giovedì 6 gennaio 2022

VIOLA NOCENZI - LEONARDO LODATO -"PENSIERO VIOLA"


VIOLA NOCENZI - LEONARDO LODATO

 

PENSIERO VIOLA

 

Poco più di un anno fa mi trovavo a commentare l’album eponimo di Viola Nocenzi a cui fa seguito oggi “Pensiero Viola”, libro scritto a quattro mani con il giornalista Leonardo Lodato.

Siamo di fronte ad una certa consequenzialità non programmata, fiorita in modo spontaneo, e quindi il mio punto di partenza resta il commento al disco, fruibile al seguente link:

https://athosenrile.blogspot.com/2020/12/viola-nocenzi-viola-nocenzi.html 

Da quel momento il fenomeno “Viola Nocenzi” esplode e lo spazio che le viene donato dai media in un periodo in cui regna l’assoluta mediocrità porta a pensare che ci sia ancora qualche possibilità per le proposte di qualità.

Viola ha un nome ingombrante e frequentazioni pesanti, laddove gli aggettivi “ingombrante e pesante” fanno riferimento ad uno status oggettivo, immodificabile, non certo negativo, ma è un dato di fatto che appartenga ad una certa nobiltà musicale, potenzialmente facilitatrice.

Succede in qualsiasi tipo di rappresentazione professionale che il cognome altisonante rappresenti un muro in più da superare, forse il più duro, ma una volta oltrepassato l’ostacolo le soddisfazioni potranno arrivare in modo copioso.

Il vantaggio di Viola è semmai quello di aver vissuto in un contesto privilegiato, o forse sarebbe meglio dire super stimolante dal punto di vista artistico, ma tali fortune devono obbligatoriamente accoppiarsi al talento e allo spirito di sacrificio, una sorta di “fame positiva” che non si ottiene per eredità o come atto dovuto.

Tutti gli indicatori di cui siamo in possesso dicono che Viola Nocenzi ha imboccato un cammino tutto suo, che si basa su variegate skills, su di un gusto sopraffino, su una voce fuori dal comune, su di un’immagine gradevole e vincente, mantenendo però grande naturalezza e semplicità; e se esistono validi consiglieri, beh… ringraziamoli!

Il libro dunque.

La formula epistolare utilizzata riporta al passato, ai tempi in cui la tecnologia ci imponeva i lunghi vuoti postali che legavano la domanda alla risposta, e anche se la comunicazione tra Viola e Leonardo avrà goduto soprattutto della velocità del “Uozzapp” - così viene definito nel libro - la numerazione delle varie lettere riconduce ad un modello antico, sicuramente piacevole.

Mi sono immedesimato e ho ripensato ai mille scambi di opinioni che da anni mi legano all’autrice, con aneddoti che potrebbero esaltarne la sua professionalità, riferiti a momenti in cui la sua strada era ancora … in via di sviluppo.

Lo ammetto, ho bonariamente invidiato Leonardo Lodato per la sua opportunità, ma il risultato ottenuto mi appare davvero originale.

Alla base esiste la semplicità del dialogo a distanza, un incontro tra persone che dimostrano affinità elettiva, quel “Entanglement” proposto in un brano dell’album e galleggiante nel libro, termine che fa riferimento ad un legame speciale che può esistere tra due persone che riescono ad annullare la lontananza fisica attraverso una sorta di naturale dipendenza reciproca che, in questo caso, una penna immaginaria riesce a nutrire.

E se Foscolo avesse potuto leggere e commentare “Pensiero Viola”, senza indugio, avrebbe cercato un nuovo concetto sovrapponibile alla sua “corrispondenza di amorosi sensi”.

Una delle caratteristiche a mio giudizio importanti è l’idea di scrittura, ovvero il mezzo utilizzato per raggiungere il fine.

Pagina dopo pagina, entusiasmo dopo entusiasmo, scoperta dopo scoperta, rimane presente un’immagine fortissima - almeno per me che ho vissuto la preistoria -, quella della “penna e calamaio”, e mi è apparsa vivida l’azione atta ad intingere il pennino per bagnarlo di inchiostro, lasciando qualche macchia sul foglio immacolato, quelle chiazze che fanno parte del dialogo, quelle note che potrebbero sembrare superflue ma che ci permettono di entrare nella vita intima - sino al livello che ci è concesso - di due persone differenti - per cultura e tipologia di vita -, magicamente unite da un legame impalpabile ma concreto.

La vita di Viola emerge con tutti gli affetti e le esperienze formative, un quadretto che completa il progetto discografico a cui accennavo. Ma più che la musicista prevale la donna, un superamento dell’artista a favore del “comune e quotidiano”.

Ma si scopre anche un po’ di storia di Lodato, gli aspetti fondanti della sua professione, un iter “costruttivo” che, se riferito all’elemento “MUSICA”, mi pare facilmente condivisibile.

Il rock, il prog, la musica italiana e quella straniera, una colonna sonora importante che si può estrapolare dalla playlist proposta a fine libro, un viaggio nel tempo, molto trasversale e privo di etichette.

Faccio mie le parole che chiudono la prefazione di Pamela Villoresi, evitando il racconto dei dettagli che lascio alla scoperta del lettore:

Questo libro sarà per ciascuno di voi un viaggio diverso, un’opportunità da acchiappare al volo e partire per il proprio viaggio… grazie a Leonardo e naturalmente a Viola”.

A Viola e Leonardo regalo una delle mie citazioni preferite che, non so perché, si è materializzata davanti a me a fine lettura: “Progressione… progressione, non perfezione!

Chissà, forse potrebbe essere oggetto del loro prossimo scambio epistolare!

 

TUTTI I DETTAGLI OGGETTIVI NEL COMUNICATO STAMPA

https://mat2020comunicatistampa.blogspot.com/2021/12/viola-nocenzi-leonardo-lodato-pensiero.html