La notte del 27
agosto 1990, dopo aver
partecipato ad un grande concerto all'Alpine Valley Music Theater di
Alpine Valley Resort, con Eric Clapton, Robert Cray, Buddy
Guy e il fratello Jimmie, Stephen
"Stevie" Ray Vaughan sale su un elicottero per tornare al suo albergo
di Chicago. Come dichiarato in seguito dallo stesso Clapton, Vaughan, stanco
per il concerto, chiede di prendere il posto di Clapton e partire per primo.
Poco dopo il decollo però il velivolo si schianta contro una collina a causa
della fitta nebbia e della poca esperienza del pilota in simili condizioni
atmosferiche. Nell'impatto oltre allo stesso Stevie Ray Vaughan muoiono il
pilota Jeff Brown e i membri dello staff di Eric Clapton, Bobby Brooks, Nigel
Browne e Colin Smythee. Nessuno si accorge dell'incidente fino alla mattina
seguente, quando l'elicottero non giunge a destinazione.
Stevie Ray Vaughan
viene sepolto il 31 agosto 1990 al Laurel Land Memorial Park di
Dallas, accanto al padre, morto quattro anni prima nello stesso giorno del
figlio. Aveva 36 anni.
Era nato a Dallas il
3 ottobre del 1954, ed è stato uno dei più grandi esponenti della chitarra
blues americana. Benché durante la sua breve vita abbia pubblicato solo quattro
album in studio e uno live, è noto come uno dei musicisti più dotati e
influenti del suo genere. Nel 2003, la rivista Rolling Stone lo mette al 7º
posto nella Lista dei 100 migliori chitarristi e Classic Rock Magazine lo mette
al 3º posto nella lista dei 100 Wildest Guitar Heroes del 2007.
Stevie
Ray Vaughan è il miglior chitarrista che abbia mai sentito suonare
(Eric Clapton)
Questo
disse Eric prima della sua scomparsa prematura.
Il nome da solo vale una leggenda, in ambito blues, ed è così che l’ho sempre considerato.
Ma conoscere un nome, sapere magari a quale viso sia abbinato, non significa inquadrare il personaggio, e soprattutto non fornisce indicazioni sul suo effettivo "lavoro".
Ciò che riesce ad uscire dalla sua Fender è quello che normalmente abbiniamo a musicisti di colore, perfettamente a loro agio nella semplicità di struttura del blues e nell’infinita complicatezza che deriva dal far emergere gioia e dolore attraverso le sei corde.
Si dice che per fare il blues occorra avere sofferto, aver vissuto la strada, e l’accostamento porta quasi sempre al popolo di colore, anche se i casi opposti abbondano.
E Stevie Ray Vaughan ne è un esempio… purtroppo non più fisicamente presente.
Hanno detto di lui:
“È stato uno dei più grandi esponenti della chitarra blues americana.
Benché durante la sua breve vita abbia pubblicato solo quattro album in studio e uno live, è noto come uno dei musicisti più dotati e influenti del suo genere.”
Ho trovato nel sito ufficiale Fender una descrizione esaustiva...
La leggenda di Stevie
Ray Vaughan ha
squassato gli anni '80 con la forza di un tornado: il suo talento purissimo, il
suo playing caratteristico, la forte matrice blues hanno portato a dischi d'oro
e tour "tutto esaurito", prima del suo tragico decesso all'età di 35
anni. La sua fama giunge comunque inalterata ai giorni nostri attraverso i
puristi del blues e i fan del rock, che parlano di lui come uno dei più
influenti bluesman elettrici della storia.Vaughan ebbe il merito di fondere il
blues puro delle origini, di Albert King, Otis Rush e Muddy Waters,
con la vena rock della chitarra di Jimi Hendrix per creare uno stile nuovo,
sconvolgente, in grado di lasciare l'ascoltatore letteralmente senza fiato, in
un periodo storico, tra l'altro, in cui il blues non era decisamente all'apice
della sua popolarità come genere musicale. Nato e cresciuto a Dallas, Vaughan
cominciò a suonare da bambino, ispirato dal fratello più grande, Jimmie.
All'età di 17 anni abbandonò la scuola per concentrarsi esclusivamente sulla musica
e suonare in una notevole moltitudine di gruppi, che servirono da embrione alla
formazione, a fine anni '70, dei Double Trouble, chiamati così da un brano di
Otis Rush. A quel tempo, Stevie cominciò anche a cantare, e i Double Trouble si
ritrovarono a regnare sul fertile territorio musicale di Austin, Texas. Nel
1982, la performance al Montreux Festival catturò l'attenzione della leggenda
del rock David Bowie, che arruolò Stevie Ray per le registrazioni del disco di
quell'anno, "Let's Dance". I Double Trouble firmarono quindi con la Epic, e
l'anno successivo vide la pubblicazione del primo album, "Texas Flood". Quell'album
ebbe un successo immenso, riportò il blues nelle classifiche per la prima volta
dalla fine degli anni '60; inevitabilmente, fu immediatamente registrato un
nuovo album, e Couldn't Stand the Weather raggiunse posizioni ancora più alte
in classifica e un più grande successo, in generale, di "Texas Flood". Il terzo
album, "Soul to Soul", vide la luce nell'estate del 1985 e, nel 1987, dopo un intensissimo
tour americano, fu pubblicato il live doppio "Live Alive". L'abuso di alcol e
droghe minarono pesantemente la salute di Stevie, e lo costrinsero a un lungo
periodo di disintossicazione. Nel 1989 finalmente, i Double Trouble tornarono
più in forma che mai con "In Step", raggiunsero il 33° posto in classifica, e
vinsero un Grammy per il miglior disco di blues contemporaneo, ottenendo il
disco d'oro a soli sei mesi dall'uscita della nuova fatica discografica. Il 26
agosto 1990 i Double Trouble suonarono a East Troy con Eric Clapton, Buddy Guy,
Robert Cray e Jimmie, il fratello di Stevie Ray. Al termine del concerto,
Vaughan si imbarcò su un elicottero per Chicago, ma il velivolo si schiantò
pochi minuti dopo il decollo, uccidendo il chitarrista e altri quattro
passeggeri.Un disco di duetti col fratello Jimmie era stato registrato poco
prima della sua morte e, quando fu pubblicato quello stesso ottobre, entro
direttamente al numero 7 in classifica. Successivamente, le numerose uscite
discografiche postume e le collezioni di inediti giunsero alla stessa
popolarità dei dischi pubblicati da Vaughan da vivo. La Fender, nel 2002,
riprodusse la famosa Stratocaster Number One di Stevie e ne
fece un modello Signature.
Curiosità
- Lo stile
Il
caratteristico stile di Stevie Ray Vaughan è spesso paragonato a quello di Jimi Hendrix, dal quale Vaughan ha,
per sua stessa ammissione, tratto grande ispirazione. Altre influenze molto
evidenti derivano da Albert King,Chuck Berry, Buddy Guy, B.B. King, e da Kenny
Burrel, per i brani dalle atmosfere jazz. Lo stile è scandito da fraseggi
veloci e movimentati spesso ripetuti, con grande precisione ritmica, ma anche
di assoli lenti e melodici. Durante il corso degli anni il sound di Vaughan è
variato dall'uso di suoni e riff brillanti e taglienti (stile Albert King) dei
primi anni 80, a figurazioni più melodiche e corpose (stile Eric Clapton)
all'inizio del 1990. Una
particolarità del suono di Vaughan derivava dall'uso di corde di dimensioni a
volte molto superiori alla norma, di scalatura 0.13 e talvolta 0.14 fino ad
arrivare a scalature estreme come la 0.18/0.74. Renè Martinez, suo tecnico, lo
convinse ad abbandonare queste corde in favore di altre di dimensioni più
convenzionali per evitare danni alle dita (per ovviare a questi inconvenienti
ricopriva i polpastrelli di colla "Superglue", usata anche dai
soldati americani
in Vietnam per chiudere le ferite in attesa di soccorsi).