lunedì 19 marzo 2012

Enrico Maria Papes e I Giganti



Quando ho visto comparire su un lato di facebook il nome “Enrico Maria Papes”, il mio ricordo è volato immediatamente verso i suoni e le atmosfere che mi hanno fatto scoprire la musica. Erano in tempi in cui imperversavano le gare canore tra Ranieri e Villa, Morandi e la Zanicchi, e la canzone “Tema” dei Giganti, arrivata terza a “Un disco per l’estate”, mi aveva colpito. Era il 1966 e avevo dieci anni. Il modo in cui veniva presentato “l’amore” era originale, e il vocione di Papes era qualcosa di estremamente nuovo. L’aspetto, il look, riportavano al beat inglese, ma quello era fatto abbastanza comune in quei giorni. Oltre a “Tema”, un tormentone che i meno giovani ancora ricordano, sono molte note “Una ragazza in due” e il brano che arrivò terzo al Festival di Sanremo, “Proposta”, il cui ritornello, “.. mettete dei fiori nei vostri cannoni…”, è tutt’ora usato per … suggerire atteggiamenti più civili.
La vita musicale dei Giganti, potenzialmente lunga e luminosa, terminò velocemente, probabilmente a causa della censura e del prolungato boicottaggio delle loro canzoni, situazione difficile da sopportare, ma il coraggio e le idee chiare di Papes e compagni, a distanza di anni appaiono davvero da evidenziare, così come è d’obbligo sottolineare la lungimiranza nel denunciare situazioni al giorno d’oggi drammatiche, affermazioni accompagnate da commenti propositivi, seppur giudicati utopistici o scomodi.
Nel 1971 avevo quindici anni, ed ero molto vicino al mio primo concerto prog, dopo aver già assimilato Beatles, Stones, Who e Woodstock, eppure… mi sono perso “Terra in bocca”.
Album di denuncia di un certo mondo legato alla mafia, fu realizzato con amici illustri e può considerarsi a tutti gli effetti un album di musica progressiva.
Fu questo atto di estremo coraggio che probabilmente decretò la fine dei Giganti.
Enrico Maria Papes, nell’intervista a seguire ci racconta che “Terra in bocca” è tutt’ora “vivo”, ed è rappresentato nei teatri. Altri tempi, per certi versi peggiori, ma difficile oggigiorno incappare in atti di censura.
Ho ascoltato frammenti di un bell’album di cui propongo un esempio.
Ci tengo a descriverne i dettagli e per fare ciò utilizzo le note trovate su wikipedia.
A seguire una piccola intervista ad Enrico Maria Papes.


TERRA IN BOCCA

È di fatto un atto di coraggio, una forte accusa alla mafia per la guerra dell'acqua nella Sicilia riarsa. La storia di due giovani innamorati si intreccia alla storia del paese ed è vivamente descritta nei testi di Piero De Rossi ancora molto attuali.
Le musiche sono quasi tutte opere di Mino De Martino, ma furono depositate alla Siae da Vince Tempera, che curò gli arrangiamenti del disco e compose tutte le parti strumentali.
Il disco fu registrato negli "Study Play-co" di Milano, ed all'incisione collaborarono anche il chitarrista dei Latte e Miele, Marcello Giancarlo Dellacasa, oltre che Ellade Bandini ed Ares Tavolazzi, componenti con Tempera dei The Pleasure Machine.
L'album fu trasmesso solo una volta alla radio, poi nessuno ne seppe più nulla e fu la fine dei Giganti.
Riecheggia in Terra in bocca lo stile di 6 anni prima, con qualche interessante accenno di jazz e lo strepitare delle chitarre elettriche. I brani sono 12, tutti legati tra loro, senza pausa.
Una particolarità: la prima ristampa in CD realizzata dalla "Vinyl Magic" venne pubblicata nel 1989 ed è diversa dal disco originale (contenendo probabilmente una registrazione demo): la lunghezza complessiva di questa versione è di 44'11", e rispetto alla versione uscita a suo tempo il suono è molto meno ricco ed orchestrato, più acustico, ma in alcuni punti più intenso; inoltre mancano alcuni recitativi.
La seconda edizione del 1993 sempre della Vinyl Magic (apparentemente identica alla prima nella copertina ma con un diverso disegno dell'etichetta), ha la lunghezza di 46'44" ed è invece identica a quella del disco in vinile.
Nel 2000 il disco è stato ristampato dalla Akarma.
Infine nel 2009 è stato ristampato, con una bonus track, dalle edizioni Il Margine, ed allegato ad un volume che ricostruisce la nascita delle canzoni e la registrazione dell'album, con molte interviste ai musicisti che hanno collaborato.
Nel maggio 2010, "Terra in bocca" è stato eseguito per la prima volta per intero dal vivo in due concerti al teatro Fraschini di Pavia nell'ambito del progetto "Le regole della Libertà - percorsi educativi per crescere cittadini del mondo" realizzato da ARCI PAVIA negli Istituti di Istruzione superiore della città con il finanziamento della Fondazione Banco del Monte di Lombardia.
Sul palcoscenico, insieme ai musicisti dello SpazioMusica Ensemble e del Sacher Quartet, sono saliti i "Giganti" Enrico Maria Papes, Mino de Martino, Checco Marsella accompagnati da Ares Tavolazzi, Ellade Bandini e Vince Tempera.
Nell'autunno 2010 "Terra in bocca live" è andato in scena al Festival Educaonline di Rovereto e al Festivale delle Etichette Indipendenti di Faenza (RA).
Il 14 maggio 2011 è stato eseguito al teatro Arlecchino di Voghera e sabato 18 giugno in occasione della replica del progetto di ARCI PAVIA negli Istituti Superiori di Voghera; quindi a S. Martino in Rio (Reggio Emilia).
Sempre nel 2011 i Giganti vincono il Premio Paolo Borsellino, proprio per Terra in bocca (che festeggia i 40 anni dalla pubblicazione): per l'occasione Mino, Checco ed Enrico rieseguono dal vivo tutto l'album in una versione acustica.

Tracce
LATO A
1.   Largo iniziale
2.   Molto largo
3.   Avanti
4.   Avanti tutto - Brutto momento - Plim plim
5.   Plim plim al parossismo - Delicato andante
6.   Rumori - Fine incombente
7.   Fine lontana - Allegro per niente
LATO B
1.   Tanto va la gatta al lardo - su e giù
2.   Larghissimo - Dentro tutto
3.   Alba di note - rimbalzello triste
4.   Rimbalzello compiacente - Ossessivo ma non troppo
5.   Fine
BONUS TRACK (edizione 2009)
1.   Il pescatore (lungo e disteso 1° versione)

Gruppo 

 

Giacomo “Mino” Di Martino-voce, chitarra

Francesco “Checco” Marsella-voce, tastiere, mellotron

Sergio Di Martino-voce, basso, chitarra

Enrico Maria Papes-voce, batteria, effetti sonori

 

Altri musicisti 

Ellade Bandini-batteria
Ares Tavolazzi-basso, chitarra
Vince Tempera-organo,pianoforte
Marcello Dellacasa-chitarra
Gigi Rizzi-chitarra(non accreditato in cpertina)
Mchelangelo La Bionda-chitarra acustica (non accreditato in copertina)



L’INTERVISTA

Devo obbligatoriamente partire da una banalità, ma è ancor chiaro il  mio ricordo della tua “entrata” nel brano che vi ha reso famosi…”continua il tema Enrico Maria Papes...”. Avevo dieci anni, ma seguivo già le rassegne canore e il brano dei Giganti mi sembrò una vera rivoluzione rispetto a ciò a cui ero abituato. Da dove nacquero la vostra originalità e la vostra proposta, un po’ a cavallo tra beat inglese, melodia nostrana e messaggio?

“Inizia il tema Sergio..” “Conclude il tema Enrico Maria Papes”.  Originali senz’altro, sentivamo l’esigenza di non copiare, di non essere troppo influenzati da altri gruppi perciò originali in tutto, dai testi, alle sonorità, l’uso delle voci, la scelta dei brani, ecc.

E’ storia risaputa che nei  vostri confronti siano stati messi forti paletti, forse per frenare il vostro “osare” con i testi e gli atteggiamenti. Erano tempi per un certo verso da “bacchettoni” e ora certi commenti farebbero sorridere. Se tornassi indietro rifaresti  le stesse scelte o giudichi  che non si debba mai scendere a compromessi?

Esatto. Il minimo di compromessi ma probabilmente oggi avremmo ancora più coraggio e affronteremmo temi ancora più scottanti.

Da dove nasceva la vostra passione per certa musica beat? Chi erano i vostri eroi musicali?

Per la verità penso che fossimo davvero poco beat. Artisti che ci hanno influenzato? “Everly brothers” innanzitutto, poi il Rock’n roll.

Sei sparito dal palcoscenico come musicista, ma hai continuato a lavorare nell’ambiente. Come giudichi l’evoluzione del businnes legato alla musica?

Ho smesso di cantare e suonare, per scelta, nel Gennaio 1978. Per qualche anno ho gestito un Service con cui ho fatto il primo tour di Pino Daniele, Edoardo Bennato e poi altri artisti. Non ho mai più lavorato nell’ambiente ma ho fatto tutt’altre cose. Non sono portato per la realizzazione di businnes, amo fare le cose per passione.

Credo tu sia l’unico del gruppo ancora in attività. Senza voler scendere in ricordi dolorosi, mi dai la tua ”immagine” degli altri tre  componenti?

Come forse saprai Sergio se ne purtroppo andato nel 1996, Checco era con me fino a qualche anno fa e poi si è ritirato e Mino continua fare la sua musica. Siamo molto più amici ora di allora.

 “I Giganti” sono stati, almeno per un certo periodo, una famiglia?

Famiglia è un parolone ma … sì, soprattutto all’inizio eravamo molto uniti anche se diversi.

Nel periodo di ostracismo nei vostri confronti, avete trovato solidarietà tra i vostri “colleghi” musicisti?

Assolutamente no!  Pochissima  anche oggi che desta interesse il nostro lavoro del 1971 “Terra in bocca” che fu allora sabotato e censurato.

Certe vostre scelte vi hanno avvicinato al mondo del prog. Avevate delle preferenze in quel campo?

No perché non esisteva un Prog. Italiano. Abbiamo semplicemente pensato di coinvolgere dei musicisti amici,che sono poi emersi alla grande, per cercare una nuova strada. 

Che cosa rappresentano gli attuali “Giganti”?

Con la attuale formazione porto in giro soprattutto gli anni ’60. Impensabile portare nelle piazze “Terra in bocca”.  Lo porto invece in giro con un’altra formazione e con la presenza dei vecchi amici Mino Di Martino, Ares Tavolazzi, Ellade Bandini e Vince Tempera nei teatri.

Ripensando alle immagini di un tempo mi riesce difficile darti un voto come strumentista. Che tipo di batterista eri?

Originale!!!

Che cosa ti aspetti dal tuo futuro musicale?

Visto come gira il mondo… poco.


 Io e il Presidente- 3° posto al Cantagiro ma censuratra dalla RAI…