copertina diversa ( l’originale era troppo Dark per loro). I
contatti con la SIWAN vanno ancora avanti, loro hanno comprato altre
nostre licenze e recentemente hanno fatto suonare IL TEMPIO DELLE
CLESSIDRE a Seoul, e uscirà presto un DVD… Crystal Phoenix dopo
6-7 anni hanno registrato per noi un secondo album e può darsi che
seguirà un terzo. Intanto noi, dopo 20, anni abbiamo messo fuori una
nuova edizione del primo album con 4 bonus tracks.
La
storia continua...”.
Un
album ricco di di idee originali e contaminato da vari stili, come
giusto che fosse, vista la giovinezza della leader della band, la
polistrumentista Myriam
Sagenwells Saglimbeni.
A
risentirlo a distanza di molti anni dalla creazione appare come un
lavoro fresco e quasi innovativo, probabilmente “vivo” per la
semplice intuizione di un appassionato di musica, colpito dal primo
ascolto.
Per
saperne di più dei Crystal
Phoenix leggere
l'interessante intervista a seguire e visitare il loro sito
ufficiale:
L'INTERVISTA
Cominciamo
con un’apparente banalità (ma trovo che spesso ci sia
correlazione, magari inconscia, con la filosofia musicale della
band): da dove arriva il nome “Crystal, Phoenix”?
Non
è una banalità… ci ho pensato a lungo, prima di scegliere questo
nome.
La
fenice di cristallo perché: il cristallo (è una roccia) è
apparentemente durissimo ma si può rompere, la fenice risorge sempre
dalle ceneri, quindi si rialza sempre… un po’ come mi sento io.
Massimo
Gasperini mi ha raccontato l’incredibile storia legata alla vostra
conoscenza. Che ricordi hai/avete di quel periodo?
Sicuramente
bei ricordi! Certamente, la carriera musicale in Italia non è facile
e le poche cose positive servono a darti forza.
Myriam,
che tipo di cultura musicale hai alle spalle, quali musicisti ti
hanno maggiormente influenzata?
Ascolto
musica a seconda dello stato d’animo in cui mi trovo, ma in
particolare mi piacciono i generi che danno la carica: Manowar,
Malmsteen, Randy Rhoads (Ozzy Osbourne), TNT, Thy Majestie, ma anche
musica irlandese tradizionale, la McEnnith o, più recentemente, ho
apprezzato moltissimo il pezzo presentato per la Macedonia da
Kaliopi, al Festival Europeo della Musica. Mi piace Vivaldi e trovo
geniale Bach … Ascolto un po’ di tutto.
Come
nasce l’idea, nel 1989, di realizzare un album da “one woman
band”?
Da
necessità virtù: avevo in testa un concept fin da piccola, e mi
sentivo di poterlo raccontare solo in musica. Ho partecipato ad un
concorso e sono stata selezionata insieme ad altri quattro artisti,
per l’incisione di un album. Essendo una ragazzina, non mi si dava
molta fiducia, per cui, non avendo una band stabile, ho dovuto
occuparmi di tutto quello che sono riuscita a fare da sola (giudice,
giuria e boia avrebbe detto mio nonno!). Riguardo un pezzo, per
esempio, ho dovuto aspettare di riuscire a suonarlo tecnicamente,
perché l’avevo in testa, ma non riuscivo ad eseguirlo come avrei
voluto (parlo della parte di chitarra in Black out, nel secondo
lavoro). Non ho potuto frequentare il conservatorio e ho dovuto
arrangiarmi. E’ ovvio che alcune cose avrebbero potuto essere più
migliorate con un po’ più di risorse. Per esempio: non sapendo
suonare la batteria e non essendo un batterista, l’accompagnamento
sintetizzato era un po’ in scatola…
Ho
ascoltato con attenzione - e stupore - il vostro album omonimo.
Riuscite a mantenere intatta l’atmosfera generale anche in fase
live?
Ci
si prova sempre, e all’ascoltatore l’ardua sentenza!
Che
cosa vi è accaduto negli ultimi venti anni, dal momento che esiste
solo un “secondo atto”, The
legend of the two stonedragons”?
Accade
che bisogna ‘sopravvivere’… quindi non potendolo fare come
lavoro, ho dovuto anche trovarmene uno che, piacendomi, me lo
permettesse…
Tra
il primo album ed il secondo sono passati 14 anni. Se nel primo le
metafore si rifanno a storie medioevali, nel secondo si è proiettati
nel futuro... una buona differenza concettuale. Come è cambiato il
vostro modo di realizzare e interpretare la musica?
Forse
per il genere di studi che ho intrapreso, o forse per attitudine, non
so, ho sempre visto e percepito ogni cosa su tre livelli. Tipo:
concetto, significante e significato. Il concetto si esprime con il
linguaggio che ha dei ‘segni’ verbali che però possono essere
fraintesi. La musica è il linguaggio più immediato, universale
perché scavalca i segni che sono le parole e tocca direttamente le
sensazioni. La musica può far ricordare (passato) ed immaginare
(futuro) con l’ascolto (presente). Da piccolissima pensavo che le
persone si potessero capire tra loro guardandosi negli occhi, poi ho
capito che questo linguaggio non verbale è andato perso, il concetto
mimetizzato e occultato con le parole. Quindi l’unica cosa che
rimane intoccabile, al di là di ogni parola resta la musica. Essa
non mente.
Le
emozioni sono state sempre le stesse, nel passato, nel presente ed
anche nel futuro lo saranno… quindi, ho pensato una storia che si
snodi in questi tre momenti, strettamente collegati tra loro. Passato
e presente determinano il futuro (per due punti passa una e una sola
retta), serve affrontare il passato, poi scegliamo il presente di
momento in momento, quindi in questo senso determiniamo il nostro
destino e stabiliamo il futuro (libero arbitrio).
Non
si scappa da se stessi, ecco il tema del concept. Ogni personaggio è
una parte di una storia, che è la storia di ognuno di noi. Ho
cercato in modo più o meno riuscito, di raccontare questo. Nel tempo
ho trovato persone che la pensassero come me e abbiamo continuato a
lavorarci. Questo ha portato ovviamente altre idee stilistiche, che
si sono inserite con le altre.
L’artwork
dell’album - o almeno i disegni di copertina - è stato realizzato
da Myriam. Da dove nasce l’amore per il disegno?
Sempre
dalla necessità di esprimere delle sensazioni che le parole non
bastano a raccontare, come per la musica. In particolare cercavo di
pensare un lavoro organico, che si muovesse in più campi artistici.
Ascoltando musica esprimevo attraverso il disegno, le mie emozioni.
Un’artista
e una band che si muovono tra passato e futuro, che importanza danno
alla tecnologia attuale, internet in primis?
La
comunicazione è importante, la tecnologia offre strumenti che sta a
noi imparare ad usare. Internet offre una velocità di informazione,
che però banalizza e superficializza. Per ‘attirare l’attenzione’
si escogitano quindi espedienti sempre più basati sull’involucro.
Non ci si guarda più negli occhi, prendendo il coraggio di ciò che
si dice e si fa, si resta nascosti dietro lo schermo. Come tutte le
cose, non è negativo, ma negativo ne può diventare l’uso fatto o
l’abuso. Rifiutare a priori non è mai stata una scelta giusta.
Serve aggiornarsi: è importante non vivere fuori dal proprio tempo.
Provate
a disegnare il vostro futuro, tra desideri e progetti, da oggi al
2015.
Se,
come credo, questa formazione rimarrà stabile, l’idea sarebbe
quella di lavorare dal vivo. I pezzi del prossimo lavoro ci sono
(sarebbe stato la conclusione del concept con la parte finale
futuro-presente), ma tutto dipende. Spero di non morire di vecchiaia
nel frattempo… Non potendo fare il musicista di professione,
ringrazio tantissimo chi, come la Black Widow, ha creduto in questo
lavoro, dando la possibilità di fare questo, che comunque non è
poco...
Tracklist:
1. Damned Warrior 02:40
2. 474 Anno Domini 05:06
3. Somewhere, Nowhere Battle 04:37
4. Loth-er Siniell 05:01
5. Heaven To A Flower (Part 1);
Violet Cristal Phoenix (Part 2) 06:42
6. Dark Shadow:
1) The Dove And The Bat;
2) The Last Flight 07:13
Bonus Tracks:
7. Damned Warrior (Demo Tape 1989)
8. Heaven To A Flower (Demo Tape 1989)
9. The Dove And The Bat (instrumental Demo Tape 1989)
10. 474 Anno Domini (2011 Version)
Line-up
1989:
Myriam Sagenwells Saglimbeni - Vocals, Guitars, Bass, Harp
Silvio Tomà - Guitars
Patrizio Prametti - Guitars
Roberto Mazza - Drums
Line-up 2012:
Myriam Sagenwells Saglimbeni - Vocals, Guitars, Bass, Harp
Raymond (Remo) Sgrò - Piano, Keyboards, Flute, Bass
Andrea (Andrew) Amico - Drums
Myriam Sagenwells Saglimbeni - Vocals, Guitars, Bass, Harp
Silvio Tomà - Guitars
Patrizio Prametti - Guitars
Roberto Mazza - Drums
Line-up 2012:
Myriam Sagenwells Saglimbeni - Vocals, Guitars, Bass, Harp
Raymond (Remo) Sgrò - Piano, Keyboards, Flute, Bass
Andrea (Andrew) Amico - Drums