Il 17 novembre del 1979 ci lasciava John Glascock, giovane bassista dei Jethro Tull,
mancato a 28 anni per problemi di cuore.
A lui tempo fa avevo dedicato il seguente post…
Solo da pochi giorni sono entrato in possesso di un DVD raro
e prezioso, realizzato da “Itullians”, da un’idea di Aldo Pancotti, alias Wazza
Kanazza.
Sto parlando di una testimonianza tesa a commemorare John
Glascock, mitico bassista dei Jethro Tull per quattro anni, nel trentennale
della sua morte dovuta a problemi cardiaci.
Il video era già stato proiettato alla Convention di Alba,
qualche mese fa, ma l’atmosfera festaiola del momento mi aveva impedito di
apprezzarlo a fondo.
Nel 2002, in occasione dell’uscita rimasterizzata di “Too old
to Rock’n Roll: Too Young to Die”, prima registrazione di John con i Tull, Ian
Anderson aveva dichiarato:
“...ricordo John al suo apice in quei primi giorni del suo
breve periodo con noi, pieno di entusiasmo e interesse per la musica e per la
vita, così è a lui che vorremmo dedicare questa edizione rimasterizzata
dell'album.”
John nasce a Islington il 2 maggio del 1951 e la sua
avventura come bassista dei Jethro Tull (dal 1975 al 1979) terminerà a Londra,
il 17 novembre.
Inizia la sua carriera prestissimo: a soli undici anni entra
nei The Juniors, un quintetto che comprendeva anche il futuro Stones Mick
Taylor. Successivamente suonerà con The Gods, Head Machine,
Toe Fat, Chicken Shack e Carmen. È proprio con I Carmen, spalla ai Jethro durante un tour, che
John si avvicinerà al mondo di Anderson e soci, imponendosi per il suo stile
bassistico imponente e per la sua voce melodica.
Prese il posto di Jeffrey Hammond Hammond, più pittore che
musicista, e suonò in cinque album:
Too Old to
Rock’n Roll:Too Young to Die (1976), Songs from the Wood (1977), Heavy Horses
(1978), Stormwatch(1979), più il fantastic live Bursting Out (1978).
Le prime serie avvisaglie dei suoi problemi cardiaci sorsero durante il tour europeo di Heavy Horses, nel 1978, e fu così momentaneamente sostituito dal bassista Tony Williams per l'imminente tour che seguiva l'uscita dell'album. Si scoprì che un'infezione a un dente aveva colpito il cuore, danneggiando una valvola già debole, condizione ereditata alla nascita dal padre. Fu necessario un intervento per rimpiazzare la valvola danneggiata, ma Glascock non si riprese mai completamente. Anzi, le condizioni peggiorarono notevolmente durante le registrazioni dell'album Stormwatch (nel quale è presente in solo tre tracce mentre nelle altre è lo stesso Anderson a suonare) e questo causò il suo definitivo abbandono. Fu rimpiazzato da Dave Pegg e il 17 novembre 1979, a soli 28 anni, morì a causa di un rigetto della nuova valvola.
Nel DVD ci sono stralci di John on stage, ma vorrei
sottolineare il primo, quello in cui suona con i Carmen, perché mi piace
immaginare che sia stato quello il momento chiave della sua breve vita
artistica.
Carmen nacque a Los Angeles a per opera del chitarrista David
Clark Allen e della sorella Angela, nel 1970, e fu un perfetto esempio di
unione tra la nascente corrente di progressive e il flamenco.
Il gruppo, dapprima formato da sette elementi, non trovò
successo negli USA, così, nel 1973 gli Allen, si trasferirono a Londra con una
formazione rinnovata e ridotta che ora comprendeva anche il futuro Glascock.
Qui registrarono i loro tre e unici album. Nell'estate 1973 uscì il loro disco
d'esordio, Fandangos in Space e nel febbraio del 1974 Dancing on a Cold Wind.
Dopo l'uscita del secondo album, partirono per un tour negli Stati Uniti, nel
quale suonarono con artisti del calibro di Santana, Rush, ELO e Golden
Earring,e per tre mesi aprirono i concerti dei Jethro Tull.
Nel 1975 uscì il loro terzo album The Gypsies, ma subito dopo
a John Glascock venne offerto di sostituire Hammond nei Tull e sposò Angela
Allen, accettando la proposta professionale.
Così i Carmen si sciolsero e… nacque la leggenda!
Qualche anno fa mi è capitato di vedere e sentire il suono del basso di Glascock, acquistato da un italiano: era il settembre del 1996 e sul palco di Novi Ligure, assieme a Anderson, Cornick, Bunker e Pegg, presente e passato dei Jethro Tull, c’era anche un pezzettino di John. E i fan sanno apprezzare certi risvolti sentimentali!