Il 22 novembre è il giorno scelto dalla Black Widow
per un evento importante, almeno per quelli che amano la musica progressiva, perché
un doppio set così “nobile” non è facile da realizzare.
La Claque è stata ancora una volta testimone della musica di qualità, e nello
specifico il contenitore musicale realizzato si è rivelato più forte delle
avversità meteorologiche attribuite a Genova in serata - rivelatesi purtroppo
realistiche -, e la partecipazione del pubblico è andata oltre le più rosee
aspettative.
Il programma prevedeva molta carne al fuoco che cercherò di
delineare in modo cronologico, aggiungendo spezzoni video del concerto.
Partiamo dall’elenco degli ingredienti:
-due band, entrambe headliners: Runaway
Totem e Il
Segno del Comando;
-due libri da proporre al pubblico, con i due autori
presenti: Mario Gazzola e Max Rock Polis;
-due esposizioni artistiche, con i due creatori sul pezzo, Danilo Capua e Ksenja Laginja;
Il pubblico ha potuto autonomamente prendere visione e apprezzare
l’arte dei due pittori, mentre c’è stato spazio - purtroppo limitatissimo - per
un siparietto on stage dedicato ai due book: “FANTAROCK” di Mario Gazzola e “STORIE DI PROG RINASCIMENTO” di Max Rock Polis).
Parlerò prossimamente dei due progetti, sottolineando che “FANTAROCK”,
sintetizzato da Gazzola sul palco, si è dimostrato particolarmente in tema col
set dei Runaway Totem, e solo la mancanza di tempo ha impedito una probabile
gustosa improvvisazione fatta di lettura e sottofondo musicale. Per quanto
riguarda il libro di Polis, che dire… l’estremo elogio apparirebbe partigiano, dal momento che ne ho scritto l’introduzione!
A dare il via alla sezione musicale i Runaway Totem,
antico ensemble nato nel 1988 a Riva del Garda, divenuto nel tempo band di
culto, la cui musica prescinde dai protagonisti, anche se esistono cardini che
prendono il nome di Roberto Gottardi e Raffaello Regoli.
Conosco bene la loro musica che un po’ di tempo fa, in
occasione del commento al loro album “Viaggio Magico”, definivo così: “Ogni volta che mi
avvicino a loro sento la necessità di farlo con cautela, con estremo rispetto,
avvertendo che la visione generale proposta è qualcosa che supera la musica e
racchiude un mondo complesso, dove il risultato, qualora fosse anche un brano
da due minuti, ha alle spalle una storia vissuta in lungo e in largo, dove le
esperienze, la sperimentazione e il misticismo convivono, si integrano e
rilasciano una magia. Mi piace definire il loro status come rappresentativo di
una dimensione aulica.”.
Il concerto a cui ho assistito mi ha dato conferma del
pensiero antico, anche se nell’occasione ho scoperto un’importante evoluzione della
lineup, e parlando con Gottardi e Regoli prima della performance, ho realizzato
che, attualmente, la band sono... loro due.
Non è cosa da poco perché la pienezza sonora che hanno
regalato al pubblico corrisponde invece ad un gruppo numericamente corposo.
Ovviamente tutto ciò è possibile grazie alla tecnologia, che
permette di proporre, anche, un’orchestra, nonostante la minimale presenza fisica, un modus
operativo che è parte integrante della ricerca musicale e della sperimentazione,
a partire dalle corde vocali di Raffaello Regoli per arrivare alla magia del synth
e agli effetti chitarristici di Roberto. Unica concessione al passato l’utilizzo
del Theremin - il più antico strumento elettronico esistente, regalato a
Gottardi dal francese musicofilo Bruno Cassan Koideneuf, presente nell’occasione
-, che permette di realizzare la connessione tra passato, presente e futuro.
Entrambe le band hanno approfittato del concerto per pubblicizzare
le loro novità discografiche marchiate Black Widow Records, e per quanto
riguarda i R.T. è stata questa l’occasione per l’anteprima di “MULTIVERSAL
MATTER”, rilasciato proprio il 22 novembre.
Come raccontato dai protagonisti a fine performance… “MULTIVERSAL MATTER” tratta di un viaggio
negli stati della materia di universi multipli. Il viaggio è concepito come
nella Divina Commedia con un Viaggiatore e il suo accompagnatore. Il
viaggiatore è chiunque di noi e il suo accompagnatore, in questo caso è “IL
GUARDIANO DELLA SOGLIA. In questo caso viene concepito il multiverso come un
insieme di universi che coesistono nello stesso momento temporale e nello
stesso spazio, creando multi-spazi e multi-tempi che si avvolgono come le spire
di infiniti serpenti. La materia dei multiversi passa da essere solida
(coagula) ad essere etere (solvet) ed ogni universo contiene questa infinita
materia.
Dal punto di vista tecnico, si tratta di un ulteriore
passo in avanti nella ricerca sonora di Runaway Totem, dove viene sperimentata
l'accordatura con l'intonazione del LA a 432 Hz (come auspicava Giuseppe Verdi)
invece che a 440 Hz.
Il set dei Runaway Totem non prevedeva spazio per la parola,
e credo possa essere considerata un’interessante esperienza di vita, di quelle a
cui non è necessario applicare etichette, perchè coinvolgente e spiazzante, bisognosa
di concentrazione diffusa, tra video tendenti alla psichedelia e sonorità
capaci di provocare scossoni fisici, con la voce utilizzata come strumento,
alla ricerca, a volte, delle frequenze registrate direttamente dalla corde vocali,
toccando il cuore come solo Demetrio Stratos sapeva fare, un “maestro della
voce” che viene omaggiato con la storica “Pugni chiusi” - brano simbolo
dei Ribelli di Stratos.
Dimensione onirica, spaziale e fantascientifica si uniscono
per dar vita al viaggio di Runaway Totem, quel corso a cui hanno partecipato
i fortunati presenti.
Sono le 23,30 quando Il Segno del Comando entra in
gioco, con la formazione attuale che è la seguente: Riccardo Morello (voce), Diego Banchero
(basso), Roberto Lucanato (chitarra), Davide Bruzzi (chitarra e
tastiere), Beppi Menozzi (tastiere) e Fernando Cherchi (batteria).
Band genovese nata nel 1995, ha al suo attivo quattro album -
tutti targati Black Widow Records -, e nell’occasione presenta in toto il
primo, omonimo, appena ristampato, sia in vinile che in CD, con l’aggiunta di
alcuni brani inediti registrati all’epoca.
Di questo disco, e di quello dei Runaway Totem, si
occuperà MAT2020 prossimamente, e mi limito a descrivere il profumo del
loro concerto, con l’ausilio di una trentina di minuti di video.
Ho evidenziato la formazione attuale perché sul palco si sono
susseguiti momenti diversi, che hanno sollecitato la memoria dei presenti,
pezzi di vita che si rinnovano, ricordi e suoni che non possono essere
accantonati.
E così a un certo punto si mischiano le carte ed entrano in
scena ospiti che in realtà sono parti pregresse della band, elementi storici
che fornisco lustro al concetto di incontro musicale. Mi riferisco a: Matteo
Ricci (chitarra), Gabriele Grixoni (chitarra) e Carlo Opisso
(batteria).
Cambiano gli ingredienti ma la miscela resta invariata, una forte
trama basica di prog con influenze jazz-rock che sono caratteristica indelebile
della band, con reminiscenze che si rifanno a d un dark sound tradizionale.
Il pubblico gradisce incondizionatamente, stemperando la tensione
emotiva creatasi con i Runaway Totem, gradendo l’alternanza tra rigore
avanguardistico e una buona dinamicità.
Non meno vincente - e convincente - l’episodio che ha visto
protagonista il frontman della Fungus Family, Dorian Mino Deminstrel,
scatenato nel brano “Il Calice dell'Oblio”.
Questa la scaletta del concerto…
Anche per loro parla la musica, in una serata perfettamente
riuscita, più forte del meteo contrario, quello che, ormai tutti lo sanno,
detesta il prog!