lunedì 18 maggio 2009

Grateful Dead


I Grateful Dead sono uno dei più celebri e influenti gruppi musicali rock statunitensi di tutti i tempi.
Nati alla metà degli anni ‘60, furono fra gli artisti fondamentali della storia di quello che veniva chiamato acid rock o rock psichedelico. Divennero celebri per il loro stile eclettico, che univa elementi di rock, folk, bluegrass, blues, country e jazz e dal vivo era caratterizzato da interminabili e lisergiche improvvisazioni modali.
Attorno ai Grateful Dead nacque una sorta di culto; alcuni loro fan, chiamati Deadheads, seguirono il gruppo in concerto per anni, vivendo di fatto come nomadi in onore della loro devozione verso “the Dead”.
Invogliata dall’enorme successo di pubblico, nel 1967 la Warner Bros produsse The Grateful Dead. Si trattava principalmente di cover, più un paio di brani originali, ancora piuttosto acerbi. Soltanto alcune tracce riescono a trasmettere l’ideologia hippie: su tutte, The Golden Road e Viola Lee Blues.
Il disco non entusiasmò i fan del gruppo, e non ebbe un grande successo commerciale.
Alla fine dello stesso anno entrò nel gruppo il batterista e percussionista Mickey Hart, già istruttore di Kreutzmann.
Con il suo look eccentrico e la sua “vivace fantasia”, Hart rivoluzionò l’immagine e il sound del gruppo: le sonorità ritmiche cambiarono profondamente (Garcia definirà lo stile ritmico ottenuto con la doppia batteria “total annihilation”). Poco dopo si unì ai Dead il pianista Tom Costanten (ex compagno di stanza di Lesh), che introdusse la sperimentazione con i sintetizzatori; a seguire Robert Hunter, scrittore e poeta, che anni prima aveva spronato i futuri membri dei Dead a partecipare agli acid test. Il sodalizio Garcia-Hunter produsse il suo primo capolavoro con la celeberrima Dark Star.
Nel 1968 vide la luce il secondo album in studio, Anthem of the Sun, progetto molto più elaborato del precedente. Per l’occasione i Dead uniscono composizioni in studio e brani live, riproducendo in modo più fedele l’atmosfera dei concerti.
L’album comprende due suite, una per facciata del vinile: That’s for the Other One (in seguito abbreviata in The other one), con il suggestivo finale del prepared piano che Constanten mutua da John Cage, e il medley Alligator/Caution, dominate da estratti live e dall’organo di McKernan.
Nonostante Anthem of the Sun venga considerato un album rivoluzionario nel suo genere, la band non espresse mai un grande entusiasmo per questo lavoro. Nel 1969 venne pubblicato quello che forse è il capolavoro in studio dei primi Dead, Aoxomoxoa.
I testi sono tutti di Robert Hunter, divenuto ufficialmente il paroliere del gruppo (oltre a Dark Star aveva già scritto buona parte del testo di Alligator).
Con Aoxomoxoa i Dead rinunciano a riprodurre in studio l’atmosfera live, cercando composizioni più canoniche. Questo lavoro include diversi brani che poi sarebbero diventati classici del repertorio del gruppo, come Saint Stephen, China Cat Sunflower, e il “sermone” psichedelico di Garcia, What’s Become of the Baby. L’album risente dell’allontanamento già in corso di Pigpen, che iniziava a non riconoscersi più nelle scelte stilistiche del gruppo e probabilmente risentiva della presenza di Constanten.
I Dead parteciparono a Woodstock, ma la loro esibizione fu compromessa da un violento temporale e risultò deludente, tanto che il gruppo decise poi di non apparire né sul disco né nel film.
Alla fine degli anni ‘60 il movimento hippie iniziava a scemare e il rock psichedelico ne seguiva le sorti. In questo periodo i Grateful Dead incisero Live/Dead (1969, un album doppio live, che segna la fine di un’era e allo stesso tempo, secondo molti, rappresenta il lavoro più bello pubblicato dal gruppo. L’album contiene anche una versione leggendaria di Dark Star, che dai 3 minuti del singolo diventa un fiume musicale di 23 minuti. L’unica traccia che viene ripresa dai dischi precedenti è Saint Stephen dignitosamente psichedelica; segue, in un medley senza soluzione di continuità, l’inedita The Eleven e infine Turn on Your Lovelight, in cui Pigpen domina per 15 minuti con le sue tastiere power-blues.
Decisamente sperimentale è il brano Feedback (che, come il nome suggerisce, è realizzato esclusivamente con suoni generati dall’effetto feedback).
A conclusione del disco, il gruppo augura la buona notte con And We Bid You Goodnight.
Dopo Live/Dead il gruppo mutò decisamente rotta; come ebbe a dire Hart in seguito, “abbiamo abbandonato la nostra stazione lunare per mettere i piedi sulla terra”.
Questo mutamento corrispose anche a un trasferimento della sede principale dei Dead da Haight-Asbury al ranch di Mickey Hart, in aperta campagna. Questo luogo divenne un punto d’incontro per molti artisti dell’epoca, tra cui Crosby, Stills & Nash e i New raiders of the Purple Sage.
In questo clima musicale i Grateful Dead produssero nel maggio del 1970 Workingman’s dead, che segna il loro passaggio al genere country-folk. Nello stesso anno, a novembre, produssero American Beauty, secondo molti l’apice del loro periodo post-psichedelico.
Sono questi due album che nonostante tutto ottengono il successo nelle classifiche di vendita.
Con questi due album i Dead ottengono per la prima volta un grande successo commerciale, al prezzo della delusione di parte dei fan di lunga data.


Nel febbraio del 1971 avvenne la prima separazione importante nella storia della band, con l’abbandono del batterista Mickey Hart. Ufficialmente, Hart lasciò i Dead per intraprendere una propria ricerca musicale; tuttavia, incise sicuramente anche il fatto che il padre di Hart, Lenny, “cassiere” del gruppo, era da poco fuggito portandosi via gran parte dei fondi che amministrava. Nel frattempo era uscito un nuovo live, Grateful Dead (poi ribattezzato Skull and Roses), con brani della produzione post-psichedelica. In seguito a problemi di salute di Pigpen (legati agli eccessi del suo stile di vita), entrò poco dopo nel gruppo il sostituto Keith Godchaux, pianista, e al suo seguito si aggiunse ai Dead la moglie Donna Godchaux come corista e seconda voce.
Nel 1972 i Grateful Dead intrapresero il loro primo tour in Europa, immortalato dal disco triplo dal vivo Europe ‘72, che comprende sia pezzi tradizionali che alcuni inediti.
L’8 marzo 1973, poco tempo dopo la creazione della propria etichetta discografica Grateful Dead Records, il gruppo fu colpito dalla morte di Pigpen, a soli 27 anni, di cirrosi epatica. Al tastierista sarà in seguito dedicata la raccolta Bear Choice.
Nonostante la disgrazia, in ottobre i Grateful Dead uscirono con un nuovo album, Wake of the Flood, in cui vengono introdotti nuovi strumenti come violino, sassofono e trombone.
A Wake seguì, nel giugno del 1974, Grateful Dead from the Mars Hotel, da molti considerato un lavoro marginale.
A dispetto delle vicissitudini non sempre felici degli ultimi anni, nel 1974 i Grateful Dead portano a compimento un maestoso progetto tecnico, realizzando il Wall of Sound, un impianto di amplificazione senza precedenti, che però viene utilizzato solo per un breve periodo.
Gli anni ‘80, con una nuova formazione, che vede il quarto tastierista a subentrare nella band, è segnata da una certa inerzia, emblemizzata nella scarsezza di pubblicazioni di dischi in studio.
E’ invece sempre florida l’attività live in giro per l’America e per il mondo: nel 1981 escono infatti due dischi dal vivo, Reckoning e Dead Set. Pubblicati a distanza di pochi mesi, i due dischi mostrano in tutta la loro potenza le due facce dei Dead, quella acustica, con il primo album, e quella elettrica, col secondo: due splendidi album che testimoniano come nonostante il passare degli anni il gruppo sia ancora capace di regalare grandi emozioni.
Per i successivi sei anni i Dead si concentreranno esclusivamente nell’attività live, molto intensiva.
Ad interrompere questa, però, è una tragedia sfiorata: il 10 luglio 1986 Jerry Garcia cade in coma diabetico. Dopo 5 giorni d’apprensione, paura e sgomento tra i componenti della band e i fan però, Garcia si riprende: quelli che seguono sono per lui mesi difficili di recupero, che però lo rivedono a fine anno d nuovo in corsa col suo gruppo, apparentemente in buona forma.
Nel 1987, Garcia viene incontro al periodo difficile dell’amico Bob Dylan mettendo a disposizione i Dead come sua backing band: seguono alcune date live con questa formazione, arrangiata in poco tempo, da cui poi scaturirà nel 1989 il cd dal vivo Dylan & The Dead, poco amato e malricordato da entrambe le fazioni di fan.
Ma per i Dead nella metà del ‘87 c’è il ritorno in studio: quello che ne esce è In the dark, che aggiunge ovviamente poco alla già proficua carriera della band, tranne forse per il successo ottenuto dal singolo Touch of grey, un orecchiabile brano di soft rock, dedicato anche al dramma che aveva colpito Garcia l’anno prima, che raggiungerà le classifiche americane, per la prima volta da quando la band fu formata nel 1965.
E’ di due anni dopo quello che sarà l’ultimo album in studio per la band, Built to Last, in cui le idee musicali scarseggiano in favore di un soft rock mainstream.
Ma la disgrazia, che diventa quasi una maledizione a questo punto, torna a colpire il gruppo: il 26 luglio 1990 viene trovato morto il tastierista e cantante del gruppo Brent Mydland, a causa di un’overdose: è l’ennesimo duro colpo, e l’ennesimo amico e compagno che i Dead perdono. Dedicato a lui è l’album live Without a net, ulteriore splendido esempio di quello che erano i Grateful Dead negli anni ‘80 dal vivo con Mydland, che verrà sostituito da Vince Welnick, e assistito al pianoforte da Bruce Hornsby, per gli ultimi anni di concerti.
Ma il colpo più duro avviene il 9 agosto 1995: Jerry Garcia, da sempre visto se non come leader almeno come figura simbolo del gruppo, essendo poi il principale compositore, il chitarrista solista e cantante, viene trovato morto in seguito ad un infarto nel sonno al Serenity Knoll Drug Center, una clinica dove Garcia stava cercando di porre fine alla sua dipendenza dalle droghe.
E’ l’ultimo colpo del destino per la band, che non può permettersi di proseguire oltre senza l’uomo che per 30 anni ha guidato per mano la band fino a farla divenire un vero e proprio simbolo dell’America.
Il gruppo, sconvolto dalla notizia si scioglie immediatamente e non ci saranno più concerti o apparizioni per i Grateful Dead come tali.
Alcuni dei membri rimasti si esibirono in concerto in alcune occasioni come The Other Ones o Crusader Rabbit Stealth Band, e diedero vita a carriere soliste o progetti indipendenti (soprattutto notevoli i Ratdog di Bob Weir,o Phil Lesh and Friends, e la musica di Mickey Hart per le Olimpiadi del 1996).
Il 14 febbraio del 2003, gran parte della formazione originale si riunì col nome The Dead.

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