Ho appena appreso che è venuto a mancare Richard Paul Macphail, che conobbi personalmente e intervistai sul palco genovese del Teatro Govi, nel 2012. Era nato il 17 settembre 1950 a Bedford, Bedfordshire, ed è stato un musicista, road manager e imprenditore inglese noto soprattutto per la sua collaborazione con i Genesis.
Si raccontava così…
La storia per me iniziò nel 1963. Avevo tredici anni e alla Charterhouse incontrai un ragazzo della mia età chiamato Rivers Job. Presto scoprimmo che condividevamo una passione per la musica rock. I suoi gusti erano molto più evoluti dei miei ed io imparai molte cose da lui negli anni della nostra amicizia. L'occasione del nostro incontro fu che un noioso pomeriggio eravamo stati attirati nella hall della scuola perché uno dei gruppi rock della scuola stava provando. Quando arrivai stavano facendo una pausa e, come molti ragazzi della mia età, mi illusi di essere un batterista. Strisciai sul palco, andai dietro alla batteria ed iniziai a colpire. Anche Rivers, a me sconosciuto, era nella sala. Era un bassista in embrione e più tardi venne da me dicendo che aveva una band a Londra che aveva bisogno di un batterista e se volevo fare un provino per loro. Beh, io non esitai un secondo. La mia grande occasione era chiaramente arrivata! Risultò che il chitarrista della band era Anthony Phillips. Era un po' più giovane di noi due ma doveva venire alla Charterhouse all'inizio del semestre successivo.
Sia io che Rivers vivevamo nel centro di Londra e, non appena giunsero le successive vacanze, ci incontrammo e prendemmo l'autobus numero 30 da Marble Arch a Putney dove viveva Ant. I miei genitori non erano molto comprensivi riguardo la mia passione per la musica rock e quindi non erano molto incoraggianti. Quando arrivammo a casa di Ant rimasi stupito nello scoprire che la sala da pranzo era stata trasformata in una sala prove e sua madre e sua nonna stavano lì ad ascoltare entusiasticamente qualsiasi cosa noi suonassimo. Questo per me fu una rivelazione, avere un tale incoraggiamento dalle generazioni più anziane, subito ne diventammo cotti. Emerse immediatamente che io non ero il più grande batterista al mondo ma conoscevo molte parole delle canzoni degli Stones che stavamo suonando. Così, ad ora di pranzo ero diventato il cantante della band. Ant aveva un vicino chiamato Rob Tyrrell che risultò essere un buon batterista e molto presto arruolammo Mike Rutherford alla chitarra ritmica e fummo al completo. Chiamammo la band Anon (non "The"!) e presto diventammo la band di punta della scuola, suonando alla fine dei concerti e alle feste dei ragazzi durante le vacanze. Alla fine dell'estate 1966 decidemmo di organizzare un concerto rock con le tre band della scuola. I nostri principali rivali erano chiamati "Garden Wall" e comprendevano Tony Banks al piano e Peter Gabriel alla voce. Il concerto fu un grande successo e tutti noi avevamo grandi progetti per il futuro. Purtroppo per me non fu così. Preoccupati per il crescente ammontare di tempo e attenzione che la mia attività musicale stava prendendo e nervosi per il mio probabile livello "O", i miei genitori decisero di mandarmi in un'altra scuola. Alla fine, Anon si sciolsero e Ant e Mike si unirono a Peter e Tony e la band che stava per diventare Genesis era nata. Durante gli anni successivi ci mantenemmo in contatto. La band fece un demo e cercò di attirare l'attenzione di Jonathan King. Lui diede il nome alla band e sotto la sua egida pubblicarono un paio di singoli e il loro primo album – “From Genesis To Revelation” per la Decca. All'epoca stavo lavorando a Londra e ricordo che comprai una copia del giornale clandestino - International Times. All'interno c'era una favorevole recensione dell'album. Telefonai a Peter nella casa di campagna dei suoi genitori per leggergli la sua prima recensione.
Nell'autunno del 1969 le cose giunsero ad un punto decisivo. Nonostante alcune buone recensioni, il successo commerciale su larga scala aveva eluso la band ed ognuno stava continuando (con vari gradi di riluttanza) il corso della propria educazione in college ed università. Tutti loro decisero che avrebbero sospeso queste attività per un anno e si sarebbero dedicati alla musica per vedere se poteva funzionare. A quel tempo i miei genitori vivevano a Londra e passavano i fine settimana in un lontano cottage tra Guildford e Dorking nel Surrey. Avevano deciso di ritirarsi lì la primavera successiva e di non usare la villetta durante l'inverno. Così ci fu la perfetta opportunità per la band di rintanarsi in un posto lontano ma accessibile e, come dicevamo, di "riunirsi" nella campagna. Io divenni il capo cuoco, lavatore di bottiglie e roadie. Giorni furono spesi a scrivere e provare nuovo materiale e gradualmente furono fissati concerti. Questi furono soprattutto a Londra e nel sud-est e fornirono una buona opportunità per invitare diversi probabili agenti, managers e scopritori di talenti delle compagnie di registrazione per vedere la band. Fu in una sala al piano di sopra del Ronnie Scott che il capo della Charisma - Tony Stratton-Smith - fu portato a vedere la band da un produttore di dischi chiamato John Anthony. Tony rimase impressionato e presto divenne sia il manager della band che il capo della casa discografica. Così all'inizio dell'estate 1970 la band andò nei Trident Studios in Soho per registrare il loro primo album targato Charisma chiamato “Trespass”.
Poi iniziò un periodo di tre anni in cui ogni anno passava in un ciclo chiaramente definito di scrittura, registrazione e tournée. Ma prima una crisi più importante dovette essere superata. “Trespass” fu registrato durante l'estate. Quando la registrazione fu terminata tutti noi prendemmo una pausa. Durante questa pausa, con un po' di tempo a disposizione per riflettere, Anthony Phillips giunse alla conclusione che la sua direzione musicale lo stava portando lontano dalla principale corrente che stava seguendo il resto della band. Dopo molti pensieri in mente, estenuanti conversazioni a notte fonda e molte telefonate dominate dal pessimismo, Ant alla fine giunse alla conclusione che aveva intenzione di lasciare. Ora, in diversi modi, Ant era sempre stato il principale sostegno per la band, sia musicalmente che attraverso il suo profondo impegno per la sua musica ed anche per l'instancabile sostegno della sua famiglia. Andare avanti senza di lui sembrava fuori discussione. Ma d'altro canto così tanto era stato raggiunto e sembrava da pazzi lasciare ora e rovinare tutto. Ricordo molto bene una sera di luglio in cui seduto nel furgone fuori il retro del vecchio Marquee Club in Wardour Street con Peter, Tony e Mike consideravamo il futuro senza Ant. Gli altri tre sembravano molto insicuri se andare avanti o no. Per ragioni che sembrerebbero ovvie col vantaggio del senno di poi, io ero molto sicuro in quel momento che non avremmo dovuto mollare. E così fu deciso. Ma ci fu un altro problema da affrontare. Il batterista per quest'ultimo periodo era stato John Mayhew. Sebbene fosse un esperto musicista noi tutti sentivamo che non era il migliore batterista per la band, perciò i tempi sembravano maturi perché, se proprio dovevamo andare avanti senza Ant, allora forse dovevamo trovare anche un batterista più adatto.
Così le decisioni vennero prese: andare avanti senza Ant e trovare un nuovo batterista. Da quelle decisioni venne una di quelle incredibili svolte che sarebbe stato impossibile predire ma che per diversi aspetti misero il sigillo sul destino dei Genesis per sempre. In breve, e per un periodo di alcuni mesi, i due nuovi membri che trovammo furono, alla chitarra, Steve Hackett, e, alle batterie, Phil Collins. Il modo in cui questi due vennero fatti entrare nella band è ben documentato altrove perciò io non vi dedicherò qui ulteriore spazio. Ma la differenza che fecero all'interno della band musicalmente, socialmente e dinamicamente non può essere sottovalutata. La piattaforma che doveva portare questo gruppo di musicisti molto insoliti dai luoghi di supporto nel circuito dei college del sud-est inglese a diventare una delle band con maggiore successo che il mondo abbia mai visto era ora a posto.
Il successivo paio di anni ora sembra confuso: concerti e poi composizione ed incisione e poi ancora più concerti. Punti di riferimento, pietre miliari e scoperte andavano e venivano. Quelle musicali includevano pezzi come The Musical Box, Hogweed, Watcher Of The Skies e, naturalmente, Supper's Ready. Altre ancora importanti come la notte a Dublino quando Peter sbalordì noi tutti lasciando il palco nel mezzo di The Musical Box e riapparendo con addosso un vestito rosso ed una testa di volpe! Anche il primo concerto all'estero a Bruxelles e i primi tours italiani dove la folla era una pregustazione di cose future se avessimo osato crederci. Poi altri eventi meno significativi ma ugualmente memorabili come la volta che riuscii a lasciare i piatti di Phil nella strada fuori l'Oxford Town Hall e guidai fino a Derby in beata ignoranza (gli furono più tardi consegnati alla stazione di polizia!).
Il mio tempo con i Genesis giunse al termine nel 1976. L'ultimo tour che feci con loro fu esso stesso un punto di riferimento per l'evoluzione della band perché fu il primo tour che fecero dopo la partenza di Peter che Phil aveva sostituito come cantante e front man. Da allora ho seguito un'altra delle mie passioni, cioè quella riguardante l'ambiente, e mi sono concentrato nel costruire un'agenzia di consulenza energetica di successo. Sono immensamente orgoglioso del successo che ognuno ha avuto sia separatamente sia insieme. La musica è sempre stata e rimarrà una parte essenziale della mia vita. Ancora mi diverto a cantare e ora suono il sassofono. Grazie a mia moglie Maggie Cole, che è suonatrice di clavicembalo classico e pianoforte, ho scoperto ed imparato ad amare molte nuove aree musicali.
La gente spesso dice: "Perché hai lasciato i Genesis?" Se avessi un pound per ogni volta che mi è stata fatta questa domanda... non penso di aver mai risposto due volte nello stesso modo. Non è che non lo so ma piuttosto che, col passare del tempo e l'evolversi delle mie prospettive di vita, così tante risposte rimangono scoperte. Una domanda è se ho dei rimpianti per non aver fatto di più con il mio talento musicale. Da giovane ventenne mancavo di fiducia nelle mie capacità. Questo può aver avuto qualcosa a che fare con il fatto che i miei coetanei (con i quali io naturalmente mi relazionavo) casualmente si chiamavano Gabriel, Banks, Phillips, Rutherford, Hackett e Collins. Credo che averli come gruppo di pari possa distorcere il senso della prospettiva di ognuno.
Quello che so è che a quel tempo il talento musicale non era scarso ma che il mio contributo e la disponibilità di diversa natura che diedi a loro tra il 1968 e il 1976 furono unici.
Richard MacPhail