Qualcuno pensava che
gli anni ’60 fossero finiti? Programmato in coincidenza con il solstizio d’estate,
il secondo Glanstonbury Festival attirò 12.000 appassionati
che sciamarono verso l’Inghilterra occidentale in cerca di nudismo, sesso,
droga e spiritualità, al suono di Arthur
Browne’s Kingdom Come, David Bowie,
Quintessence, Hawkwind, Traffic, Melanie e Fairport Convention.
Fu sicuramente la più
idilliaca fra le prime edizioni dell’evento. Al momento di ritirarsi nelle
proprie tende, piantate nei boschi vicini, a nessuno dei presenti veniva
in mente che, dopo Altamont e dopo Manson, le cose potessero essere cambiate.
Almeno nella valle di Avalon, gli anni ’70 continuavano a tenere vivi i sogni
dell’era Hippie.
“Non c’era un vero
addetto al palco e seguire la scaletta era un casino. Era poco professionale,
ma nel 1971 funzionava così. Ecco perché David Bowie suonò
alle quattro e mezza del mattino anziché la sera precedente, prima dei Traffic.
Per fortuna il sole stava sorgendo proprio in quel momento: era l’alba del
solstizio. Fu un momento davvero speciale.”
John Coleman, organizzatore.
“Si trattò del primo
festival a indirizzo totalmente spirituale e in cartellone c’erano anche
i Gong, all’epoca gruppo di
sconosciuti arrivati dalla Francia. Per quanto fossi stato espulso
dall’Inghilterra, riuscimmo a fare la traversata da Dieppe, una mattina presto,
con un furgone francese senza libretto di circolazione e un ‘immagine del
Buddha sulla mia foto del passaporto. “Il posto consisteva in una gigantesca
distesa di campi punteggiata da qualche fattoria. C’era un’enorme piramide in
costruzione ( il palco…) e in lontananza si percepiva la presenza solenne
e minacciosa del Picco di Glastonbury.
Nel 1970 venne
approvata la “Legge dell’Isola di Wight” per proibire tutti i festival… fino al
2002.
Glanstonbury Festival
“Gilli (Smith, la cantante dei Gong) e io trascorremmo la prima notte in un posto umido
e soffocante con una copertura di plastica che grondava acqua di condensa.
Dormii a fatica, in uno stato di umida semincoscienza, fino a che non percepii
distintamente una voce che intonava la più bella canzone che avessi mai
ascoltato. Un’esperienza da togliere il fiato. Mi lasciai trasportare da tanta
meraviglia e in me si produsse un senso di estasi simile a un lento ma
inesorabile orgasmo spirituale. Poi tutto finì e mi ritrovai sveglio e seduto
in una tenda fradicia sul sacro suolo di Avalon. Scoprii poi
che all’alba aveva cantato e suonato un certo David Bowie a me
sconosciuto. Tempo dopo mi procurai un nastro con la sua serenata al sorgere
del sole, ma non c’era nulla di simile a quanto avevo sentito. Che fosse
proveniente dall’interno del mio corpo? Un mistero…