Come ho già avuto
modo di raccontare da questo spazio, pochi giorni fa ho partecipato ad bel
concerto ad Alba, il cui resoconto è fruibile all’indirizzo:
Nell’occasione
ho conosciuto Bernardo Lanzetti.
Per
chi volesse approfondire la biografia di questa incredibile” voce”, rimando al
link:
Fantastica
la sua disponibilità, e alla mia solita domanda relativa ad una possibile
intervista, risponde subito positivamente.
Immaginando
il suo “mondo” di impegni mi limito ad una decina di quesitie… dopo 6 ore
ricevo la mail di ritorno.
Davvero
una sorpresa.
Personalmente
mi sento in colpa per essere rimasto fermo al Lanzetti dell PFM.
La
sua voce credo sia tra le migliori in assoluto e la sua voglia di sperimentare
e percorrere nuove strade dovrebbe essere un insegnamento per tanti.
Recupererò
il tempo perduto, occupandomi anche delle varie diramazioni, vedi Mangala
Vallis presenti
nel filmato a seguire.
L'INTERVISTA
Giovedì
ad Alba ho provato una grande emozione. Ho visto tante collaborazioni da mero
palcoscenico, ma ciò che mi è arrivato in quella occasione è la voglia di
regalare musica di qualità, senza ricercare la visibilità a tutti i costi,
senza l’urgenza del mettersi in evidenza, forse più tipico dei giovanissimi.
Ammesso che tutto questo sia vero, quali sono le differenze che esistono tra il
"vostro" muovervi nel mondo musicale attuale rispetto agli anni 70?
Alcune
cose che mi vengono in mente sono:
La
comprensione più profonda di aspetti musicali in precedenza vissuti solo d'istinto,
il consapevole rispetto per il passato e per i colleghi, la gioia di essere su
un palco per una performance più vera.
Come
ti accennavo ad Alba, ti vidi con gli Acqua Fragile come “spalla” dei Gentle
Giant.
C’era solo da imparare da loro, dai Van Der Graaf, dai Genesis, o già a quei
tempi sarebbe potuto avvenire un mutuo scambio di conoscenze musicali?
Occorre
spiegare che in Italia, fino alla fine degli anni '60, ai musicisti ed in
particolare ai gruppi, alle band, era di fatto impedito dalle case
editrici/discografiche un accesso creativo alla composizione/registrazione per
cui solo da Collage delle Orme è stato possibile iniziare un processo artistico
moderno partendo praticamente da zero.
In
quel frangente, la metodologia, l' approccio alla composizione,
all'arrangiamento, il come realizzare una copertina, insomma tutto quanto
veniva imparato da modelli anglosassoni di riferimento.
Persino
l' organizzazione tecnica, societaria e fiscale era da costruire ispirandosi a
coloro che destavano la nostra ammirazione.
Ritengo
uno scambio alla pari prima degli anni '70 praticamente irrealizzabile mentre due sere fa è stato ad esempio possibile per il
sottoscritto, con i Mangala Vallis, fare un fantastico concerto con il da te
citato David Jackson e la sua formidabile musicalità.
A
tutte le persone che hanno vissuto in diretta il prog mi viene da chiedere la
seguente cosa, elaborata nel corso dell’ultimo anno.
Credo che la musica progressiva, quella che più amo, sia di difficile parto, di
complicata esecuzione e ascolto non immediato.
Ciò mi porta a dire che questa tipologia di musica non poteva durare molto
perché pare che si abbia bisogno di easylistening e fast sings.
Che giudizio dai di questa parte di “storia musicale” e che spazi prevedi per
il futuro?
Eccoti
alcuni dei miei pensieri:
La
Musica non è per tutti e soprattutto non per le masse.
La Musica non è solo la musica registrata ma soprattutto quella eseguita dal
vivo.
Se la musica è "un arte dell'uomo per l'uomo", allora è bene che si
ricordi che l'uomo è un essere, un animale complesso e di certo una musica con
peculiari difficoltà, formati non standard, interpretazioni intense,
registrazioni sperimentali ed altro risulta essere l'arte che accompagna l'uomo
e meglio ne descrive la storia ed il mondo psico-fisico. L'
arte, e la musica in particolare, devono tornare ad essere una forma di
ribellione intellettuale che obblighi l'establishment a cambiare per evolversi.
Esempio: Le radio e le televisioni devono arrivare a sentire l'esigenza di
cambiamenti profondi nelle forme e nei contenuti come ne andasse della loro
stessa sopravvivenza. Difficile
prevedere un futuro se almeno il 50% della popolazione non rinuncia totalmente
alla televisione (provocando il crollo degli introiti pubblicitari ) in favore
di realtà più umane ed intense.
Rileggendo
la storia dei gruppi storici, è facile trovare cambi di umore, discussioni,
modifiche alle formazioni. Senza entrare in nessun tipo di polemica, che
giudizio dai, in sede di bilancio, del tuo periodo passato con la PFM?
Il
mio primo periodo con quel gruppo ancora vibrava per il progetto di
"cambiare il mondo con la musica". Sperimentare
e mettersi continuamente alla prova era il modo di procedere.
Storicamente, a livello musicale, è possibile sia stata una forzatura per il
nucleo originario dover "avere un cantante" perché la loro bravura
strumentale, originale marchio di fabbrica, tuttora si accompagna ad una
superficialità per gli episodi vocali , atteggiamento che a volte sembra
rasentare il disprezzo per le parole ed il cantato .
Quando
penso all’Inghilterra di fine anni 60 mi vengono in mente miriadi di artisti
emersi contemporaneamente e arrivati tutti al successo e magari ancora in auge
dopo 40 anni.
Perché
ciò non avviene più? Crisi di talenti, di idee, star system soffocante? E’ solo
un fatto di businnes?
Oggi
i Media hanno disintegrato il pubblico e moltiplicato i finti artisti come
bruciando la candela ad entrambe le estremità.
Pochi
giorni fa ho ascoltato artisti autorevoli legittimare le canzoncine di Sanremo,
evidenziando che chi le propone ha quel tipo di richiesta e soddisfa una larga
parte di pubblico.
Qual
è la tua posizione rispetto alla musica di disimpegno?
Questa
di dare al pubblico ciò che vuole è una grande BALLA.
Per quanto è dato a chiunque di sapere, il pubblico vuole soldi, sesso, potere
e sostanze eccitanti ed allora perché i santoni dei media non promuovono di
scaricargliene addosso una valanga? Più
semplice "nobilitare" la musica di disimpegno, quella per occupare il
mercato e tenere fuori gli artisti contrabbandandola come vitale per la
sopravvivenza dell'umanità.
L’altra
sera ad Alba ho visto un Lanzetti istrione e trascinatore.
Qual è il tuo rapporto con il pubblico in platea? Quanto è condizionante ai
fini della riuscita di un concerto il feeling che si instaura con chi hai
davanti?
Il
rapporto con il pubblico è sempre molto articolato. Per
non dilungarmi si può scherzosamente citare sai , quel Billy Shakespeare: "In ogni tragedia deve esserci un pò di commedia e viceversa..."
Ho
visto per la prima volta usare il Glovox. Da dove nasce la tua passione per la
sperimentazione e per la tecnologia?
Gli
anni '80 hanno segnato l'inizio dei cantanti -immagine e un primo declino dei
cantanti-voce. Nel deserto della discotecomania ho trovato conforto e stimolo nella ricerca
dell'elettronica applicata alla vocalità.
Posso
dire di essere stato un pioniere nel campo e tuttora alcuni dei miei studi ed
applicazioni rimangono singolari.
Ieri sera mio figlio
di 12 anni canticchiava “Morning comes” che abbiamo ascoltato il giorno prima
in auto. A mio modo cerco di trasmettere ai miei figli quella che giudico buona
musica.
Anche tu hai a cuore
la diffusione della “tua” musica verso i giovani? Cerchi di seminare campi
ancora aridi?
Più
che altro ho a cuore un mio approccio alla musica ed in modo particolare al
canto. Nel mio repertorio, ancora eseguo
brani imparati una cinquantina di anni fa. Sento di non dovermi stancare perché
ogni volta che canto, tendo una mano ai grandi maestri del passato e del
presente, un'altra mano si apre al futuro ed il mio essere si rivolge al cosmo
intero.
Puoi
raccontare qualcosa a proposito del tuo presente musicale e dei progetti
futuri?
A
brevissimo, il 3 maggio, sarò negli Stati Uniti, al Rosfest di Filadelfia con
il gruppo Mangala Vallis. Al ritorno
riprenderemo a lavorare al nuovo album.
L'estate spero mi vedrà in giro
con le varie formazioni in cui milito o che mi arruolano come ospite speciale.
Sto anche lavorando
a nuove composizioni secondo un mio particolare metodo che permette di iniziare
il lavoro senza strumenti musicali o registratori di sorta.
Intendo anche sviluppare una
forma di registrazione che prevede un posizionamento di "brandelli di
sound" su cui organizzare la tessitura vera e propria della composizione. Spero di poter
continuare ad allargare il campo della percezione della mia vocalità nonché la
confidenza nelle corde vocali e nel corpo tutto, per sviluppare la mia voce
sorprendendo anche me stesso come è già accaduto in questi ultimi anni.
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