mercoledì 14 agosto 2024

The Who-"Who's Next": un must del rock!

Artista: The Who

Titolo: Who's Next

Pubblicazione: 14 agosto 1971

Durata: 43:39

Genere: Rock

Etichetta: Decca Records

Produttore: The Who, Glyn Johns

Registrazione: marzo - maggio 1971


Ogni tipo di giudizio relativo ad un progetto musicale è opinabile, tutto passa attraverso sensazioni e preferenze personali, ma esistono le fondamenta e poi tutto il contorno, e quando mi riferisco alle “fondamenta” penso a contenitori sonori che mettono tutti d’accordo, sia per la loro “bellezza specifica” che per la capacità dimostrata nel tempo di saper influenzare ciò che arriverà dopo, diventando di fatto un “apripista” del genere di riferimento.

Vorrei descrivere uno di questi dischi in modo estremamente semplice, immaginando di utilizzare l’articolo per avvicinare un giovane, un neofita, e provare ad incuriosirlo.

A fine post sarà possibile ascoltare ogni singola traccia dell’album con l’aggiunta di un contributo video.

Il disco in questione è "Who's Next" dei The Who, senza dubbio - e di questo sono certo - uno dei migliori album rock di tutti i tempi. Qualche dettaglio… ma non troppi!

Quinto album in studio della band inglese, fu pubblicato il 14 agosto 1971 dalla Decca Records e contribuì a consolidare la reputazione della band, una delle più influenti e innovative nel panorama musicale dell'epoca.

Una delle caratteristiche distintive di "Who's Next" è la potenza e l'energia delle performance musicali.

L'album si apre con la celebre "Baba O'Riley", una canzone iconica caratterizzata dal maestoso synth introduttivo e dai riff di chitarra potenti. La voce di Roger Daltrey è intensa e appassionata, mentre la sezione ritmica composta da John Entwistle al basso e Keith Moon alla batteria fornisce una base solida e dinamica.

Il punto centrale dell'album è la lunga suite "Won't Get Fooled Again", un brano epico - con il suo potente finale di chitarra e le urla strazianti di Daltrey – che cattura l'essenza del rock 'n' roll e la ribellione giovanile dell'epoca: ancora oggi continua ad essere considerata un classico del rock.

Altri brani degni di nota includono "Behind Blue Eyes", una ballata emotiva e struggente che mette in luce il talento vocale di Daltrey, e "My Wife", scritta da John Entwistle e unico brano dell'album che non porta la firma di Pete Townshend. "The Song Is Over" è un altro momento memorabile dell'album, con il suo arrangiamento ricco di strati sonori e le armonie vocali impeccabili.

Un elemento che rende "Who's Next" così speciale è anche la produzione di Glyn Johns, che ha saputo catturare perfettamente l'energia cruda e l'urgenza delle esecuzioni della band. L'album suona fresco e potente anche dopo oltre cinquant'anni dalla sua pubblicazione.

Inoltre, "Who's Next" è un album che ha avuto un impatto significativo sulla musica rock successiva, con l'uso innovativo dei sintetizzatori e degli arrangiamenti strumentali che ha aperto nuove strade per la sperimentazione sonora nel rock, influenzando generazioni di musicisti.

"Who's Next" appare come album senza tempo, che dimostra la grandezza della band. Le performance straordinarie, i testi potenti e la produzione impeccabile si combinano per creare un'esperienza musicale indimenticabile.

Un must per qualsiasi collezione musicale!

La rivista Rolling Stone lo ha inserito al 28º posto della sua lista dei 500 migliori album di tutti i tempi.

 

Curiosità 

Dopo la pubblicazione del precedente album, “Tommy”, nel 1969, Pete Townshend concepì un'altra opera rock intitolata “Lifehouse”, che avrebbe dovuto fondere rock e teatro, ma il progetto non si concretizzò e il chitarrista decise di salvarne comunque le tracce da pubblicare nel nuovo album del gruppo, “Who's Next” appunto.

L'abbandono del complesso progetto di “Lifehouse” diede quindi al gruppo maggiore libertà, senza bisogno di mettere in sequenza i brani per realizzare un concept album (come fatto per “Tommy”). Ciò permise alla band di concentrarsi sui singoli brani, rifinendoli per bene e uniformando la sonorità.


La copertina 

La copertina è una foto del gruppo scattata a Easington Colliery, ritratto apparentemente realizzato dopo aver finito di urinare su un monolite di cemento. Secondo il fotografo Ethan Russell, la maggior parte degli Who non fu in grado di urinare davvero, e quindi venne gettata dell'acqua sui lati della costruzione per simularne l'effetto.

Il monolite presente in copertina viene spesso visto come un ironico riferimento al celebre monolite del film “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick, che era uscito nei cinema solo tre anni prima e per il quale la band avrebbe dovuto comporre alcune delle musiche.

Nel 2003, il canale televisivo americano VH1 ha nominato la copertina di “Who's Next” come una delle migliori di sempre.

Esiste una versione scartata della copertina dell'album, che avrebbe dovuto raffigurare delle donne nude obese, ma l'idea venne accantonata quasi subito. Altra copertina alternativa a cui si era pensato, era una foto del batterista Keith Moon vestito in lingerie nera, con una frusta in mano e una parrucca da donna in testa.


Tracce edizione originale (cliccare sul titolo per ascoltare)


Lato A

Baba O'Riley - 5:09

Bargain - 5:34

Love Ain't For Keeping - 2:11

My Wife - 3:41 (John Entwistle)

The Song Is Over - 6:16

Lato B

Getting In Tune - 4:50

Going Mobile - 3:43

Behind Blue Eyes - 3:39

Won't Get Fooled Again - 8:38


Formazione

Roger Daltrey - voce

Pete Townshend - chitarra, pianoforte, sintetizzatore

John Entwistle - basso

Keith Moon – batteria


Musicisti aggiuntivi

Nicky Hopkins – pianoforte in “The Song Is Over” e “Getting in Tune”

Dave Arbus – violino in “Baba O'Riley”

Al Kooper – organo nella versione alternativa di “Behind Blue Eyes”

Leslie West – chitarra nella versione estesa di “Baby Don't You Do It” (bonus track del ‘95


Produzione

Kit Lambert, Chris Stamp, Pete Kameron – produttori esecutivi

Produzione musicale: The Who & Glyn Johns

Ingegnere del suono: Glyn Johns

Fotografie: Ethan A. Russell


The Who nel 1971