mercoledì 15 luglio 2020

Porto Antico Prog Fest 2020

Il Balletto di Bronzo

Il Porto Antico Prog Fest proposto l’11 luglio del 2020 ha assunto sin dall'annuncio della sua conferma un significato superiore all’evento stesso.

La collaborazione tra Black Widow e l’organizzazione locale produce questa manifestazione ormai da molti anni, ma le note vicende legate all’emergenza sanitaria sembravano aver bloccato ogni tipo di attività: inimmaginabile pensare di pescare all’interno della nicchia del prog per ripartire, eppure… qualcuno ci ha visto giusto!

Il pubblico ha risposto alla grande, con un sold out a cui nessuno avrebbe pensato sino a poco tempo fa.

Il programma ha dovuto subire una modifica rispetto alla pianificazione di inizio anno, ed è venuta a mancare la componente straniera, ma lo spettacolo a cui hanno assistito i tanti presenti è risultato alla fine esaltante.

Per raccontarlo userò soprattutto l’elemento visuale, pescando tra le fotografie di Enrico Rolandi e le registrazioni video di Giorgio Nasso, Enrico Meloni ed alcune mie.

L’onore e l’onere di aprire la serata è toccato ad una band genovese, gli Jus Primae Noctis, che hanno avuto l’opportunità di proporre per la prima volta dal vivo il loro album, rilasciato nella fase di pre-lockdown.
La formazione è composta da Marco Fehmer - chitarra e voce -, Beppi Menozzi - tastiere -, Mario Riggio - batteria -, Pietro Balbi - chitarra -, e dal bassista Alessandro Bezante.

Quarantacinque minuti a disposizione per scaldarsi e animare il pubblico, presentando il magnifico concept album “Istinto”, un invito a riflessioni approfondite sulla necessità di approcciarsi alle cose della vita tenendo conto di differenti punti di vista, valutando prospettive tra loro alternative.

Ciò che ho avvertito nel corso della performance è stato un senso di liberazione, un mix tra la soddisfazione di rappresentare una sorta di punto zero/ripartenza e la gratificazione legata alla presentazione dal vivo della loro creatura. Una band vive aspettando il momento di calcare il palco per condividere la propria arte, e nell’occasione Jus Primae Noctis ha ricevuto il giusto riconoscimento da parte di un’audience attenta e qualificata.

A seguire propongo un’intervista a Beppi Menozzi, un paio di brani e la scaletta di serata.




Il secondo gruppo ad esibirsi è ancora genovese, Il Segno del Comando, tra i protagonisti dell’ultimo concerto a cui ho assistito, il 5 di febbraio scorso, quando suonarono al Teatro Politeama aprendo il concerto del Banco del Mutuo Soccorso.

Il leader della band è Diego Banchero, ed è lui stesso, intervistato nel pre-concerto, a svelare il programma di serata, di  cui hanno fatto parte un paio di ospiti.
La lineup, oltre a Banchero al basso, presenta Riccardo Morello - voce e tastiere -, Davide Bruzzi - chitarra e tastiere -, Roberto Lucanato - chitarra -, Fernando Cherchi - batteria - e Beppi Menozzi, ancora lui, alle tastiere: un ensemble collaudato che gira a mille.

Tra i brani conosciuti spiccano due inediti, ma in questa serata così speciale è il sound globale, consolidato, che tocca ed esalta il pubblico.
All’interno del loro set emergono le due presenze esterne, esibitesi in differenti brani. La prima è Silvia Agnoloni - che personalmente non conoscevo -, cantante attiva in ambito metal, dotata di una grande voce e di una forte presenza scenica. Chiacchierando ad inizio giornata si era premurata di evidenziare questa sua natura più “dura”, immaginando di essere fuori dal contesto generale, ma i presenti… non si sono accorti di nulla! Una bella scoperta…
Tocca poi a Sophya Baccini, una che il palco di Genova lo conosce a memoria, e sfodera uno dei suoi momenti “elevati”, ma questa volta al servizio de Il Segno del Comando, con cui aveva peraltro collaborato un po' di anni fa.

Il trait d’union tra apertura e chiusura funziona a meraviglia, e anche per loro propongo materiale utile per i curiosi che non hanno potuto essere presenti.



E arrivano gli headliner, il Balletto di Bronzo, ovvero una formazione storica del prog italiano, che in epoca recente non si era mai esibita a Genova, eccezion fatta per un live di Gianni Leone al FIM, qualche anno fa.

Negli attimi che precedono il concerto Gianni sintetizza il momento attuale del Balletto, che nell’occasione presenta un album denominato “Official Bootleg”, realizzato in CD e in vinile (al momento 100 copie numerate, da settembre nel normale circuito di vendita).
Importanti le sue affermazioni - ribadite più volte sul palco - inerenti alla soddisfazione di aver trovato la band ideale del nuovo corso, concetto che si porta dietro una logica conseguenza, la realizzazione di un album di inediti - a distanza di tantissimi anni - a cui il trio ha già iniziato a lavorare.

Oltre a Gianni Leone alle tastiere e voce, troviamo Riccardo Spilli alla batteria e Ivano Salvatori al basso, un nucleo potentissimo, come dimostrano le riprese video a seguire, alcune girate sul palco.
Leone associa differenti caratteristiche sorprendenti: un mix costituito da grande abilità tastieristica - fatta di tecnica e fantasia -, unita ad una capacità innata di stare sul palco, con l’aggiunta di una voce incredibile - che lui definisce “da adolescente” -, capace di modularsi ed estendersi a piacimento, una grande sorpresa per chi non lo avesse mai visto dal vivo. La “Nevermoore” dei Queen, inserita nel bis ed eseguita in totale solitudine, ha rappresentato un pezzo di assoluta bravura.

La sezione ritmica è apparsa efficacissima, giustificando in pieno il giudizio di Leone.
Apoteosi finale con il lancio di “documenti” e il timbro personale - la data di un giorno da ricordare - su alcuni spettatori seduti nella prima fila.



Era importante esserci, era necessario schiacciare il pulsante dello start, e a fine concerto l’eccitazione era palese, avvertita anche nei commenti dei giorni a seguire.
Il mio contributo è rappresentato da questa piccola cronaca, che potrà servire a chi non c’era, o forse solo per ricordare, negli anni a venire, che c’è stato un giorno in cui Black Widow e il suo entourage hanno voluto dare un segnale preciso, contribuendo a rialzare la testa e a cercare la luce in fondo al tunnel, alimentando la speranza, non a parole, ma in modo concreto.
E in quel momento, per chi era presente, un bel “E io c’ero!”, sarà motivo di vero orgoglio.

Qualche scatto di Enrico Rolandi

Jus Primae Noctis


Il Segno del Comando

Sophya Baccini


Silvia Agnoloni

Il Balletto di Bronzo