In questi giorni
imperversano su facebook commenti legati allo stato della musica live. Io
stesso ho pubblicato pochi giorni fa la mia amarezza, ma veniamo ad un commento autorevole, quello di Tara
Degl’Innocenti, incappata anch’essa in qualche dispiacere. L’ho
stimolata a raccontare il suo pensiero che, sono certo, sarà condiviso da
molti.
Raccontami nel
dettaglio tutto quanto è accaduto e, se lo ritieni necessario, facciamo nomi e
cognomi.
Per
questioni di privacy la legge Italiana è strana, e spesso tutto fuori che
giusta, a mio modesto parere; non svelerò il nome del locale ma la situazione è
questa. L’altro giorno accompagno il mio ragazzo in un locale in Emilia in
quanto doveva suonare con la sua band con cui fa musica originale e… sono andati gratis ( cosa che non approvo
perché così non si fa altro che alimentare una situazione schifosa, quella di
non pagare i musicisti che fanno musica propria e pagare sempre meno chi come
me fa Tributi ad artisti importantissimi che sono la storia della musica, e sai
quanto me quanto sia impegnativo farlo con successo ), ma questo dipende dalla
band e non solo dal locale. Quello che è stato grave è che il circolo voleva
far pagare 10 euro a testa i musicisti per la tessera… nemmeno la tessera
avrebbe passato a questi poveri artisti!!! La band era attonita ma non voleva
dir nulla e pagare poiché temeva di non suonare più, e questo è il maledetto
problema. La vena mi si è tappata e sono andata su tutte le furie; allora siamo
arrivati con tanta scortesia e diniego da parte dei gestori del locale a far
pagare i musicisti solo 5 euro, e allora qui si che mi sono arrabbiata davvero e
non è per i soldi, ma per una questione di principio e rispetto del valore
umano e dell’arte. Il tutto si è concluso con la gratuità della tessera per la
band, ma i gestori del circolo erano alquanto seccati, pensavano pure di avere
ragione!!! Perché in questo paese si
pensa che dare un palco per suonare non solo sia già sufficiente, ma sia anche
un favore che si fa al musicista. I
musicisti a parer mio non dovrebbero mai e poi mai accettare queste condizioni,
ma il motivo per cui lo fanno anche se non lo condivido lo capisco: la paura di non suonare!
Ti chiedo il commento
su alcune situazioni appena accadute dalle mie parti, in qualche modo assimilabili
a quello che descrivi tu:
a)Una band di amici
trova un luogo in cui fare una serata. Il gestore del locale dice loro
apertamente: “ Se non portate gente non
vi pago!” .
Capita
spesso… a me non più grazie al cielo ma
perché ho un ” Tributo a Janis Joplin”
molto conosciuto, il più attivo e seguito d’Italia, The Rose, per cui il
problema pubblico non si pone praticamente più, ma ci sono voluti anni di
SFORZI per arrivarci; ho sputato sangue e non mi vergogno a dirlo ma capita
continuamente ed è uno schifo. La risposta della band a mio modesto parere
dovrebbe essere questa: “ Il mio compito
è quello di fare un bello show pubblicizzando come posso, il tuo far si che ci
sia gente perché se mi dici così significa che il tuo locale non va bene e la
colpa di chi è? Di chi lo gestisce ovvero tu. Se io fossi una band talmente
famosa da avere sempre il super pieno credi che ti chiederei questo cachet che
è più un rimborso spese o molto di più? Bene detto questo direi che possiamo
salutarci qui”. Comunque c’è una
ragazza che tenta di portar fuori Janis Joplin inventando di essere chi non è e
chiedendo cachet ridicoli o inesistenti per portarmi via il lavoro, ma non ci
riesce grazie al cielo… però vedi perché dico che la colpa è anche dei
musicisti che alimentano questo schifo?!
b)Un locale
(ristorante) affida una serata ad un emergente-e noto- cantautore. A un’ora
dall’inizio del concerto il locale è
ancora vuoto e chi lo gestisce telefona infuriato al musicista dicendo che lui non porta nessun beneficio al ristorante e
annulla l’evento in modo unilaterale.
Questa
poi è il colmo, mai successo ne a me ne
a chi conosco, ma non mi stupisce affatto. C’era da dire al tipo del locale che
se la band fosse stata sotto agenzia si sarebbe sognato di fare una cosa del
genere in quanto come da contratto avrebbe pagato la penale, per cui il fatto
di non esser sotto agenzia permette a certa gente di fare come vuole. Il
musicista avrebbe dovuto pretendere 80% dell’importo per annullamento
ingiustificato a solo un’ora dallo show, il gestore non glielo avrebbe mai dato
quindi sarebbe finita con un sonoro vaffanculo. Che Tristezza!
c)Nel tentativo di
portare più giovani possibili ad un concerto che si sarebbe svolto a pochi
metri di distanza, veniva spiegato per
filo e per segno l’avvenimento, incontrando il gradimento di chi stava ad
ascoltare. Una volta saputo che la partecipazione “obbligava” a restare seduti,
su comodissime poltrone rosse, veniva declinato l’invito, perché per sentire la
musica “occorre bere, mangiare e cazzeggiare”.
Su questo
non ho parole. Chiaro che dipende dalla musica ed è bello poter ballare pogare
e cantare ma ripeto dipende dall’evento! Davvero non ho parole!
Ma tu, riesci a dare il
meglio di te stessa quando la gente non è concentrata su di te ma si occupa di
altro?
Lo hai
chiesto proprio a quella giusta che per anni ha detto apertamente al microfono
“ perle ai porci “ per cui la risposta è no; meno male che la situazione per me
è cambiata negli ultimi quattro anni, ma non scorderò mai quei momenti in cui
volevo solo tornare a casa e abbracciare il mio cane! Come dico sempre e scrivo
su facebook ( e bada bene Athos, non c’è cosa che dico/scrivo che non sia
realtà e che io non la pensi con tutte le mie forze… ) il 50% dello show siamo
noi l’altro 50% è il pubblico. Devo a loro la metà precisa del mio “successo”
che è nell’underground e quindi può sembrare niente, ma per me che ho lottato
molto… è tanto.
Ma perché, secondo te,
chiunque gestisca un evento pensa che i musicisti non debbano essere pagati?
Perché
all’ignoranza non c’è mai fine e aleggia nel pensiero comune il fatto che la
musica sia solo una passioncella, per cui come dicevo prima… già ti do un palco e non paghi
il noleggio… dopo questo “immenso favore” che vuoi anche i soldi?! Ecco il
triste e schifoso pensiero. Tempo fa rifeci la carta di identità perché l’avevo
persa e i carabinieri nella professione scrissero giustamente “Cantante”; l’impiegato
in comune mise sul documento una serie di barrette che indicavano la parola “
Niente”. Allora io chiesi perché e lui rispose: “ Beh vede Signorina, la professione si indica solo quando è seria, fare
il cantante o musicista che sia le pare una cosa seria, le pare un lavoro?! Al che risposi ad alta voce: “ Mi scusi ma lei nel suo documento cosa ha
scritto a professione?” Lui mi disse: “ Non
lo vede cosa sono? Un impiegato comunale!”. Risposi con un sorrisino sarcastico:
“ Ah, e il suo le sembra un lavoro? Non
vedo perché se ha scritto una tale cazzata sul suo, non poteva scrivere la
verità sul mio. Buona giornata”. Una risata con applauso mi inseguì fino
all’uscita, di quella fila immensa ed incazzata che lui e colleghi avevano
creato facendo finta… di lavorare!
Pensi che siamo
arrivati ad un punto di non ritorno o intravedi qualche piccola speranza?
Per
carattere sono sempre positiva e speranzosa, ma in questo caso non lo so
proprio davvero. Di certo dobbiamo lottare.
Sfogati come meglio
credi e io pubblicherò tutto, tranne li insulti…ahahaha
Ah ah ah…
il mio sfogo è fanculo tutto!!! Se capissero quanto sacrificio lavoro umiltà
fegato cuore e anima ci si mette nella musica forse qualcosa cambierebbe; guidi
nella notte carichi e scarichi, oggi sei
in Calabria domani in Svizzera; ma le
cose non si capiscono mai fino a che non si provano!