L’evento
Sabato 1 dicembre ho vissuto un momento
indimenticabile, frutto della casualita’e del passaparola. Un
amico mi racconta di una serata da passare all’insegna
del blues, organizzata da Walter, un musicista per passione,
sul palco assieme ai suoi figli.
Il
tutto un po’ nebuloso, ma mi fido di Franco Piccolini, e convinco la mia famiglia a lasciarmi ”libero da
impegni”.
Il luogo
Una villa, un edificio
settecentesco da favola. È immersa in un parco e vi entro per la prima volta,
nonostante in tempi remoti bazzicassi spesso nella zona.
Il
buio non mi permette di godere appieno dello spettacolo ma, percorrendo il
viottolo che sale “bucando” il parco, si ha l’impressione di lasciarsi alle
spalle la caoticità del comune vivere quotidiano.
Sono
anche un po’ curioso ed emozionato, e provo un minimo di eccitazione che sempre
mi prende prima di un evento musicale, e non importa quanto l’evento sia sulla
carta importante.
La gente
I gruppi si
esibiscono in uno dei locali della villa.
Entro
e trovo facce conosciute e altre mai viste, baristi improvvisati dietro ad un
bancone molto fornito, un palco, una serie di Gibson e Fender in evidenza, qualche sedia, e tanta,
tanta gente che ha voglia di ”vedere cosa accade“.
Franco
mi presenta l’artefice della serata e io mi isolo ,“in front of the stage“,
nella speranza di poter filmare qualcosa.
La musica
Sono dispiaciuto di
non poter raccontare niente dei tre gruppi sul palco (al di là
dei nomi, vicini ad ogni filmato), perché la serata non permetteva molte
domande, e successivamente non sono riuscito a trovare informazioni di alcun
tipo.
Mi
ripropongo di farlo appena possibile, perché è per me un piacere raccontare di
quanti bravi musicisti ci siano in giro, più o meno navigati, più o meni
importanti.
Quando
poi ci sono di mezzo dei ragazzi, notoriamente legati ad altri generi musicali,
la mia voglia di sapere e raccontare , si ingigantisce.
I
tre gruppi hanno presentato blues e rock, con pezzi super
conosciuti e qualche “produzione propria”.
Non
mi dilungherò oltre, lasciando invece spazio a 3 filmati (uno per gruppo), che nonostante la
scarsa qualità della ripresa video, lasciano intravedere le potenzialità di
questi musicisti, e soprattutto il feeling che sono riusciti a creare.
Purtroppo, in alcune riprese, si perde parte del palco, per effetto di qualche
ammennicolo posto sull'asse di lavoro della videocamera, dopo che questa era
stata sistemata su di una televisione, alla ricerca della stabilità.
La
parte parzialmente “oscurata” e’ la chitarra alla sinistra degli spettatori ,
cioè quel manico che è la prima cosa che guardo quando vedo un chitarrista in
azione.
Mea
culpa!
Devo
sottolineare un’ultima cosa.
In quella sala
convivevano diverse generazioni, ma i ragazzi presenti non erano a rimorchio
dei genitori ; sembravano invece piuttosto integrati e a loro agio.
È
mia convinzione che solo la musica
abbia il potere, o la capacità, di azzerare il gap generazionale e le
differenze sociali.
Davanti
a del sano rock ho più volte visto la ”trasformazione degli uomini“, la rottura della formalità, il
superamento dell’etichetta, il passaggio dalla rigidità al “lasciarsi
completamente andare” a movimenti inusuali.
In
questa occasione particolare ne ho avuto l'ulteriore conferma e di questo ringrazio
Walter, l’organizzatore, che è riuscito a "creare"una serata davvero
indimenticabile.
Dirty Trick
P5 Blues Band
Homer Simpson Blues Experience
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