La seconda serata della 1° edizione del Genova Prog Festival - 9 aprile - vede sul palco un solo gruppo, l’unico italiano, se si esclude Il Tempio delle Clessidre, band genovese esordiente, che ha aperto per i Soft Machine Legacy, il 30 marzo….
Sul palco la storia
della musica di casa nostra, se si pensa che il primo album progressivo, “Collage”,
presentava due dei protagonisti della serata, Aldo Tagliapietra e Tony
Pagliuca. Con loro un grande chitarrista, Tolo Marton, già membro de
Le Orme assieme ad Aldo e Tony, nell’album “Smogmagica”.
Ma ora il gruppo si
chiama semplicemente “Tagliapietra, Pagliuca e Marton”, anche se è impossibile
trascurare la new entry Manuel Smaniotto, giovane batterista di grande
qualità.
Per me non è stato un
concerto qualsiasi, questo organizzato da Music No Limit.
Sarebbe poco
interessante descrivere il mio personale sentimento, se non fossi convinto che
molti come me, il 9 aprile, hanno provato lo stesso stato d’animo, che
trascende l’argomento musicale.
Ero poco più che un
bambino quando un amico portò in strada (sì, in mezzo alla strada) un disco di
un gruppo che sino a quel momento avevo abbinato esclusivamente a canzoni come
“Irene” o “Senti l’estate che torna”. E quella copertina, che
presto avrei appeso in camera sotto forma di poster di Ciao 2001, mi veniva
descritta dall’amico esperto come il primo elemento di una musica nuova. E
aveva ragione. Era “Collage”, anno 1971. E ora, a Genova, in una
serena serata primaverile, avevo addirittura il compito di introdurre il gruppo
per gli spettatori liguri, quegli uomini e quelle donne che come me avranno
legato i ricordi personali alla musica proposta dal palco.
Ma, sgombriamo il
campo da ogni dubbio, non è stato il “concerto della nostalgia”, perché la
sensazione che questi musicisti sono riusciti a dare è che i concerti di questo
periodo, molto più di quello romano, novembrino, celebrativo dei 40 anni di
prog italiano, siano il punto zero di un nuovo progetto. In questo senso,
Manuel Smaniotto può rappresentare la spinta che arriva dalla gioventù e da una
“positiva incoscienza”.
Quattrocento persone
hanno partecipato al concerto, svoltosi nella Sala Maestrale del Porto
Antico. La prevendita è stata un po’ deludente, ma chi è avvezzo a certe
situazioni sa che quando arriverà al botteghino troverà ciò che cerca. E
puntualmente il pubblico raddoppierà ciò che appariva modesto in sede di
prevendita.
Ma il mio
avvicinamento alla serata avviene qualche ora prima, nel corso del soundcheck,
quando cerco di “rubare” qualche momento non ufficiale. Un amico che se ne
intende, Riccardo Storti, si lascia andare e mi dice.” … certo che il tocco
di Pagliuca è inconfondibile!”
Vivere il “dietro le
quinte” è qualcosa che fa parte della performance, non solo per l’ovvietà che
la preparazione è alla base della riuscita finale, ma attraverso l’armonia che
si crea con i tecnici del service e con le parti organizzative, si gettano le
basi per la piena soddisfazione, dei musicisti e del pubblico.
Tutto è pronto,
concordiamo le battute lecite e li presento, con molta emozione, mentre una
giovane donna dà l’ultimo consiglio ad un esperto musicista: “… suonate per
divertirvi…” , e così fu.
Ma come sempre accade
in queste occasioni, divertirsi significa “far divertire”, o sognare, o gioire…
insomma, stare bene.
Si va da Figure di
Cartone a Felona, da Collage a Sguardo Verso il cielo,
da Frutto Acerbo ad Amico di ieri, passando per il brano scritto
da Marton in onore di Germano Serafin.
La voce di
Tagliapietra resta un marchio di fabbrica indelebile che si sposa perfettamente
col tocco di Pagliuca e, attraverso la liason dei due con il resto del gruppo,
scaturiscono momenti da pelle d’oca.
Non mancano gli attimi
di evidenza personale, come quando Pagliuca, da solo sul palco con il piano, ci
riporta al suo album solo “Apres Midi”, con la versione particolare di Gioco
di Bimba, o come quando viene dato spazio all’energia e alla fantasia di
Smaniotto.
Notazione a parte per
Tolo Marton, l’unico che non conoscevo personalmente, anche se mi era nota la
sua fama. Mi ha spiazzato la sua semplicità sul palco, il suo modo di vivere la
musica che potrebbe erroneamente indurre l’inesperto a pensare che suonare sia
un gioco da ragazzi. Davvero un grande chitarrista inserito in un repertorio
che ha spesso rinunciato all’elemento “chitarra solista”.
Piena soddisfazione
dunque, e se qualche imprecisione c’è stata, dovuta soprattutto alla necessità
di oliare e sincronizza i meccanismi, nessuno ci ha fatto caso, perché la
performance migliore è quella che regala un paio d’ore di serenità, emozione e
voglia di partecipare. Massimi voti quindi a chi è in grado di regalare così
tanto.
La mia serata è ancora
andata avanti per un po’, tra camerini e ristorante, tra chiacchiere e
disquisizioni sul tipo di distorsore utilizzato. Ho avuto anche la possibilità
di conoscere Giampiero Reverberi, scoprendo con piacere che esiste, e che
quindi… non è solo "un’entità" superiore e impalpabile! Mi ha
guardato con un po’ di curiosità, e sicuramente avrà pensato: … ma chi sarà
mai costui, cosa c’entra con la musica!?”.
Serata
indimenticabile, e adesso aspetto con fiducia le impressioni di Pagliuca, come
promesso!
Per chi volesse
soddisfare qualche curiosità ecco alcuni link relativi a Tagliapietra, Pagliuca
e Smaniotto, mentre per l'intervista a Marton… è questione di giorni:
La
scaletta
REGINA AL
TROBADOUR
LA PORTA
CHIUSA
AMICO DI
IERI
LOS ANGELES
GIOCO DI
BIMBA
FRUTTO
ACERBO
FIGURE DI
CARTONE
EVASIONE
TOTALE
PRIMI PASSI
ALPINE
VALLEY
SOSPESI
FELONA
MEDLEY:
SERA-FABBRICANTE D’ANGELI-MAGGIO-COLLAGE
L’UOMO DEL
PIANINO/SGUARDO VERSO IL CIELO
Bis:
CEMENTO
ARMATO
CANZONE
D’AMORE