martedì 19 aprile 2011

Lucio "Violino" Fabbri replica su "Volta la Carta"


Non esiste una mia sola parola che possa dare valore aggiunto al post che sto iniziando a scrivere.
Penso sia però corretto indicare il percorso che, al di là del fatto specifico, ha portato ad una discussione seria, tecnica, basata non solo su opinioni, ma su elementi oggettivi .
Ritengo quindi che, come dice alla fine del suo intervento Lucio Fabbri, dopo tante parole “quello che resta è la musica”, e forse oggi abbiamo contribuito alla causa parlando seriamente di essa, seppur attraverso opinioni diverse.
L’antefatto è la pubblicazione di un articolo di Innocenzo Alfano, sulla rivista “Apollinea”, (bimestrale del territorio del Parco Nazionale del Pollino, Anno XV – n. 2 – marzo-aprile 2011, pag. 31), avente come titolo : “Fabrizio De André in concerto con arrangiamenti (contraffatti) della PFM”.
Successivamente Alfano mi chiedeva se fosse possibile inserire il suo pensiero all’interno di questo blog, come accaduto altre volte, ma in questa occasione suggerivo di passare il materiale a Lucio Fabbri, che ho la fortuna di conoscere, e quindi la potenziale replica poteva essere la più autorevole possibile.
Non essendo io un professionista e non conoscendo le regole auree del “bravo e corretto giornalista”, mi sono mosso seguendo il mio istinto e credo/spero un po’ di buon senso.
Ciò che ne è derivato mi da soddisfazione, perché in un mondo in cui ognuno può scrivere e dare visibilità ai propri pensieri, senza filtro alcuno (io ne sono un esempio), una disquisizione complessa su di un argomento serio ha una sua utilità che va oltre il fatto specifico.

Il pensiero di Innocenzo Alfano è a portata di clic:


E questa è la replica di Lucio Fabbri...

Confesso che è davvero curioso trovarsi nella condizione di doversi difendere da un'accusa destinata ad altri, tuttavia ritengo che l'articolo di Innocenzo Alfano mi offra, se non altro, l'occasione per dire la mia sulla differenza tra "composizione" e "arrangiamento", ovvero: una composizione è un'opera interamente originale mai eseguita o ascoltata in precedenza, mentre un arrangiamento fa da contorno alla composizione stessa e quindi non rappresenta il tema dominante di una determinata canzone, di conseguenza il responsabile di un eventuale plagio è il compositore (o "autore") e non l'arrangiatore; se poi, come mi pare di capire, ci troviamo di fronte ad una citazione tratta da un brano di dominio pubblico, mi sento di affermare che il termine "plagio" diventa decisamente fuori luogo. Detto questo, io non conosco quel brano dal titolo irripetibile segnalato da Alfano, tuttavia mi farebbe piacere poterlo ascoltare e confrontare con "Volta la carta", anche perché spesso mi sono chiesto a cosa si fosse ispirato Fabrizio nel comporre questo curioso brano, così ricco di citazioni nella parte letteraria e fortemente caratterizzato da un fraseggio musicale di chiaro sapore celtico, ma purtroppo non ho mai avuto modo di chiederglielo quando era in vita.
Una volta chiarito che "Volta la carta" non è stato quindi composto ne' da me ne' tantomeno dalla PFM, bensì (come, fra l'altro, successivamente ribadito da Alfano) da Fabrizio De Andrè e dal fidato Massimo Bubola, è bene precisare che la prima esecuzione originale registrata su disco fu eseguita (nell'album "Rimini" e un anno prima della PFM) da Alessandro Pellegrino al violino sotto la guida dello scomparso arrangiatore Toni Mims (sicuramente il primo "sospettato speciale", date le sue origini scozzesi) e non (come riportato da Alfano) da Gianpiero Reverberi, subentrato a Toni in un secondo tempo, credo per motivi di salute.
Trovo davvero curioso l'excursus dell'articolo di Alfano: parlando dei due album "Fabrizio De Andre' - In concerto - arrangiamenti PFM - Vol. 1 e Vol. 2", dapprima attribuisce alla PFM ed al sottoscritto, con tanto di nome e cognome, la paternità ed il conseguente plagio di "Volta la carta"... dopo poche righe si contraddice dichiarando che la PFM non può aver copiato perchè gli autori erano altri e in più "non ha fatto altro che prelevare arrangiamenti già esistenti"... subito dopo sostiene che la PFM non ha proprio fatto gli arrangiamenti (affermazione assai poco corrispondente alla realtà dei fatti)... nonostante questa catena di contraddizioni mi sforzo di continuare e passo all'argomento successivo, ovvero spiegare il perché della presenza della dicitura "arrangiamenti PFM" su entrambe le copertine dei due live "Volume 1" e "Volume 2": pochi sanno che questa (brutta) dicitura fu coniata per risolvere un problema di carattere "cavillo-contrattual-diplomatico” risolto solo in tempi recenti con la pubblicazione su CD di un'unica confezione rimasterizzata dal titolo "FABRIZIO DE ANDRE' & PFM IN CONCERTO" (senza quindi la dicitura "arrangiamenti PFM"), tuttavia mi stupisce che l'attento Alfano non ne faccia menzione.
All'epoca il problema fu che la Numero Uno (l'etichetta cui faceva capo la PFM), non concesse l'autorizzazione alla Dischi Ricordi, con cui Fabrizio aveva firmato da poco, a scrivere sulla copertina "Fabrizio De Andrè & PFM IN CONCERTO".

In sostanza la PFM, pur avendo suonato, non ottenne l'autorizzazione a comparire sulla copertina se non con una dicitura tecnica ben circoscritta ("arrangiamenti PFM") imposta dalle rispettive case discografiche.
Tale soluzione, anche se tolse alla PFM il riconoscimento della paternità artistica del progetto, permise ai quattro membri della band (di cui allora non facevo parte) di poter avere una - credo piccola - percentuale sulle vendite dei due album a fronte del fatto che Franz & soci, oltre ad aver suonato magistralmente, svolsero al tempo stesso un superlativo lavoro di re-styling di quelli che già allora erano considerati i "brani storici" di Fabrizio, per la precisione 14 in totale, più gli allora recenti "Volta la carta", "Zirighiltaggia" e "Andrea", a cui, per dovere di cronaca, va aggiunto anche "Rimini" (per qualche motivo sfuggito alla minuziosa analisi di Alfano).
Non va dimenticato che questi quattro brani vennero solo risuonati dal vivo senza subire ri-arrangiamenti, non per negligenza da parte della PFM, ma per espressa volontà di Fabrizio, li possiamo quindi considerare a tutto titolo "cover" delle versioni originali contenute in "Rimini".
Una volta chiarito tutto ciò, come potremmo, anche alla luce di una parziale imprecisione riportata in copertina (14 arrangiamenti su 18), anche solo immaginare di cambiare quella che ormai, più che una dicitura, è da sempre parte integrante del titolo di questi due album consegnati alla storia da decenni? avremmo forse dovuto scrivere in copertina "14 arrangiamenti della PFM e 4 di Toni Mims con l'aiuto di Gianpiero Reverberi"?
Un suggerimento per Alfano: se trova cosi' inadatta la dicitura "arrangiamenti" in copertina (che per altri motivi infastidisce anche me) posso sempre consigliargli di cancellarla con il bianchetto e sostituirla con quella da lui proposta nel suo articolo ("accompagnamenti PFM").
Tanto, alla fine, quello che resta (e quello che conta veramente) è sempre, solo la musica.

Non ho trovato nessuna traccia in rete del brano degli Steeleye Span e ho scelto quindi una versione di "Volta la carta" del 1998, dove al violino troviamo Cristiano De Andrè.