martedì 14 febbraio 2023

Patrizia Cirulli-"Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica"


Una trasposizione in musica delle poesie di Eduardo De Filippo ad opera di una compositrice e cantautrice non nuova a questi cimenti fra musica e poesia fino a meritarsi il titolo di “musicapoeti”. Già tre volte finalista alle Targhe Tenco e tre volte vincitrice del Premio Lunezia.


Patrizia Cirulli ritorna all’atto discografico al tramonto del 2022, e propone “Fantasia. Le poesie di Eduardo in musica”, un titolo icastico, almeno per quanto riguarda i contenuti lirici.

Ho incontrato la musica della cantautrice milanese tre anni fa, in occasione di un’altra pregevole uscita - Patrizia Cirulli canta Alda Merini… - e la ritrovo oggi con un altro lavoro impegnativo, affascinante, tutto da scoprire.

Che la canzone napoletana possa essere motivo di attrazione trasversale è un dato di fatto, ma riuscire ad entrare in un mondo così esclusivo, cercando la corretta dimensione personale, è roba complicata. Occorre passare attraverso l’oggettività cercando la credibilità attraverso l’interpretazione, perché entrare nella parte significa studiare e comprendere una cultura, un periodo storico, un modo di vivere molto specifico, e questo comporta dei rischi, pericoli che, messi sul piatto della bilancia, possono aver fatto propendere Patrizia verso un percorso complicato e coraggioso, e forse il senso della sfida può aver avuto un certo peso.

Sono queste mere elucubrazioni personali, non conoscendo il legame esistente tra l’autrice e Napoli, certo è che da una portavoce del cantautorato milanese non ci si aspetterebbe questo tipo di rappresentazione.

L'etichetta Canzone napoletana reca in sé il significato di proposizione della tradizione attraverso il dialetto in uso, classicismo divenuto uno dei punti di eccellenza del modello italiano, un simbolo in tutto il mondo, con brani reinterpretati in ogni luogo e da innumerevoli artisti.

Ma gli intenti di Patrizia Cirulli sono rivolti in questa occasione a qualcosa di ancor più complesso, ovvero la traduzione in musica delle poesie di Eduardo De Filippo, il cui nome è sinonimo di teatro, of course, ma la trasposizione dei suoi versi in trame sonore è un esercizio già eseguito in passato, con buon successo.  E non poteva essere diverso.

Dieci liriche, dieci poesie musicate e interpretate con rara maestria, e la cosa che più mi ha colpito è la capacità di Patrizia di coprire un ruolo che non è frutto di DNA, ma che per essere recitato necessita di una grande e specifica capacità, quella di saper entrare nella parte e di interiorizzare il contesto alla ricerca della veracità, che in questo caso significa diventare intimamente napoletano.

Non era facile. Un po' come quando un europeo va a proporre il blues in America… tanta diffidenza sino a quando si arriva alla svolta, che può portare al rifiuto o a all’accettazione dell’artista, giudizio che arriva direttamente dal pubblico.

La promozione pre-audience arriva dal musicologo e compositore napoletano Pasquale Scialò, che sostiene appieno il progetto e sviscera il suo punto di vista nell’introduzione dell’esaustivo booklet di accompagnamento, dove sono presenti alcuni dipinti di Beppe Stasi.


Recita il comunicato:

Ad accompagnare la compositrice e cantautrice lombarda in questa immersione nelle atmosfere e nei suoni della “città cantante” per antonomasia due voci di grande prestigio che chiudono, come in un ideale abbraccio, diverse generazioni di artisti napoletani: Fausta Vetere, della Nuova Compagnia di Canto Popolare, e Dario Sansone, dei Foja.

A sostenere brillantemente le loro voci un organico da camera che mescola antico e contemporaneo con chitarra, liuto, mandoloncello, violino, viola, contrabbasso e percussioni: un ensemble che, composto da ottimi solisti accomunati da grandi affinità elettive, imprimono al lavoro un tale equilibrio da consentire alle musiche della Cirulli di variare tra generi diversi, dal folk alla canzone d’autore.

Un lavoro estremamente complicato, dove la disposizione delle parole rispetto al disegno sonoro deve fornire la corretta sintesi, attraverso un’espressione che metta in scena sentimenti, emozioni e creatività, regalando un’accessibilità totale, quella che potrebbe essere negata da una non semplice captazione di un testo in forma dialettale.

Ma Patrizia Cirulli sembra davvero a proprio agio, capace di realizzare un rapporto osmotico con l’ascoltatore, non solo quello preparato alla proposta specifica.

Non resta che mettere il disco sul piatto e godere delle atmosfere che l’artista ci propone, scevri da pregiudizi, mente e cuore liberi, pronti per un viaggio nel tempo e nello spazio che non disegna confini.



I brani…

1. Si t’ ‘o ssapesse dicere (3:35)

2 L’ammore ched’è? (3:08)

3 Relogio cumpiacente (Fantasia) (2:39)

4 Io vulesse truvà pace (3:33)

5 Penziere mieje (2:43)

6 Quanno parlo cu te (3:45)

7 ‘E mmargarite (3:04)

8 È notte (5:01)

9 A…B…C…D… (2:38)

10 E allora bevo… (3:37)

 

Poesie di Eduardo De Filippo, musiche di Patrizia Cirulli

Patrizia Cirulli voce

Marcello Peghin direzione musicale, chitarra classica 10 corde, chitarra baritono, chitarra basso e viola caipira

Mauro Palmas liuto cantabile, mandoloncello, mandola

Maria Vicentini violino, viola, bandolim

Paolo Zuddas percussioni

Salvatore Maltana contrabbasso

Salvatore Corazza percussioni in A…B…C…D…

Fausta Vetere voce in Io vulesse truvà pace

Dario Sansone voce in L’ammore ched’è

Produzione Patrizia Cirulli

Consulenza artistica e supervisione Mimmo Paganelli

Gli arrangiamenti sono stati realizzati da tutti i musicisti.

Registrato e masterizzato da Attilio Lombardo presso The chicken coop studio, Alghero (SS).


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Squilibri s.r.l.

www.squilibri.it