Sarebbe molto più semplice poter
guardare qualcuno negli occhi mentre parla, piuttosto che leggere risposte
scritte, magari frettolosamente. Eppure anche il modo in cui ci si racconta,
tra virgole e puntini messi secondo il proprio piacere, contribuisce a creare
una immagine precisa. Forse dovrebbe bastare la musica, ma per cercare la
sintonia con chi propone con cautela - ma fermezza - la sintesi di un pezzo di
vita, occorre provare a cercare tra le pieghe e i risvolti nascosti, rischiando
magari di prendere cantonate, ma scavando un po’ alla ricerca di quello che
magari è poco evidente.
Valerio
Billeri ha una discreta storia alle
spalle, ma quello che propone oggi è il nuovo album, Acque Alte, otto tracce
fatte di folk, blues ed espressione cantautorale dei nostri luoghi.
Ritorno alle affermazioni iniziali per evidenziare l’idea che mi sono
fatto, unendo la musica a tutto quanto ho percepito, e sfortunatamente non ho
potuto girare e rigirare tra le mani un CD e tutti i dettagli che può contenere…
molto più di una semplice raccolta di informazioni.
Valerio è un menestrello dei nostri giorni, nato probabilmente in un’epoca
sbagliata, perché lo spazio che veniva concesso un tempo a certa musica ora non
esiste più, e allora occorre sudare e accontentarsi di ciò che a fatica si
riesce a strappare con le unghie.
Una chitarra, tante idee e un modo personale per proporle, magari da
captare in ambienti e occasioni impensate, perché non c’è bisogno della folla,
non necessitano luci e lustrini, anche se sarebbe fantastico trovare il modo
per raggiungere tutti e far conoscere un modo di verso di cantare e suonare.
I maestri di Valerio sono dichiarati: non si può creare qualcosa di
personale senza aver conosciuto e assimilato il passato. E l’originalità di Acque Alte risede nel messaggio che ad
un ascolto superficiale può risultare criptico, ma che induce alla rapida
decodificazione, perché si ha sempre la sensazione di restare in bilico, in
attesa che girato l’angolo ci sia una rivelazione, un punto di vista diverso di
qualcosa che già ci appartiene. Un esempio? Anticipo una mia domanda e uno
stralcio di risposta: “Quale il filo
conduttore dei differenti brani?”, “Il filo conduttore e' l'acqua che qui, a
differenza di cio che si pensa, è portatrice di divisione e dolore, la divinità
e il buono si manifestano con il deserto e il fuoco”.
La finezza nella composizione delle liriche trova contrapposizione in una musica basica, le nostre origini, la terra, il
popolo raccolto che prega tra gioia e dolore, il blues, le danze, le riunioni provocate
da un pretesto qualsiasi nel nome di un elemento comune che ha valore di
simbolo, e quindi trascende la materia.
Ho ascoltato con religiosa concentrazione
Valerio Billeri, e per qualche attimo sono stato assieme a lui, vicino al suo
fuoco, alle sue storie e ai suoi amici, felice di vedere ancora una volta che
la purezza e la bellezza della musica si cela in ogni luogo, soprattutto in quei
percorsi che mai ci verrebbe in mente di battere.
Un sentito
grazie a Valerio che ha voluto raccontarci frammenti di vita… della sua vita,
permettendoci di entrare in un mondo musicale a cui vale la pena dare la
maggior visibilità possibile.
L’INTERVISTA
Come nasce la tua
passione musicale? Quali i tuoi punti di riferimento?
La mia passione
musicale nasce dalle vecchie cassette che si compravano sull'autostrada; mio
padre una volta ne comprò una di Elvis … e poi i vinili Dylan, De Andrè, un 45
giri di Jannacci, De Gregori il Boss... i miei punti di riferimento sono i
grandi songwriter americani e i bluesman del Delta, quelli dei 78 giri, Alan
Lomax, la musica popolare italiana.
Potresti sintetizzare
il tuo percorso dagli inizi ad oggi?
Tortuoso… alti e
bassi, grandi soddisfazioni e delusioni per colpa della poca cultura e rispetto
verso chi suona che vige nel nostro paese; i clientelismi... la musica in
Italia e sempre più per una classe medio/alta che si puo permettere le spese
per la produzione e la strumentazione e gli spostamenti; ben vengano i gruppi
hip hop, il libero scambio su internet e nuove forme musicali.
Rock, folk, blues,
cantautorato… in quale ambito ti senti più a tuo agio, ammesso che si possano
fare sottili distinzioni?
Mi sento a mio agio
quando riesco ad esprimere Arte, quando la mia mente e il mio corpo sono nella
condizione di farlo; non senpre mi riesce… sono nella continua ricerca, come
Achab della balena bianca.
Che cosa racconta il
tuo nuovo album Acque Alte?
Quale il filo conduttore dei differenti brani?
Il filo conduttore
e' l'acqua che qui, a differenza di cio che si pensa, è portatrice di divisione
e dolore; anticamente il colore degli Angeli e di Dio era il rosso, dei demoni
l'azzuro. Su Acque Alte la divinità e il buono si manifestano
con il deserto e il fuoco; dimenticavo di dire che sono ateo.
Come si colloca
questo tuo nuovo lavoro rispetto ai precedenti? Esiste una evoluzione e una
maturazione di cui sei pienamente conscio?
E’ maturato nella
scrittura dei testi, cosa per altro avviata con il CD Il ponte, del 2010, mentre
musicalmente la ricerca si è spostata verso forme di scrittura primordiale… il
blues, le vecchie ballate dei cantastorie, gli spiritual.
Mi parli di ciò che
hai realizzato a scopo benefico, nel 2012?
Vintage Radio, il lavoro per la
federazione italiana della paratetraplegia, ha avuto un buon successo di
vendite, e l' intero ricavato dell'album è servito per finanziare la ricerca
sul midollo spinale; tutti i musicisti - anche personaggi di primo livello come
Bonfanti e Max La rocca, i Blastwaves, il grande Willie Nile - hanno
partecipato gratuitamente.
Riesci a concepire il
passaggio di messaggi ed emozioni, attraverso una musica priva di liriche?
Sì, con la musica
popolare maggiormente; gli strumenti a corda, le vecchie fisarmoniche, i
violini…parlano molto, e i pianoforti scordati captano storie e le portano con
loro.
Che idea ti hai
dell’attuale stato della musica in Italia?
Per i grandi
circuiti una M... per quanto riguarda l'underground o come si dice per essere
fichi “nell'indie”, c’è pieno di roba buona.
Che cosa accade nei
tuoi spettacoli live?
Si trova buona
musica suonata con l'anima e il sangue.
Prova a sognare in …
modo realistico! Cosa potrebbe capitarti, musicalmente parlando, nell’immediato
futuro?
Nulla, spero solo di continuare la mia ricerca fino alla fine dei miei giorni.