Ad inizio ottobre, era
il giorno 8, ho partecipato a un evento unico che ha visto come protagonista
principale Aldo
Tagliapietra. Ho descritto ampiamente quella serata, così come il
nuovo album “L’angelo rinchiuso”, ma l’eccezionalità del momento è legata
alle molte sfaccettature che mi sento di cogliere, forse solo mie personali
percezioni, ma agli stimoli si reagisce in modo differente, e niente come la musica è capace di suscitare
reazioni, magari diverse tra loro, ma tutte lecite e sostenibili. Su quel palco, quella sera, c’era tutto il
mondo di Aldo, i suoi risultati, la sua visione del futuro e la sua filosofia
di vita: una famiglia riunita, il passato musicale, il presente ed anche uno
scorcio di futuro, simboleggiato da quel nipotino che identifica, come sempre
accade, la continuità, non tanto artistica in questo caso, ma di una stirpe umana solida,
concreta, dove i sogni si tramutano in realtà non per magia, ma solo dopo aver
versato molte lacrime, tra sudore e soddisfazioni.
Credo sia raro, forse
unico, presentare in un colpo solo un album “antico”- con l’aiuto di giovani
uomini - e al contempo la storia scritta della propria vita. Chiarisco l’aggettivo “antico”:
il nuovo disco, si distacca dal precedente “Nella Pietra e nel vento”
- uscito solo un anno fa - per un chiaro
ritorno alla musica progressiva, attraverso la collaborazione con i Former Life, cioè quella che si può
ormai considerare la band di Aldo.
E' tutto questo un continuo equilibrio
tra ere, sintetizzato nel book “Le mie verità nascoste”.
Invidio in modo sano
gli autori, non tanto Gloria
Tagliapietra che è parte in causa, ma sicuramente Omero Pesenti e Gianpaolo
Saccomano, per avere condiviso momenti così intimi che miscelano gli
accadimenti dell’ex ORME a quelli di ogni singolo amante della musica un po’ avanti negli anni, conscio dei fatti e del loro svolgimento.
Come sempre dico,
occorrerebbe trovare il modo di affiancare per 30 ore - è questo il tempo
dichiarato dagli autori impegnati nelle interviste - ogni musicista storico,
perché i documenti vanno recuperati e miscelati ai ricordi personali,
ricostruendo vicende che col tempo andranno perse, se non fissate sulla carta.
Conosco abbastanza da
vicino la famiglia Tagliapietra, almeno tre quarti di essa, e leggendo il
libro, pagina dopo pagina, ho ritrovato l’immagine che mi ero creato, quella di
un uomo, artista straordinario, capace di vivere la notorietà con estrema
semplicità, parlando sottovoce, camminando in modo soffice, spinto nelle scelte
importanti da una passione impressionante, quella per la musica. E’ un uomo
fortunato Aldo, perché la sua vita avrebbe potuto essere diversa senza l’incontro
con Lucia. Certo, la vita di
provincia, anche 50 anni fa, non era l’ideale per sfondare, ma la caparbietà e
qualche incontro fortunato, unitamente al fatto che a quei tempi i sogni
musicali potevano anche realizzarsi, hanno portato Aldo a un resoconto il cui saldo
è positivo, con o senza ORME.
La famiglia ha ruolo
preminente e quando la semina è buona il raccolto non può che essere soddisfacente.
Guardare dall’esterno il modo in cui “l’adulta” Gloria si prende cura di papà -
professionalmente e non solo - sintetizza la capacità di un uomo e di una donna
di fondare una vita su solidi principi e raccoglierne i sicuri frutti: Aldo e
Lucia hanno lavorato bene!
Il ritratto che gli
autori disegnano è preciso, e il mix di ricordi e avvenimenti emerge
come mosaico che smarrisce le coordinate temporali e spaziali e racconta di una
vita che vale la pena prendere come esempio. I viaggi, la
spiritualità, gli amici vicini e lontani, la forza della gioventù, gli incontri
incredibili, le performance e i grandi appuntamenti, gli album, la melodia, il
sitar e l’India… tutto serve per delineare un profilo umano, e allo stesso
tempo un’epoca e differenti modi di intepretarla e viverla. Ogni dettaglio - dal
racconto del matrimonio, sino alle nascita dei figli, passando per l’arredamento
della casa - rappresenta un pezzo del puzzle che via via si compone nel corso
della lettura, e la preminenza della musica sul resto del percorso compiuto da
Aldo, inaspettatamente sparisce, e i colori mischiati e diluiti assumono una nuova e
sorprendente connotazione.
Certo… le ORME! Come Aldo stesso ha
dichiarato, non ci sono riferimenti pesanti verso uomini con cui si è condiviso
una parte importante di esistenza, creando qualcosa che rimarrà nella storia
della musica, ma piuttosto un punto di vista, una descrizione della realtà che
sicuramente avrà altre sfaccettature, a seconda di chi la racconterà. Ma il
sentimento più diffuso, accompagnato dall’oggetività di informazione, è la
delusione, una sorta di reazione tipica di chi si sente tradito profondamente
nei sentimenti. La verità non è mai sola, e Aldo Tagliapietra intitola
volutamente il libro: “Le mie verità
nascoste”, sottolinenado che ciò che ci si appresta a leggere, almeno in
certi particolari, è la sua personale versione e quindi contestabile da chi è
tirato in causa.
Non dimentica gli
amici Aldo… Armando Gallo, Reverberi e tanti altri, ed è proprio la fraternità un
valore molto forte che sboccia tra le righe.
Esiste un’altra forte
propensione, quella che trasforma Aldo in reale credente della … dottrina di
squadra, evidenziando la sua predisposizione, nel corso della vita
professionale, ad un gioco di singoli che recitano un ruolo in funzione dell’obiettivo,
e la famosa frase di Totò “… è la somma
che fa il totale…” diventa l’esemplificazione dell’efficacia del lavoro in
team.
E ora Aldo
Tagliapietra, circondato da affetti e
amici, può continuare nella consegna del proprio verbo, tra nipotini e baldi
giovani da palco… gli autori di questo book gli hanno dato una discreta mano,
permettendo al bassista e cantante delle ORME di fornire il proprio pensiero, non solo con
melodie e liriche, ma anche con scorci di vita scritta.
E io mi illudo che
anche Tony e Michi sapranno apprezzare.
Recensione de “L’angelo rinchiuso”:
Recensione concerto dell’8 ottobre al
Factory:
http://athosenrile.blogspot.it/2013/10/aldo-tagliapietra-in-40anniversario.html