A distanza di sette anni dall’esordio discografico, “L’impero delle Ombre” presenta un nuovo album, distribuito dalla Black Widow Records. Nell’intervista a seguire è possibile scoprire qualcosa di più dettagliato su “ I Compagni di Baal”.
Nel comunicato stampa sono fruibili i dettagli:
http://athosenrile.blogspot.com/2011/03/limpero-delle-ombre-i-compagni-di-baal.html
Il titolo del disco evoca ricordi inquietanti in chi ha vissuto la TV in bianco e nero degli anni 70, quando i movie di importazione calamitavano l’attenzione delle famiglie. E certe cose non si dimenticano più perché lasciano tracce che, seppur sottili, ci accompagnano nella vita, a tal punto che il solo sentirle accennare provoca miriadi di ricordi.
“I Compagni di Baal” è dunque un concept album, e ancora una volta mi da la possibilità di evidenziare come sotto all’etichetta “Prog”, unita a qualsiasi sostantivo o attributo, sia raggruppato un modo di esprimersi che rappresenta qualcosa in più di una trama musicale unita a una lirica. In questo caso si ricorre al cinema, in altri alla pittura o alla fotografia, ma trovo sempre la necessita di unire arti differenti.
Gli spunti per creare un album concettuale non mancano mai, ma “L’impero delle Ombre” scova nel cilindro qualcosa di originale, che si presta al racconto in musica, e che potrebbe essere stato creato seguendo l’iter compositivo della musica da film.
Non amo le etichette che si è soliti attaccare ai differenti generi espressivi, ma trovo sia davvero difficile spiegare cosa si intenda per “Cemitery Rock”, ovvero la casella in cui la band si pone… molto meglio farsi un’idea propria.
Nove pezzi più una bonus track, “ Snowblind”, omaggio ai Black Sabbath, spiriti guida del gruppo salentino, per una cinquantina di minuti di rock metallico.
I testi sono in lingua italiana,fatto non scontato quando si tratta di rock italico, ma difficilmente si sarebbero potuti apprezzare i dettagli del racconto delle “setta criminale di Baal” se si fosse scelta la lingua inglese.
Le atmosfere sono prog, con l’utilizzo di strumentazione vintage, come il moog o l’organo Hammond, uno strumento che sta “resuscitando”, nonostante la difficoltà di movimento on stage.
Le sonorità sono “dure”, un vero hard rock che si mischia a fasi sognanti, a un ritmo spesso sostenuto, in funzione delle fasi della storia, con qualche momento di estrema dolcezza.
Ma qual è il succo del racconto?
I Compagni di Baal sono una setta segreta e criminale che vive con le sue regole rigide, guidata dal malvagio leader incappucciato, con l’obiettivo di conquistare il dominio mondiale. Un giornalista curioso, Claude Leroy, viene a trovarsi sulla strada dell'organizzazione e conosce strani ed inquietanti personaggi che si muovono in una trama ricca di colpi di scena. Il tutto nel cuore di una Parigi sconosciuta, impenetrabile...soprattutto nei suoi sotterranei.
Chi sopravviverà?
L’INTERVISTA
Non amo molto le etichette che “inscatolano “ un artista, anche se riconosco che sono utili per chi si avvicina a una band non conosciuta. Da dove nasce l’idea generica di definire un genere come “Cemetery Rock”?
L'idea di rock “cimiteriale” mi venne quand'ero ancora un ragazzino, affascinato dalle copertine dei dischi e dalle foto di Paul Chain che a sua volta all'epoca dichiarava di essere un seguace della magia viola o della morte.
Per chi ama la musica progressiva, cimentarsi in un concept album è un must, ma i filoni da seguire possono essere infiniti, tra il personale, la storia, la vita ecc. Che cosa vi ha portato a raccontare “I compagni di Baal”, che ricordo come qualcosa di inquietante?
Fondamentalmente è stata una decisione presa con i nostri discografici della Black Widow records che non sono nuovi a questo tipo di fusione :cinema di genere/musica. E dal canto nostro, sfondavano una porta aperta, nel senso che siamo dei veri cultori sia di certe visioni che di certa musica. L'incipit misterioso ed ossessivo è perfetto per un concept-album di “Cemetery Rock”!
Credo che il modo di comporre vari da artista ad artista, da situazione a situazione. Qual è stato l’iter compositivo di questo vostro album? La musica ha seguito le liriche o viceversa?
E' nato tutto fuso nella nostra mente (mia e di Andrea, mio fratello il chitarrista): ora saltava fuori un riff, poi un break ed un'altro giro,il tutto si impastava con le visioni che sgorgavano dalla mia rielaborazione dopo aver visto lo sceneggiato, direttamente sotto forma di testo... quasi autonomamente.
L’ultimo brano dell’album è un omaggio ai Black Sabbath. Cosa vi lega esattamente al gruppo di Osburne e Iommi? La musica o i messaggi?
Anche qui, i Black Sabbath sono i maestri, i pilastri del metal,ed è inscindibile il rapporto musica/testi/look ,hanno rivoluzionato all'epoca nel 1969 il modo di intendere il Rock su tutti i fronti, spazzando via l'utopia del “flower power” !
Quanto sono importanti per voi le performance dal vivo? Riuscite a stabilire interazione col pubblico?
Fondamentali dire ,come per qualsiasi band!! il vero banco di prova dell'effettivo valore di un gruppo. Ahimè, proprio questo è stato l'aspetto più travagliato dell'Impero, le circostanze del non trovare mai una line-up stabile ci hanno portato a considerare il suonare live ogni volta come un “concerto evento” per via delle rare esibizioni. Ma ogni volta è come un rituale con candele nere ed un forte impatto emotivo. Venerdì 13 (!) Maggio suoneremo per l'appunto in un piccolo club nella provincia di Lecce a Copertino ai “Sotterranei” ...vi aspettiamo!
Il vostro primo album è uscito nel 2004. Cosa vi è accaduto, musicalmente parlando, in questi sette anni?
Con l'Impero è uscito lo split 7” L'IDO/BUD TRIBE ,su Jolly Roger records, col pezzo DR. FRANKY, siamo apparsi sulla compilation messicana della Blower rec “FORGED IN METAL”,siamo finiti sul libro “Horror Rock” di Vitolo/Lazzati,un saggio sulla musica horror, in un ricettario gastronomico “Metal” “HELLBENT FOR COOKING” dal Canada, abbiamo ispirato un romanzo vampiresco “OMBRE NEL BUIO” di una scrittrice italiana esordiente Annalucia Marcinò..Poi, oltre all'Impero, abbiamo fatto uno split 7” con gli HOMO HERECTUS (stoner doom)/CONFRATERNITA DEL VUOTO IMMENSO (Doom), nostro side project, abbiamo esordito discograficamente con i WITCHFIELD l'altro side project di doom psichedelico dove suoniamo con THOMAS HAND CHASTE,BAKA BOMB,STEVE SYLVESTER, CLIVE JONES tra gli altri. Ah..io e mio fratello abbiamo anche preso parte alla pellicola grottesca del regista Maci Verdesca “W ZAPPATORE”, un'incredibile trip basato su una farsa death metal!! se capita nelle sale nel vostro paese non lasciatevelo sfuggire!
Non si ama mai un solo genere musicale, ma esiste un riferimento, uno spirito guida che ve mette tutti d’accordo?
BLACK SABBATH/DEATH SS/PAUL CHAIN
Quanto è importante per voi la sperimentazione e l’utilizzo di nuove tecnologie?
Poco, davvero poco! Ma non fraintendermi,non ho assolutamente nulla contro la sperimentazione anzi ammiro chi riesce soprattutto nel passato, come nel Krautrock/Kosmische musik tedesca dei 70. Noi abbiamo una concezione “antica” del Metal ma non nego (e anzi perseguo sempre) che una buona registrazione faccia la sua considerevole parte nella buona riuscita di un disco.
Cosa significa poter “lavorare” con un’etichetta come la BWR?
Un grande motivo d'orgoglio,sinceramente! Gente colta ed appassionata che ascolta veramente la musica, monitora attentamente l'underground,e cura scrupolosamente tutte le proprie produzioni dagli esordienti ai veterani, e soprattutto che lascia totalmente carta bianca agli artisti di esprimersi senza stare a guardare troppo alla “vendibilità” del prodotto. Grazie Massimo, Pino e Alberto!
Rispolveriamo la sfera di cristallo… cosa vorreste che accadesse a “L’impero dele Ombre” nei prossimi tre anni?
Vivere intanto ahahaha! Trovare un tastierista fisso e mantenere salda la formazione per poter fare più concerti possibile,un nuovo disco... beh credo che possa bastare... intanto LONG LIVE CEMETERY ROCK!! JOHN
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