Ho usato il condizionale (“dovrebbero…”) perché mi baso sull’esperienza personale, e dal momento che ritengo di rappresentare l’essere umano medio, ecco che estendo il concetto generalizzando, e mi pongo una domanda, entrando in un campo che non mi appartiene: qual è il legame tra la musica e la mente? Sarà Paladino una sorta di psicologo involontario?
I lavori dell’autore sono spesso ufficialmente legati tra loro, ma io trovo sempre grandi differenze nella reazione - mia - alla proposta, ovvero, ogni “album” mi conduce in territori inusuali, e il mio successivo approdo profuma di attimi di vita vissuta, magari dimenticata, ma pronta a risollevarsi quando la musica bussa alla porta.
Parto dalle considerazioni oggettive, quelle evidenziate dall’autore,
che sottolinea in primis la qualità intrinseca derivante dalla collaborazione con
Martyn Bates, uno che “… con quella voce potrebbe cantare l’elenco
telefonico!”, un colore timbrico naturale giudicato da Paladino funzionale
all’atmosfera primaverile di cui è pregno l’album.
Il titolo, “Treasure of light”, fa proprio riferimento
a ciò che la natura e il nostro animo subiscono nel momento del passaggio, in
quello che è considerato il momento topico dell’anno, quando il risveglio è
totale dopo il forzato letargo, mentre prendono forma le speranze legate al periodo
estivo, e quel “tesoro di luce” non ha età o, meglio, non si affievolisce col
passare del tempo, e ogni nuova primavera è foriera di speranza e positività.
Francesco e Martin affrontano il viaggio con gli amici di
sempre, capaci di afferrare al volo i loro obiettivi e di aggiungere il tocco
personale.
Tutti i dettagli sono fruibili al seguente link…
https://athosenrile.blogspot.com/2024/06/francesco-paolo-paladino-martyn-bates-i.html
Sedici tracce che dovrebbero avere una specifica modalità di
fruizione - come accade sempre quando Paladino produce musica -, perché un minimo
di concentrazione o, meglio, preparazione e predisposizione all’ascolto,
andrebbe fatta.
Ci sono in ballo astrazioni, sensazioni, il tempo che fluisce
dopo l’illusione dello stallo, l’amore che arriva e se ne va, i sentimenti che
cambiano ma non invecchiano, le pulsioni che restano intatte, così come gli
odori, mentre dall’esterno arrivano giudizi errati, incompleti, basati solo su
ciò che è elemento esteriore.
Considero “Treasure of light” un lavoro strumentale, giacché
le voci in gioco, seppur magnifiche, appaiono strumenti inseriti in un’orchestra
perfetta, capace di far nascere spontanee immagini a getto continuo.
Leonardo ebbe a dire: “La pittura è una poesia muta, e la
poesia è una pittura cieca…”; cercando una sintesi efficacie da incollare a
“Treasure of light”, mi viene in mente un mosaico fatto di tanti dipinti, tante
tele riempite da sagge e virtuose mani, che alla fine si lasciano guidare da un
regista che trova la giusta posizione per ogni tessera, esaltando così il
potere trasformativo dell’arte.
A fine post propongo un video che potrà dare un’idea del progetto.
Aggiunge Francesco Paladino: “Questo mio lavoro è la primavera, la mia primavera, quella di mille anni fa quando ero un ragazzo e non riuscivo a dormire alla sola idea che sarebbe giunta l’estate, quella attuale di chi ha vissuto un bel pezzo di esistenza ma si emoziona sempre e comunque per un fremito di foglie.”
Impossibile non farsi coinvolgere!
TRACKLIST:
1-Treasure Of Light Pt.1- 02:51
2-Same Airport-03:55
3-Only Two Stars 01:44
4-One More Star 01:57
5- The Carrol Of Sunny Day 04:39
6-Like A Shadow 01:32
7-Eternal Mantra 02:11
8-Eternal Crush 01:12
9-Rain and Fears 01:03
10-The Last Fog 07:14
11-Spring Mind 01:08
12-Radio Past 01:49
13-At Spanish Opera 02:01
14-African Volcano 03:48
15-Sommesso - The Waiting Day 02:45
16-Treasure Of Light Pt.2 02:12