"Carry On" è
una canzone di Crosby, Stills, Nash & Young, scritta da Stephen Stills, traccia di apertura del loro
secondo album Déjà Vu (1970).
Fu anche pubblicata in versione 45 giri come lato B di "Teach Your Children".
Leggenda narra che, mentre ci si avvicinava alla fine delle
sessioni di registrazione per Déjà Vu, Graham Nash disse a Stills che
non avevano ancora una traccia di apertura. Molti artisti o produttori preferivano
iniziare un album con una canzone particolarmente orecchiabile, per creare
l'atmosfera e incoraggiare il primo ascolto. Stills prese due canzoni (una
delle quali era la canzone "Questions", che aveva scritto e
registrato con i Buffalo Springfield), e le montò insieme ad alcuni spezzoni di
una jam session a cui aveva partecipato qualche giorno prima, e arrivò ad un
pezzo finito.
La canzone è nota per il bridge che evolve da un tempo più
veloce a uno più lento, con i versi del testo cantati a cappella, e fornisce l’idea
di due distinte sezioni assemblate, ma molto diverse tra loro.
Il messaggio sopra citato, che fa riferimento al colloquio tra
Nash e Stills, era in realtà rivolto a tutto il gruppo, dato che a quel punto
della storia era diventato complicato mantenerne l’unione.
La canzone fu anche un modello per i Led Zeppelin, la cui traccia "Friends" su Led Zeppelin III è generalmente vista come ispirata ad essa.
Parliamo dei significati…
"Carry On" è un brano complesso e ricco di
sfumature, che affronta temi di speranza, perseveranza e ricerca di un futuro
migliore.
Esiste una visione ottimistica e propositiva, con l’invito ad
andare avanti ("carry on") nonostante le difficoltà.
Il testo parla di un "nuovo giorno" e di un
"nuovo modo", suggerendo un desiderio di cambiamento e di un futuro
più luminoso, anche se pone delle domande esistenziali sulla felicità e sul
destino, riflettendo le incertezze e le speranze della generazione dell'epoca.
Il ritornello "rejoice, rejoice, we have no choice"
sottolinea l'importanza dell'unità e della forza collettiva per superare le
avversità.
Il tutto si può sintetizzare come un inno alla speranza e alla resilienza, e per capire la provenienza di tanta saggezza da parte di giovani uomini occorre forse inquadrare il momento storico e il luogo di vita.
"Carry On" nasce in un periodo di profonda
trasformazione sociale e culturale negli Stati Uniti e nel mondo, e appare essenziale
considerare alcuni aspetti che presento a seguire.
La fine degli anni '60 e l'inizio degli anni '70 furono segnati da un forte movimento di contestazione giovanile. Le proteste contro la guerra del Vietnam, le lotte per i diritti civili e la ricerca di nuovi valori sociali erano al centro del dibattito pubblico. CSNY, con la loro musica e i loro testi, divennero una voce importante di questa generazione, esprimendo le speranze, le paure e le aspirazioni di molti giovani. Il movimento hippie, con la sua enfasi sull'amore, la pace e la libertà, influenzò profondamente la cultura dell'epoca, e la musica di CSNY si inseriva perfettamente in questo contesto. Da sottolineare che in quei giorni gli Stati Uniti erano profondamente divisi sulla guerra del Vietnam, con manifestazioni di massa e scontri violenti.
"Carry On", con il suo messaggio di perseveranza e
unità, può essere interpretata come un invito a superare queste divisioni e a
costruire un futuro migliore.
La loro esibizione al festival di Woodstock nell'agosto del
1969, solo qualche mese prima della pubblicazione dell’album Déjà vu, e
quindi della canzone “Carry on”, consolidò il loro status di portavoce di una
generazione.
Woodstock rappresentava l'apice del movimento
controculturale, un momento di aggregazione e condivisione di ideali di pace e
amore, ed è facile affermare che "Carry On" è un prodotto del suo
tempo, una canzone che riflette le speranze e le ansie di una generazione che
cercava di cambiare il mondo.
CSN
Stephen Stills – voce solista,
armonie vocali, chitarra acustica, chitarra elettrica, organo, basso,
percussioni
David Crosby
– armonie vocali
Graham Nash –
armonie vocali
Musicista aggiunto
Dallas Taylor – batteria