VIOLA NOCENZI - LEONARDO LODATO
PENSIERO VIOLA
Poco più di un anno fa mi trovavo a commentare
l’album eponimo di Viola Nocenzi a cui fa seguito oggi “Pensiero
Viola”, libro scritto a quattro mani con il giornalista Leonardo Lodato.
Siamo di fronte ad una certa consequenzialità non programmata, fiorita in modo spontaneo, e quindi il mio punto di partenza resta il commento al disco, fruibile al seguente link:
https://athosenrile.blogspot.com/2020/12/viola-nocenzi-viola-nocenzi.html
Da quel momento il fenomeno “Viola
Nocenzi” esplode e lo spazio che le viene donato dai media in un periodo in
cui regna l’assoluta mediocrità porta a pensare che ci sia ancora qualche
possibilità per le proposte di qualità.
Viola ha un nome ingombrante e
frequentazioni pesanti, laddove gli aggettivi “ingombrante e pesante” fanno
riferimento ad uno status oggettivo, immodificabile, non certo negativo, ma è
un dato di fatto che appartenga ad una certa nobiltà musicale, potenzialmente
facilitatrice.
Succede in qualsiasi tipo di rappresentazione
professionale che il cognome altisonante rappresenti un muro in più da
superare, forse il più duro, ma una volta oltrepassato l’ostacolo le
soddisfazioni potranno arrivare in modo copioso.
Il vantaggio di Viola è semmai quello
di aver vissuto in un contesto privilegiato, o forse sarebbe meglio dire super
stimolante dal punto di vista artistico, ma tali fortune devono obbligatoriamente
accoppiarsi al talento e allo spirito di sacrificio, una sorta di “fame
positiva” che non si ottiene per eredità o come atto dovuto.
Tutti gli indicatori di cui siamo in possesso dicono che Viola Nocenzi ha imboccato un cammino tutto suo, che si basa su variegate skills, su di un gusto sopraffino, su una voce fuori dal comune, su di un’immagine gradevole e vincente, mantenendo però grande naturalezza e semplicità; e se esistono validi consiglieri, beh… ringraziamoli!
Il libro dunque.
La formula epistolare utilizzata
riporta al passato, ai tempi in cui la tecnologia ci imponeva i lunghi vuoti
postali che legavano la domanda alla risposta, e anche se la comunicazione tra
Viola e Leonardo avrà goduto soprattutto della velocità del “Uozzapp” - così viene
definito nel libro - la numerazione delle varie lettere riconduce ad un modello
antico, sicuramente piacevole.
Mi sono immedesimato e ho ripensato ai
mille scambi di opinioni che da anni mi legano all’autrice, con aneddoti che
potrebbero esaltarne la sua professionalità, riferiti a momenti in cui la sua
strada era ancora … in via di sviluppo.
Lo ammetto, ho bonariamente invidiato
Leonardo Lodato per la sua opportunità, ma il risultato ottenuto mi appare davvero
originale.
Alla base esiste la semplicità del
dialogo a distanza, un incontro tra persone che dimostrano affinità elettiva,
quel “Entanglement” proposto in un brano dell’album e galleggiante nel libro, termine
che fa riferimento ad un legame speciale che può esistere tra due persone che
riescono ad annullare la lontananza fisica attraverso una sorta di naturale dipendenza
reciproca che, in questo caso, una penna immaginaria riesce a nutrire.
E se Foscolo avesse potuto leggere e
commentare “Pensiero Viola”, senza indugio, avrebbe cercato un nuovo concetto sovrapponibile
alla sua “corrispondenza di amorosi sensi”.
Una delle caratteristiche a mio
giudizio importanti è l’idea di scrittura, ovvero il mezzo utilizzato per
raggiungere il fine.
Pagina dopo pagina, entusiasmo dopo entusiasmo, scoperta dopo scoperta, rimane presente un’immagine fortissima - almeno per me che ho vissuto la preistoria -, quella della “penna e calamaio”, e mi è apparsa vivida l’azione atta ad intingere il pennino per bagnarlo di inchiostro, lasciando qualche macchia sul foglio immacolato, quelle chiazze che fanno parte del dialogo, quelle note che potrebbero sembrare superflue ma che ci permettono di entrare nella vita intima - sino al livello che ci è concesso - di due persone differenti - per cultura e tipologia di vita -, magicamente unite da un legame impalpabile ma concreto.
La vita di Viola emerge con tutti gli
affetti e le esperienze formative, un quadretto che completa il progetto
discografico a cui accennavo. Ma più che la musicista prevale la donna, un superamento
dell’artista a favore del “comune e quotidiano”.
Ma si scopre anche un po’ di storia
di Lodato, gli aspetti fondanti della sua professione, un iter “costruttivo”
che, se riferito all’elemento “MUSICA”, mi pare facilmente condivisibile.
Il rock, il prog, la musica italiana e quella straniera, una colonna sonora importante che si può estrapolare dalla playlist proposta a fine libro, un viaggio nel tempo, molto trasversale e privo di etichette.
Faccio mie le parole che chiudono la
prefazione di Pamela Villoresi, evitando il racconto dei dettagli che lascio alla
scoperta del lettore:
“Questo libro sarà per ciascuno di voi un viaggio diverso, un’opportunità da acchiappare al volo e partire per il proprio viaggio… grazie a Leonardo e naturalmente a Viola”.
A Viola e Leonardo regalo una delle
mie citazioni preferite che, non so perché, si è materializzata davanti a me a
fine lettura: “Progressione… progressione, non perfezione!”
Chissà, forse potrebbe essere oggetto
del loro prossimo scambio epistolare!
TUTTI I DETTAGLI OGGETTIVI NEL COMUNICATO STAMPA
https://mat2020comunicatistampa.blogspot.com/2021/12/viola-nocenzi-leonardo-lodato-pensiero.html