Quando ho visto comparire su un lato di facebook il nome “Enrico Maria Papes”,
il mio ricordo è volato immediatamente verso i suoni e le atmosfere che mi
hanno fatto scoprire la musica. Erano in tempi in cui imperversavano le gare canore
tra Ranieri e Villa, Morandi e la Zanicchi, e la canzone “Tema”
dei Giganti,
arrivata terza a “Un disco per l’estate”,
mi aveva colpito. Era il 1966 e avevo dieci anni. Il modo in cui veniva
presentato “l’amore” era originale, e il vocione di Papes era qualcosa di estremamente
nuovo. L’aspetto, il look, riportavano al beat inglese, ma quello era fatto abbastanza
comune in quei giorni. Oltre a “Tema”, un tormentone che i meno giovani ancora
ricordano, sono molte note “Una ragazza
in due” e il brano che arrivò terzo al Festival di Sanremo, “Proposta”, il cui ritornello, “.. mettete
dei fiori nei vostri cannoni…”, è tutt’ora usato per … suggerire
atteggiamenti più civili.
La vita musicale dei Giganti, potenzialmente lunga e
luminosa, terminò velocemente, probabilmente a causa della censura e del
prolungato boicottaggio delle loro canzoni, situazione difficile da sopportare,
ma il coraggio e le idee chiare di Papes e compagni, a distanza di anni
appaiono davvero da evidenziare, così come è d’obbligo sottolineare la
lungimiranza nel denunciare situazioni al giorno d’oggi drammatiche,
affermazioni accompagnate da commenti propositivi, seppur giudicati utopistici
o scomodi.
Nel 1971 avevo quindici anni, ed ero molto vicino al mio
primo concerto prog, dopo aver già assimilato Beatles, Stones, Who e Woodstock, eppure… mi sono perso “Terra in bocca”.
Album di denuncia di un certo mondo legato alla mafia, fu
realizzato con amici illustri e può considerarsi a tutti gli effetti un album di musica progressiva.
Fu questo atto di estremo coraggio che probabilmente decretò
la fine dei Giganti.
Enrico Maria Papes, nell’intervista a seguire ci racconta che
“Terra in bocca” è tutt’ora “vivo”, ed è rappresentato nei teatri. Altri tempi,
per certi versi peggiori, ma difficile oggigiorno incappare in atti di censura.
Ho ascoltato frammenti di un bell’album di cui propongo un esempio.
Ci tengo a descriverne i dettagli e per fare ciò utilizzo le
note trovate su wikipedia.
A seguire una piccola intervista ad Enrico Maria Papes.
TERRA IN BOCCA
È di fatto un atto di coraggio, una forte accusa alla mafia per la guerra dell'acqua
nella Sicilia riarsa. La
storia di due giovani innamorati si intreccia alla storia del paese ed è
vivamente descritta nei testi di Piero
De Rossi ancora molto attuali.
Le musiche sono quasi tutte opere di Mino De Martino, ma furono depositate alla Siae da Vince
Tempera, che curò gli arrangiamenti del disco e compose tutte le
parti strumentali.
Il disco fu registrato negli "Study Play-co" di Milano, ed all'incisione collaborarono
anche il chitarrista dei Latte e Miele, Marcello
Giancarlo Dellacasa,
oltre che Ellade Bandini ed Ares
Tavolazzi, componenti con
Tempera dei The Pleasure Machine.
L'album fu
trasmesso solo una volta alla radio,
poi nessuno ne seppe più nulla e fu la fine dei Giganti.
Riecheggia in Terra
in bocca lo stile di 6 anni
prima, con qualche interessante accenno di jazz e
lo strepitare delle chitarre elettriche.
I brani sono 12, tutti legati tra loro, senza pausa.
Una particolarità: la prima ristampa in CD realizzata dalla
"Vinyl Magic" venne pubblicata nel 1989 ed è diversa dal disco
originale (contenendo probabilmente una registrazione demo): la lunghezza
complessiva di questa versione è di 44'11", e rispetto alla versione
uscita a suo tempo il suono è molto meno ricco ed orchestrato, più acustico, ma
in alcuni punti più intenso; inoltre mancano alcuni recitativi.
La seconda edizione del 1993 sempre della Vinyl Magic
(apparentemente identica alla prima nella copertina ma con un diverso disegno
dell'etichetta), ha la lunghezza di 46'44" ed è invece identica a quella
del disco in vinile.
Nel 2000 il disco è stato ristampato dalla Akarma.
Infine nel 2009 è stato ristampato, con una bonus track,
dalle edizioni Il Margine, ed allegato ad un volume che ricostruisce la nascita
delle canzoni e la registrazione dell'album, con molte interviste ai musicisti
che hanno collaborato.
Nel maggio 2010, "Terra in bocca" è stato eseguito
per la prima volta per intero dal vivo in due concerti al teatro Fraschini di
Pavia nell'ambito del progetto "Le regole della Libertà - percorsi
educativi per crescere cittadini del mondo" realizzato da ARCI PAVIA negli
Istituti di Istruzione superiore della città con il finanziamento della
Fondazione Banco del Monte di Lombardia.
Sul palcoscenico, insieme ai musicisti dello SpazioMusica
Ensemble e del Sacher Quartet, sono saliti i "Giganti" Enrico Maria
Papes, Mino de Martino, Checco Marsella accompagnati da Ares Tavolazzi, Ellade Bandini e Vince
Tempera.
Nell'autunno 2010 "Terra in bocca live" è andato
in scena al Festival Educaonline di Rovereto e al Festivale delle Etichette Indipendenti di
Faenza (RA).
Il 14 maggio 2011 è stato eseguito al teatro Arlecchino di
Voghera e sabato 18 giugno in occasione della replica del progetto di ARCI
PAVIA negli Istituti Superiori di Voghera; quindi a S. Martino in Rio (Reggio
Emilia).
Sempre nel 2011 i
Giganti vincono il Premio
Paolo Borsellino, proprio per Terra
in bocca (che festeggia i 40
anni dalla pubblicazione): per l'occasione Mino, Checco ed Enrico rieseguono
dal vivo tutto l'album in una versione acustica.
Tracce
LATO A
1.
Largo iniziale
2.
Molto largo
3.
Avanti
4.
Avanti tutto - Brutto momento - Plim plim
5.
Plim plim al parossismo - Delicato andante
6.
Rumori - Fine incombente
7.
Fine lontana - Allegro per niente
LATO B
1.
Tanto va la gatta al lardo - su e giù
2.
Larghissimo - Dentro tutto
3.
Alba di note - rimbalzello triste
4.
Rimbalzello compiacente - Ossessivo ma non troppo
5.
Fine
BONUS TRACK (edizione 2009)
1.
Il pescatore (lungo e disteso 1° versione)
Gruppo
Giacomo “Mino” Di Martino-voce,
chitarra
Francesco “Checco” Marsella-voce,
tastiere, mellotron
Sergio Di Martino-voce, basso,
chitarra
Enrico Maria Papes-voce,
batteria, effetti sonori
Altri
musicisti
Ellade
Bandini-batteria
Ares
Tavolazzi-basso, chitarra
Vince
Tempera-organo,pianoforte
Marcello
Dellacasa-chitarra
Gigi
Rizzi-chitarra(non accreditato in cpertina)
Mchelangelo La
Bionda-chitarra acustica (non accreditato in copertina)
L’INTERVISTA
Devo obbligatoriamente
partire da una banalità, ma è ancor chiaro il
mio ricordo della tua “entrata” nel brano che vi ha reso famosi…”continua il tema Enrico Maria Papes...”. Avevo
dieci anni, ma seguivo già le rassegne canore e il brano dei Giganti mi sembrò
una vera rivoluzione rispetto a ciò a cui ero abituato. Da dove nacquero la
vostra originalità e la vostra proposta, un po’ a cavallo tra beat inglese,
melodia nostrana e messaggio?
“Inizia il
tema Sergio..” “Conclude il tema Enrico Maria Papes”. Originali senz’altro, sentivamo l’esigenza di
non copiare, di non essere troppo influenzati da altri gruppi perciò originali
in tutto, dai testi, alle sonorità, l’uso delle voci, la scelta dei brani, ecc.
E’ storia risaputa che
nei vostri confronti siano stati messi
forti paletti, forse per frenare il vostro “osare” con i testi e gli
atteggiamenti. Erano tempi per un certo verso da “bacchettoni” e ora certi
commenti farebbero sorridere. Se tornassi indietro rifaresti le stesse scelte o giudichi che non si debba mai scendere a compromessi?
Esatto. Il
minimo di compromessi ma probabilmente oggi avremmo ancora più coraggio e
affronteremmo temi ancora più scottanti.
Da dove nasceva la
vostra passione per certa musica beat? Chi erano i vostri eroi musicali?
Per la
verità penso che fossimo davvero poco beat. Artisti che ci hanno influenzato?
“Everly brothers” innanzitutto, poi il Rock’n roll.
Sei sparito dal
palcoscenico come musicista, ma hai continuato a lavorare nell’ambiente. Come
giudichi l’evoluzione del businnes legato alla musica?
Ho smesso di
cantare e suonare, per scelta, nel Gennaio 1978. Per qualche anno ho gestito un
Service con cui ho fatto il primo tour di Pino Daniele, Edoardo Bennato e poi
altri artisti. Non ho mai più lavorato nell’ambiente ma ho fatto tutt’altre
cose. Non sono portato per la realizzazione di businnes, amo fare le cose per
passione.
Credo tu sia l’unico
del gruppo ancora in attività. Senza voler scendere in ricordi dolorosi, mi dai
la tua ”immagine” degli altri tre
componenti?
Come forse
saprai Sergio se ne purtroppo andato nel 1996, Checco era con me fino a qualche
anno fa e poi si è ritirato e Mino continua fare la sua musica. Siamo molto più
amici ora di allora.
“I Giganti” sono stati, almeno per un certo
periodo, una famiglia?
Famiglia è
un parolone ma … sì, soprattutto all’inizio eravamo molto uniti anche se
diversi.
Nel periodo di
ostracismo nei vostri confronti, avete trovato solidarietà tra i vostri
“colleghi” musicisti?
Assolutamente
no! Pochissima anche oggi che desta interesse il nostro
lavoro del 1971 “Terra in bocca” che fu allora sabotato e censurato.
Certe vostre scelte vi
hanno avvicinato al mondo del prog. Avevate delle preferenze in quel campo?
No perché
non esisteva un Prog. Italiano. Abbiamo semplicemente pensato di coinvolgere
dei musicisti amici,che sono poi emersi alla grande, per cercare una nuova
strada.
Che cosa rappresentano
gli attuali “Giganti”?
Con la
attuale formazione porto in giro soprattutto gli anni ’60. Impensabile portare
nelle piazze “Terra in bocca”. Lo porto
invece in giro con un’altra formazione e con la presenza dei vecchi amici Mino
Di Martino, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini e Vince Tempera nei teatri.
Ripensando alle
immagini di un tempo mi riesce difficile darti un voto come strumentista. Che
tipo di batterista eri?
Originale!!!
Che cosa ti aspetti dal
tuo futuro musicale?
Visto come
gira il mondo… poco.
Io e il Presidente- 3° posto al Cantagiro ma
censuratra dalla RAI…