"Il 16 giugno 1967 con il brano Enter the young gli
Association aprono il Monterey Pop Festival, destinato a restare nella storia,
oltre che come l'antesignano dei grandi raduni di massa della generazione
hippy, come un primo segnale evidente di un'epoca di grandi cambiamenti.
Organizzato da un singolare trio composto da John Philips dei Mamas & Papas, Paul Simon e Lou Adler per un pubblico stimato, alla vigilia, intorno alle settemila persone, attirerà, invece, oltre cinquantamila giovani e con la sua svolta musicale progressista contribuirà, nonostante i dubbi degli esperti di mercato, a far uscire il rock dai ristretti recinti delle musiche di culto. Farà conoscere al mondo, anche grazie al film realizzato nei tre giorni della manifestazione dal regista D.A. Pennebaker, la chitarra lancinante di Jimi Hendrix, la carica devastante degli Who e gli innovativi suoni delle band nate nel movimento hippy di San Francisco, prima fra tutte Janis Joplin con i suoi Big Brother & The Holding Company. Segnerà anche la consacrazione di Otis Redding, profeta di un soul che, senza rompere con le sue radici nere, abbatte le barriere razziali per parlare ai giovani di tutti i colori.
A Monterey la generazione hippy sceglie poi i suoi nuovi eroi e li acclama sul campo, come accade ai Buffalo Springfield, a Simon & Garfunkel e alla Paul Butterfield Band, arrivati in punta di piedi e ripartiti con l'investitura ufficiale. La kermesse inizia nel primo pomeriggio del 16 giugno. Dopo gli Association salgono sul palco Lou Rawls e Johnny Rivers, cui seguono gli Animals di Eric Burdon riformatisi quasi per l'occasione. La chiusura della giornata celebra la santificazione di Simon &Garfunkel.
Tra le curiosità del secondo giorno di Festival, dedicata al blues, ci sarà l'improvvisa defezione di vari artisti neri, sostituiti in tutta fretta dai bianchissimi Canned Heat e Janis Joplin, ma a rimettere le cose a posto ci penserà, a notte inoltrata, l'esplosivo Otis Redding. Nel terzo e ultimo giorno le note di Jimi Hendrix infiammeranno la platea a tal punto che i Buffalo Springfield, incaricati della chiusura, faticheranno non poco a convincere tutti della necessità di sgombrare l'area prima dell'alba. Alla fine, tirate le somme, gli organizzatori potranno contare su un utile di duecentomila dollari che verranno immediatamente devolute in beneficenza, come annunciato da tempo. Agli artisti, invece, non toccherà un soldo, perché i patti erano chiari fin dall'inizio: «A Monterey si suona gratis».
Organizzato da un singolare trio composto da John Philips dei Mamas & Papas, Paul Simon e Lou Adler per un pubblico stimato, alla vigilia, intorno alle settemila persone, attirerà, invece, oltre cinquantamila giovani e con la sua svolta musicale progressista contribuirà, nonostante i dubbi degli esperti di mercato, a far uscire il rock dai ristretti recinti delle musiche di culto. Farà conoscere al mondo, anche grazie al film realizzato nei tre giorni della manifestazione dal regista D.A. Pennebaker, la chitarra lancinante di Jimi Hendrix, la carica devastante degli Who e gli innovativi suoni delle band nate nel movimento hippy di San Francisco, prima fra tutte Janis Joplin con i suoi Big Brother & The Holding Company. Segnerà anche la consacrazione di Otis Redding, profeta di un soul che, senza rompere con le sue radici nere, abbatte le barriere razziali per parlare ai giovani di tutti i colori.
A Monterey la generazione hippy sceglie poi i suoi nuovi eroi e li acclama sul campo, come accade ai Buffalo Springfield, a Simon & Garfunkel e alla Paul Butterfield Band, arrivati in punta di piedi e ripartiti con l'investitura ufficiale. La kermesse inizia nel primo pomeriggio del 16 giugno. Dopo gli Association salgono sul palco Lou Rawls e Johnny Rivers, cui seguono gli Animals di Eric Burdon riformatisi quasi per l'occasione. La chiusura della giornata celebra la santificazione di Simon &Garfunkel.
Tra le curiosità del secondo giorno di Festival, dedicata al blues, ci sarà l'improvvisa defezione di vari artisti neri, sostituiti in tutta fretta dai bianchissimi Canned Heat e Janis Joplin, ma a rimettere le cose a posto ci penserà, a notte inoltrata, l'esplosivo Otis Redding. Nel terzo e ultimo giorno le note di Jimi Hendrix infiammeranno la platea a tal punto che i Buffalo Springfield, incaricati della chiusura, faticheranno non poco a convincere tutti della necessità di sgombrare l'area prima dell'alba. Alla fine, tirate le somme, gli organizzatori potranno contare su un utile di duecentomila dollari che verranno immediatamente devolute in beneficenza, come annunciato da tempo. Agli artisti, invece, non toccherà un soldo, perché i patti erano chiari fin dall'inizio: «A Monterey si suona gratis».
Performances
from the Monterey Pop Festival not released on the original documentary by D.A.
Pennebaker. Nearly two hours of bonus footage from the Criterion Collection
release of Monterey. The Festival that marked the beginning of the summer of
love and spurred one of musics most creative and influential era's. This
includes performances by:
The
Association- "Along Comes Mary"
Simon and
Garfunkel- "Homeward Bound" 3:55 "Sound of Silence" 6:46
Country Joe
and the Fish- "Not So Sweet Martha Lorraine" 10:00
Al Kooper-
"Wake Me, Shake Me" 15:20
The
Butterfield Blues Band- "Driftin' Blues" 22:50
Quicksilver
Messenger Service- "Dino's Song" 27:34
The Electric
Flag- "Wine" 30:51"
The Byrds-
"Chimes of Freedom" 33:40 "He Was A Friend of Mine" 37:36
"Hey Joe" 40:30
Laura Nyro-
"Poverty Train" 42:55
Jefferson
Airplane- "Somebody To Love" 48:24
The Blues
Project- "Flute Thing" 52:29
Big Brother
and the Holding Co. w/ Janis Joplin "Combination of the Two" 1:03:07
The Buffalo
Springfield- "For What It's Worth" 1:08:57
The Who-
"Substitute" 1:12:30 "Summertime Blues" 1:16:19 "A
Quick One" 1:19:57
The Mamas
and The Papas- "Straight Shooter" 1:28:14 "Somebody Groovy"
1:32:00 "I Call Your Name" 1:34:53
(Hilarious
antics of Mama Cass) 1:38:46 "Monday, Monday" 1:40:36
Scott
McKenzie- "San Francisco" 1:44:30
The Mamas
and The Papas and Scott McKenzie- "Dancin' in the Street" 1:48:05