giovedì 30 agosto 2012

I Jethro secondo Augusto-2° appuntamento

Per la serie "L'angolo di Augusto"... il 2° appuntamento.


UNA COLLANA DI PERLE

Aprile 1969: i Jethro registrano il loro secondo album, Stand Up e, in quegli stessi giorni, il singolo – ritmo di 5/4 introdotto dal basso, diventato poi uno dei brani più noti del gruppo – Living in the Past, che uscirà il mese seguente (sul retro, Driving Song). Le registrazioni hanno luogo presso la nuova sede dei Morgan Studios di 169-171 High Road, Willesden, nel nord-ovest di Londra. Nello stesso edificio, come si può vedere nel video, c’erano stati prima i Grosvenor Studios. Oggi il luogo appare come da foto. 




Impossibile stabilire se il giornalista francese fosse davvero personalmente presente o se il servizio era un originale inglese poi “ripassato” in salsa d’oltralpe. Anche se la sincronia suono/immagini non è perfetta, il video della registrazione originale di quel brano e Ian (a quei tempi un vero chain smoker,) che suona il flauto con la sigaretta tra le dita della mano sinistra è da JT videoteca.




LP (Luoghi e Personaggi)

[…] So where the hell was Biggles when you needed him last Saturday […] scrive Ian/Gerald in Thick as a Brick. Ma chi è Biggles ? Risposta: è il soprannome dell’avventuroso pilota James Bigglesworth, un personaggio nato dalla fantasia di James Earl Johns, pilota inglese durante la Grande Guerra e scrittore di narrativa per ragazzi. Il primo volume delle avventure di Biggles, dei circa 100 usciti fino al 1968, viene pubblicato nel 1932 e si intitola The Camels are Coming (“arrivano i Cammelli”). I Camels in questione non sono i cugini a due gobbe dei dromedari ma celebri biplani britannici usati nel 1917 sul fronte occidentale e da Biggles nelle sue prime avventure. Biggles è nato in India da genitori inglesi, e come tutti gli eroi è aitante, coraggioso e generoso, un vero gentleman. Ma per i giovani britannici degli anni ’60 e ’70 rappresenta ormai una tipologia di eroe troppo legata alla rigida e convenzionale società degli adulti.  


IPSE SCRIPSIT-DIXIT

[...] You paid the piper and called the tune[...] da Slow Marching Band (album The Broadsword and the Beast, 1982). L’espressione idiomatica “he who pays the piper calls the tune”, che sembra sia nata all’inizio del 1600, significa letteralmente “chi paga il pifferaio chiede la melodia”. Per estensione “chi paga decide”. Nel contesto della canzone, la frase è volutamente giocata tra un significato personale ed affettivo (chi ha dato all’altro di più ha il diritto di scegliere se continuare o no il rapporto) ed uno professionale (Ian è l’unico del gruppo non a stipendio, ed è lui, quindi, a pagare gli altri musicisti ed a pianificare l’attività e la direzione che i Jethro debbono seguire).