lunedì 28 agosto 2017

FRANCESCO PAOLO PALADINO – “ARIAE “


FRANCESCO PAOLO PALADINO – “ARIAE “
SILENTES RECORDS  palacd02
Minuti 52.41
DELUXE EDITION  n. 30 copie
Immagini di MARIA ASSUNTA KARINI
Graphic project STEFANO GENTILE

Conosco da un pò di anni Francesco Paolo Paladino e ho sempre avuto l’impressione di trovarmi davanti ad una mente geniale, difficile da ingabbiare con un’etichetta, abile dietro alla macchina da presa, musicista, paziente quanto basta per coniugare la propria attività lavorativa con le forti passioni musicali, ma artistiche in genere. Credo sia un contenitore umano pieno di sorprese, e l’album che mi appresto a comentare ne è la piena dimostrazione.
Francesco mi parla del suo nuovo progetto, “ARIAE “: faccio fatica nel trasformare le sue parole in musica e chiedo lumi.
Mi scrive, mi racconta, mi fornisce elementi con estremo entusiasmo, e quando abbiamo occasione di incontrarci mi dà una sola raccomandazione, riferita ad un brano in particolare, ma da estendere a tutto il lavoro:”Ascoltalo ad alto volume!”.

“Una delle cose che la musica può fare è distorcere la tua percezione del tempo in modo che non ti interessi realmente se le cose scivolano via o si alterano in qualche modo” (Brian Eno)

A seguire è lo stesso Paladino che entra nei dettagli della sua creazione, quattro tracce “Ambient” che rappresentano avanguardia pura, se si pensa al link tra concetti idealizzati e modalità costruttiva ed esecutiva.
Afferrare i suoni che ci circondano è tecnica consolidata e affascinante, perseguita da una lunga schiera di musicisti/ricercatori, dal succitato Eno - si pensi a “Music for Airports” - sino ad un Dio del rock come Pete Townshend, campionatore di suoni naturali per “Quadrophenia”, ma ciò che ha spinto l’autore verso il momento creativo è qualcosa di spontaneo e sublime, il captare la presenza e la forza dell’aria che ci circonda, una ricerca dinamica che diventa ballo antico, integrazione totale con il mondo circostante, quello che spesso trascuriamo nei dettagli più semplici e appaganti.
Dal punto di vista tecnico la forza d’urto del lavoro di Paladino appare impressionante, un crescendo di situazioni provocate dall’intreccio tra tecnologia e skills personali.
Ma la conoscenza dell’iter realizzativo permette di lasciarsi andare, di comprendere a fondo il perché le lunghe trame siano in grado di penetrare e permeare il nostro tessuto, coinvolgendo e spingendo ad azioni caratterizzate da una buona necessità emulativa e spontanea.
Il mio consiglio per l’ascolto prevede la ricerca di un momento solitario, in un ambiente protetto e privo di distrazioni, se non quelle fornite dall’ascolto stesso, che diventeranno così una linea guida per i nostri comportamenti.

Dice Paladino: “ARIAE (di aria) vuole essere un Cd dedicato alle persone che sono state offese dalla vita, da persone insensibili e ripugnanti, vuole essere dedicato agli artisti che sono stati sfregiati da manager che solo in superficie sembrano comprensivi ma vivono in compagnia di nere e finte verità; alle donne violentate, stuprate, oggetto della cinica ignoranza e brutalità; ai più giovani, ai cuccioli degli uomini che annusano l’aria per trovare sentimenti veri, ideali e dignità. Nella speranza che l’aria nuova che ho cercato di carpire all’universo dei suoni possa essere per tutti loro aria fresca, nuova, rigenerante”.

Intenti nobili, lavoro da conservare e usare nei momenti di necessita di riflessione...

Le indicazioni dell’autore…

Il 28 maggio 2016 mi trovavo nella mia abitazione di San Nicolò a Trebbia (PC) e ho sentito dentro me la necessità incontenibile di registrare l’aria, era un desiderio che non potevo trattenere, che non potevo procrastinare. Pertanto ho aperto tutte le finestre della mia casa e con un registratore digitale portatile ho iniziato a effettuare percorsi da una stanza all’altra, dal corridoio alla biblioteca, mano a mano intuendo la densità, la forza e la presenza dell’aria fresca del mattino. Io che mai ho danzato in vita mia se non provocando ilarità e pena, ho danzato insieme all’aria, con il registratore in mano e quella mano infilata in un guanto di velluto invernale, per non avere frequenze sporche. Ho risentito i fields e mi hanno subito affascinato e stupito; l’aria sembrava girasse, percorresse itinerari silenziosi, proponesse nuove vie magiche. Ho passato tre quattro giorni a ripulire quei frames, a dilatarli, restringerli, ho sentito rumori che in un primo tempo non avevo sentito, alcuni dei quali sembravano voci lontanissime; alcuni li ho eliminati, altri li ho accentuati. Poi ho recuperato vecchi nastri di esperimenti notturni con una fisarmonica. Non ricordo se la registrazione era una mia prova solistica o se ero in compagnia di Alberto e Pierluigi Andreoni (Pier luigi Andreoni era il proprietario della fisarmonica). Si trattava di un nastro che avevamo registrato in un periodo precedente all’uscita del primo LP degli ATROX che non era mai stato diffuso (se non in 5 copie) che si chiamava “THE LAST CARNIVAL SOUND”. Una di queste tracce, “Carnevale della Luna” ha attirato la mia attenzione, era una breve progressione di fisarmonica con - alla fine - un cantato di Alberto. Ho estratto pochi frames del nastro e l’ho rallentato. Poi ho piano piano aggiunto un reverbero del mio programma final cut per montaggio video. Ho guardato “l’audiowave” e sezionato i frames in tanti diversi frames; li ho duplicati per un numero imprecisato di volte; poi ho gettato quei frames nel vento. Così sono nate ARIES, ARIEL e ARIENTE; ARIAE invece nasce dalla mia voglia di ascoltare e far ascoltare l’aria. In questo caso ho lavorato sui suoni di un vecchio violino birmano appeso da tempo sopra la mia scrivania e delle ventose strisciate sul mio salvacamino. Poi ho reso partecipi Favaron, Fogar, e Balestrazzi della mia idea, senza fare ascoltare a nessuno quello che avevo già fatto. I files che mi sono arrivati da quei grandi musicisti e amici erano perfetti. E sono stati distribuiti nell’aria. Nei giorni successivi ho lavorato ascoltandoli in varie parti della mia casa, comprendendo che, a seconda del luogo, emergevano suoni diversi. Ho lavorato di lima e cesello per almeno un’altra settimana. Poi mi sono fermato ed ho ascoltato l’aria.

ARIES : 16’26’’
Nastri, fiend recordings, birman violin;  ventose : FRANCESCO PAOLO  PALADINO 

ARIAE 11’39’’

Nastri,fiend recordings, birman violin;  ventose : FRANCESCO PAOLO  PALADINO
Frames : ALESSANDRO FOGAR 

ARIEL 12’10’’

Nastri, fiend recordings, birman violin;  ventose : FRANCESCO PAOLO  PALADINO
Frames: GIANLUCA FAVARON, SIMON BALESTRAZZI

ARIENTE 12’03’’
Nastri, fiend recordings, birman violin;  ventose : FRANCESCO PAOLO  PALADINO