I
miei commenti musicali si basano quasi sempre sull’analisi di un prodotto
tangibile, pronto per la distribuzione, un giudizio che mi piace pensare
possa stimolare la curiosità dell’ascoltatore.
Nel
caso del progetto The Whirlwind, mi trovo tra le
mani quatto brani demo che dovrebbero aprire la strada verso un EP di prossima
uscita, e quindi il mio pensiero, l’intervista a seguire e il brano allegato, potrebbero avere la funzione di biglietto da visita, una sorta di vista dall’alto,
e mi auguro che tutto ciò possa incrementare la conoscenza di questa band che,
a mio giudizio, ha idee ed energie da vendere.
Occorre
intanto dire che siamo al cospetto di giovani, sì, ma non di primo pelo, ovvero
musicisti preparati, con una buona gavetta alle spalle, lontani dalle creazioni
easy e affascinati dalla musica progressiva perché, come loro affermano, “quando inizi a mixare diversi stili è
inevitabile che ti ritrovi automaticamente nel progressive”.
Ecco
il loro manifesto programmatico, la libertà, la voglia di recuperare ciò che
nel tempo si è assimilato per fondere tutti gli elementi, usando gli stilemi
classici del prog, ma senza cadere nel nostalgico, e così troviamo un largo uso
della tecnologia che riesce a dare nuovo volto ad una musica che mantiene il
profumo vintage.
Liriche
proposte in lingua inglese, uso di fondamentali tappeti tastieristici, un
pizzico di metallo, tempi dispari e utilizzo elastico della componente vocale, sono
gli ingredienti di questa “musica coraggiosa”, capace di diventare ballad nel
brano Old Narcissus, che dopo il primo ascolto lascia
appiccicato un refrain beatlesiano che non abbandona più, cosa pregevole se si
pensa che l’obiettivo del facile ascolto sia davvero secondario per i The Whirlwind.
"My love is flawless Only when it comes to Falling for none but my
own
My love is progress Rhymes, as well, chain my refrain”
La
sensazione è che esista una forte propensione - e facilità - alla creazione in
studio, al momento non confortata da una minima fase live, aspetto fondamentale
per ogni ensemble musicale, qualunque sia il genere proposto. Ma anche questo è uno dei goal che i The Whirlwind si sono prefissati di
raggiungere nel corso dell’anno appena iniziato.
Non
resta che attendere fiduciosi, perché le tracce che ho ascoltato (Flashing
Signs, My Dear Lunacy, Old
Narcissus e Totems) inducono
ad un deciso ottimismo.
L’INTERVISTA
Come si incontrano i The Whirlwind e qual è
l’elemento comune che può considerarsi il collante della band?
I The Whirlwind nascono dall’incontro di Saverio e Marco. Questo connubio artistico
si è tradotto in un vero e proprio progetto basato sul tema del doppio, che
riflette in parte noi e le nostre differenze che ci arricchiscono e ci
completano.
Come definireste, a parole, la vostra
musica?
Non sentiamo dei limiti, sia nella
composizione che nella concezione della musica. Ci piace differenziare il più
possibile, sia nei testi sia nei “mood”, come si può sentire nel passaggio
tra due canzoni come “THE OLD NARCISSUS” e “MY DEAR LUNACY”.
Consideriamo la nostra musica come un
rock influenzato dal progressive, due generi che ci hanno plasmato musicalmente.
Che cosa vi ha portato sulla strada della
musica progressiva, genere che non è caratteristico del vostro periodo di vita?
Volevamo creare qualcosa di diverso e
quando inizi a mixare diversi stili è inevitabile che ti ritrovi automaticamente
nel progressive.
Ho ascoltato il vostro demo: qual è il primo
obiettivo? Un EP o realizzerete un album completo?
L’obiettivo principale è fare un EP. Secondo
noi è il modo giusto per iniziare a far girare la nostra musica. Contiamo di
utilizzare questo lavoro, infatti, per mettere in risalto tutti gli aspetti del
progetto. Sappiamo che saranno poche tracce, ma allo stesso tempo ci sarà
talmente tanta varietà da poter dimostrare, senza dubbio, tutto il nostro
eclettismo in maniera più che esaustiva.
Avete sviluppato esperienza live?
Ancora gli Whirlwind non hanno mai suonato
dal vivo, ma sono diversi anni che calchiamo palchi con altre band e spettacoli
teatrali. In ogni caso stiamo progettando il nostro debutto. Ci accompagnerà nei
live la nostra WW Band composta da Roberto Molisse (batteria), Giacomo Soldani
(basso) e Roberto Biondi (tastiere): il loro contributo andrà anche nella
registrazione dell’EP.
Esiste
un nome di un artista o di una band che vi mette tutti d’accordo?
Certo, ce ne sono tanti: Flying Colors, Spock’s Beard, Transatlantic, Steven Wilson &
Porcupine Tree… tutti questi
artisti ci mettono d’accordo e ci influenzano al tempo stesso.
Perché avete scelto la lingua inglese per i
vostri testi?
Abbiamo
scelto la lingua inglese perché da una parte puntiamo anche al “mercato”
estero, mentre dall’altra
la nostra ritmicità concitata
trova la sua espressione migliore nella metrica inglese, a nostro parere, che è
una lingua molto più fondata sulla rapidità di espressione rispetto all’italiano.
Liriche e
musica: che cosa pesa di più nella
costruzione dei vostri brani?
Le nostre canzoni
nascono dalla musica: la musica ispira le parole, che a loro volta ispirano
l’arrangiamento finale.
Siete, musicalmente parlando, più analogici
o digitali? Quanto amate la tecnologia applicata al mondo dei suoni?
Siamo molto digitali, e ci piace. Non
cerchiamo sonorità anni ’70 come altri gruppi progressive; il nostro sound deve
essere nuovo e fresco. Amiamo sperimentare
con synth ed effetti, e spesso questi determinano addirittura l’arrangiamento
di un brano.
Che
cose vorreste realizzare nei prossimi tre anni?
In tre anni contiamo di realizzare il nostro
EP - che secondo le previsioni uscirà a fine marzo 2016 -, esordire in un
concerto di presentazione che si terrà il 2 Aprile 2016 al teatro di Cavriglia
(AR) e poi iniziare a lavorare al nostro LP.
Quello che speriamo, poi, è di riuscire a
portare il progetto in qualche festival, italiano ed estero.
Un po’ di storia…
MARCO BADIALI – AUTORE DELLE CANZONI, VOCE E TASTIERE
Marco Badiali: “sono nato nel 1986, in provincia di Arezzo. Fin da piccolo mi sono
interessato alla Musica. Ho iniziato a suonare la Chitarra a 13 anni e studio
canto da quando avevo 16 anni. Ho avuto esperienza nel Musical, Teatro, Jazz,
Crooner, Pop Rock, esperienze Corali. Sono stato uno degli otto coristi di
Gianna Nannini all’MTv Music a Firenze, Piazzale Michelangelo nel 2013 ed al
Music Summer Festival a Roma sempre nel 2013. Sto collaborando con artisti
affermati per la realizzazione di un disco solista. Suono da molto tempo con
Saverio ed a Marzo 2015 abbiamo deciso di iniziare il nostro progetto Rock con
influenze Progressive chiamato The Whirlwind”.
SAVERIO SISTI – AUTORE DELLE CANZONI, CHITARRE E PROGRAMMAZIONI
Saverio Sisti nasce nel 1986 - studia clarinetto per
poi passare al basso ed infine alla chitarra. Appassionato di effettistica, e
computer music: per questo ama sperimentare sempre nuove sonorità. Ha avuto esperienza in vari generi musicali,
dal Pop al Rock Progressive! Chitarrista anche nel gruppo strumentale
Progressive BASTA! Decide insieme a Marco di creare il progetto Whirlwind per
poter dare sfogo alla creatività su nuove canzoni e creare una band “modulare”.
LORENZO RIGHI – AUTORE DEI TESTI
"Lorenzo Righi: sono nato nel 1989, in provincia
di Firenze, e fin da piccolo ho coltivato diversi interessi di tipo creativo,
dalla musica alla letteratura, fino al cinema e al teatro, concentrandomi
soprattutto sulla scrittura fino a esordire nel 2008 con il primo di due
romanzi per ragazzi, pubblicati entrambi fra i miei 18 e 19 anni di età. Pur
continuando a scrivere narrativa, ho accumulato anche diversa esperienza nel
campo della sceneggiatura di tipo drammaturgico, nonché nella scrittura di
canzoni e dei relativi testi. È proprio grazie a quest'ultimo impegno in campo
musicale che sono entrato in contatto con la band dei 'The Whirlwind',
provenienti come me dal Valdarno toscano, e avviando con loro una
collaborazione per la realizzazione di un primo EP. Recentemente laureato
magistrale in 'Lingue e Letterature Europee e Americane', con specializzazione
nel campo dell'anglistica, continuo a coltivare i miei interessi in campo
accademico e, allo stesso tempo, espandere la mia attività nel campo della
sceneggiatura televisiva e cinematografica."
Del progetto fanno parte anche Roberto Molisse (batteria), Giacomo Soldani (basso) e Roberto Biondi (tastiere)