Mentre ero alla
ricerca di differenti versioni di “Sweet Dreams” di Roy Buchanan, mi sono
imbattuto in ...
... The Hellecaster, che per chi è appassionato di chitarra come lo sono
io, possono risultare davvero coinvolgente.
In rete ho trovato
pochissimo su di loro, materiale comunque sufficiente per far venire la voglia
di saperne di più.
The Hellecasters è la
sigla sotto cui si sono riuniti nei primi anni '90 tre virtuosi session-men di
Nashville, votati più volte "chitarrista dell'anno" dalle riviste
di settore, con un curriculum di collaborazioni impressionante: John Jorgeson
(Desert Rose Band, Bob Dylan, Elton John, Bob Seger, Bonnie Raitt); Jerry
Donahue (Fairport Convention, Joan Armatrading, George Harrison, Elton John,
Robert Plant, Roy Orbison); Will Ray (Tom Jones, Solomon Burke, Joe Walsh)
Il nome, dicono, nasce dalla loro dichiarata intenzione di tirar fuori l'Inferno dalle loro Tele- e Strato-Caster.
Il nome, dicono, nasce dalla loro dichiarata intenzione di tirar fuori l'Inferno dalle loro Tele- e Strato-Caster.
In effetti usano solo
queste chitarre dal suono cristallino e la Fender ha creato ben sette modelli a
loro nome (più che per qualunque altro gruppo dal 1950 a oggi) modificati
secondo le loro esigenze.
In seguito
utilizzeranno anche strumenti marca G&L, la società fondata da George
Fullerton e Leo Fender dopo che Leo aveva venduto il suo più storico marchio.
Le tecniche dei tre eroi si differenziano: John è più rock, capace di scale al fulmicotone e timbriche mordenti; Jerry il più country ed utilizza un personalissimo tipo di vibrato ottenuto premendo le corde fra il capotasto e le meccaniche (il "Re dei Tira-corde del Pianeta" lo chiamò Danny Gatton); Will il più blues, utilizzando una Telecaster che incorpora il B-bender, un meccanismo situato dietro il ponte che altera a comando l'intonazione della seconda corda (B=Si, secondo la connotazione anglosassone), oltre ad ottenere indescrivibili effetti usando contemporaneamente due ditali d'acciao infilati al medio della mano sinistra e al mignolo della destra. Tutti utilizzano plettro e dita e il risultato è una cascata di note squillante e funambolica.
Il solo ascolto non aiuta a capire come riescano a prodursi in questi assoli; meglio goderseli in un video.
Le tecniche dei tre eroi si differenziano: John è più rock, capace di scale al fulmicotone e timbriche mordenti; Jerry il più country ed utilizza un personalissimo tipo di vibrato ottenuto premendo le corde fra il capotasto e le meccaniche (il "Re dei Tira-corde del Pianeta" lo chiamò Danny Gatton); Will il più blues, utilizzando una Telecaster che incorpora il B-bender, un meccanismo situato dietro il ponte che altera a comando l'intonazione della seconda corda (B=Si, secondo la connotazione anglosassone), oltre ad ottenere indescrivibili effetti usando contemporaneamente due ditali d'acciao infilati al medio della mano sinistra e al mignolo della destra. Tutti utilizzano plettro e dita e il risultato è una cascata di note squillante e funambolica.
Il solo ascolto non aiuta a capire come riescano a prodursi in questi assoli; meglio goderseli in un video.
Hanno realizzato tre
album:” The Return Of The Hellecasters” (1993) è stato votato dalla rivista
Guitar Player "Album Country dell'Anno", mentre Guitar Shop Magazine
l'ha dichiarato "Album dell'Anno", senza tanti distinguo!
“ Escape From
Hollywood” (1995) invece è "Miglior Album dell'Anno" per i lettori di
Guitar Player Magazine.
Infine “Hell III: New
Axes To Grind “(1997), che propone in copertina i primi tre modelli Fender a
loro nome.
Gli Hellecasters sono
tre orologi che ticchettano ritmo e divertimento senza sbagliare un colpo.
Nessun commento:
Posta un commento