domenica 19 febbraio 2023

“Candlelight: tributo ai Queen”-Genova, 17 febbraio 2023

 

Per scacciare gli aspetti negativi correlati al “venerdì 17” - in fondo ci credono un po' tutti dalle nostre parti - il gesto apotropaico di maggior effetto riconduce alla musica, all’evento live, alla condivisione di momenti piacevoli.

Non era programmato, ma tra i regali natalizi ho trovato una novità, per me - e mia moglie - che vivo eventi musicali da cinquant’anni.

La denominazione è la seguente: “Candlelight: tributo ai Queen”.

Di celebrazioni dei Queen e dintorni del rock il mondo è pieno, ma questo evento, almeno nelle premesse, appariva unico, e vediamone il motivo.

Intanto la location, il Palazzo Ducale di Genova, dal sapore aulico, dal profumo di storia vissuta, una bellezza indiscutibile che all’esterno si affaccia sull’illuminata e magnifica Piazza De Ferrari e all’interno propone sale ed elementi che “toccano” anche chi non è particolarmente avvezzo alla contemplazione artistica.

Proprio qui mi era capitato di assistere a quella che credo sia stata l’ultima performance italiana di Greg Lake, mica bruscolini!

Ad aumentare la sacralità dell’evento una proposizione completamente acustica presentata da un quartetto d’archi, in una sala illuminata totalmente da candele.

L’organizzazione è affidata a Fever, produttrice di eventi in giro per il mondo e portatrice del progetto a Genova.

Mi affido all’ufficialità per descrivere gli intenti focalizzati su Palazzo Ducale:

Candlelight è un’esperienza immersiva che avviene nella cornice di meravigliose location, patrimonio culturale di ogni città: a Palazzo Ducale una serie di intimi concerti a lume di candela per scoprire i grandi compositori come Chopin e Vivaldi, ma anche le più belle colonne sonore dei film e…”

IL ROCK

 

La commistione tra rock ed elementi classici risale agli anni ’70, quando un po' tutte le rock band si cimentarono con grandi orchestre, realizzando album ed eventi storici, soprattutto in ambito progressive, un genere musicale che ben si presta agli aspetti sinfonici e classici in generale, essendo la contaminazione elemento fondante di quella tipologia propositiva.

Ma immaginare i Queen “da camera” appariva ai miei occhi una bella sfida.

E invece ho apprezzato, e tanto, e mentre il repertorio più conosciuto andava in scena, la mente conduceva ai tanti stereotipi legati al concetto di musica, una sorta di ideologia  che prevede etichette e barriere, a volte comode per la semplificazione e comprensione, ma spesso inadatte allo spirito creativo e, soprattutto, lontane dalla realtà. E anche io ricado spesso nella banalizzazione.

La musica di qualità - e proseguo sul pensiero che ho sviluppato durante il concerto - può essere proposta sotto ogni veste ed entusiasmare, a patto che gli interpreti siano all’altezza. Mi allargo, anche un brano spazzatura, uno dei tanti ascoltati nella recente kermesse sanremese, nelle mani di professionisti della musica può cambiare volto, diventando un “prodotto nuovo”, scevro da tossici aspetti visual.

Chiariamo, anche qui la “scena” fa la sua, grande, grandissima parte.

Un salone austero, il buio totale con un punto centrale di illuminazione - le candele appunto -, 150 persone ansiose di vivere un’esperienza unica e quattro musicisti notevoli, professionisti, sicuramente open mind, vogliosi di condividere la loro arte con il pubblico.

E allora presento il quartetto, partendo da due elementi che avevo già visto in concerto con il GnuQuartet, Roberto Izzo al violino e Raffaele Rebaudengo alla viola. A completamento Federica Tranzillo al violino e Arianna Di Martino al violoncello, quest'ultima con compiti supplementari di guida vocale.

Una rapida ricerca online sarà icastica nel dare luce alle skills dei succitati musicisti.

Ritorno ai Queen e ad un repertorio fatto, sì, di tanta melodia e di aspetti scenici che solo un frontman come Freddie Mercury poteva esaltare con l’aiuto dei fraseggi chitarristici di Brian May, ma legata anche alle sorti della sezione ritmica, quella formata dal batterista Roger Taylor e dal bassista John Deacon: come riprodurre la storia del rock al Palazzo Ducale di Genova in modo totalmente acustico?

Atmosfera magica, pubblico ben disposto all’ascolto e al coinvolgimento, e la consapevolezza di essere parte di un momento unico.

A ben vedere la seriosità richiesta dal momento si frantuma, volontariamente, in diversi momenti, quando dal palco viene richiesto all’audience di partecipare creando ritmo con mani e piedi, magari cantando - ahimè, “Bohemian Rhapsody”, non è certo brano comune, men che meno dal punto di vista vocale! -, e alla fine si ha l’impressione di aver agito da iconoclasti, anche se non mi è chiaro se la “distruzione” dell’ortodossia sia rivolta al repertorio dei Queen o al classicismo proposto da quartetto e ambiente circostante.


Questa la scaletta proposta:


Another one bites the dust

Killer queen

Somebody to love

Don't stop me now

Love of my life

Crazy little thing called love

Radio Gaga

The Show must go on

Bohemian Rhapsody

We will rock you

We are the champions


Un repertorio molto vario, temporalmente parlando, presentato dalle didascalie vocali di Arianna Di Martino, completato dal canonico bis, che esce dal “mondo Queen”, ma resta in ambito rock, preannunciando un prossimo progetto legato proprio alle perle di quel genere. In questo caso tocca ai Deep Purple e alla loro simbolica “Smoke on the water”.

L’ultimo brano della scaletta, “We are the champions”, dava la possibilità di accedere all’uso del telefonino per le testimonianze di rito, quelle che per alcuni sono mero ricordo, ma che per me significano materiale da divulgare. Purtroppo la mancanza di luce e la scarsa qualità del mio device non mi consentono di fornire materiale di qualità, ma propongo comunque il ricordo.

Un bel progetto, che potrebbe rappresentare una giusta didattica, cercando di avvicinare i giovani alla buona musica, quella che i media tradizionali non pensano quasi mai a proporre.