Il compleanno di Roger Daltrey mi conduce verso uno dei brani simbolo degli Who, "My
Generation", un inno generazionale che ha segnato la storia
del rock.
Pubblicata nel 1965, "My Generation" cattura
lo spirito ribelle della gioventù britannica degli anni '60, in particolare del
movimento Mod. Pete Townshend, il chitarrista della band, scrisse la
canzone come espressione della frustrazione e del desiderio di indipendenza dei
giovani. Il brano divenne un simbolo di rottura con le convenzioni sociali e di
affermazione della propria identità.
Dal punto di vista musicale, "My Generation" è caratterizzata da un
riff di basso distintivo eseguito da John Entwistle, che fornisce un
grande impatto energetico.
La canzone presenta un ritmo incalzante e un suono
aggressivo, con la batteria di Keith Moon che aggiunge un elemento di
caos controllato. La voce di Roger Daltrey conferisce al brano intensità
emotiva e, in particolare, il suo balbettio è stato un elemento che ha reso
unica la canzone, elemento nato in modo casuale e poi voluto dal gruppo stesso.
Il testo, semplice ma incisivo, riflette i sentimenti di alienazione e di
rabbia dei giovani.
La canzone finiva all’epoca con un'improvvisa distruzione
degli strumenti, azione che diventerà poi un marchio di fabbrica del gruppo nei
loro concerti, per molto tempo.
"My Generation" è considerata una delle
canzoni più importanti nella storia del rock, un inno che ha influenzato
generazioni di musicisti, capace di definire il suono e l'atteggiamento del
rock and roll, aprendo la strada al punk rock e ad altri generi musicali
ribelli, diventando un simbolo di gioventù, di ribellione e di desiderio di
cambiamento.