Nell’ottobre scorso Black Widow
Records ha pubblicato un nuovo progetto che riporta indietro le lancette dell’orologio
di circa mezzo secolo.
Il Giro Strano - composto da musicisti di Savona e
dintorni - abbinò passioni e competenze musicali, ma non riuscì mai a “sfondare”
e a pubblicare un album, anche se del loro lavoro rimasero registrazioni che,
seppur di bassa qualità - vista la tecnologia disponibile - raccontano la storia dell’epoca all’interno di un
contesto stimolante.
Probabilmente fare parte della “periferia italiana” incise negativamente sugli esiti del loro percorso, e la titubanza di fronte alla richiesta di trasferimento nella capitale da parte del discografico di turno potrebbe aver rappresentato l’occasione della vita persa, ma non essendoci controprove limitiamoci ai fatti oggettivi, avendo bene in memoria che sono innumerevoli le band che non riuscirono a lasciare tracce discografiche, magari arrivate con un fatale attimo di ritardo, trovando poi soddisfazione nel nuovo millennio.
Nel 1992 la Mellow Records ha pubblicato “La Divina Commedia”, comprendente registrazione del 1972-73, mentre nel 1993 la stessa etichetta inserisce Il Giro Strano nella compilation “Progressive Voyage”.
Ora BWR rilascia “Il Pianeta della Verità”, progetto sontuoso disponibile nelle seguenti versioni:
- Doppio Lp - copertina
apribile + libretto 24 pagg. versione “standard”
- Doppio Lp - copertina apribile “Unipack” con disegno “nativo” di Armando Mancini e interno differente + libretto 24 pagg. + Poster + compact Disc – versione limitata 100 copie
- Compact Disc
A breve pubblicherò su questo spazio
il mio commento,
ma lo anticipo con una storia appassionante per gli amanti della musica, per i
più antichi e in genere per i savonesi, quelli giovani all’epoca.
Non ho alcun merito in tutto questo perché
mi sono limitato a copiare il testo del booklet, un iter evolutivo che ho in
parte vissuto dall’esterno, da osservatore adolescente, e che ora, finalmente,
trova la fermatura del cerchio.
IL GIRO STRANO
LA VERA STORIA
IL ROCK PROGRESSIVO A SAVONA
È opportuno premettere che in questo
riassunto sono sintetizzati i percorsi di musicisti che abbiano costituito
gruppi progressive con materiale pubblicato e costituiti solo da elementi della
provincia savonese. Sono quindi per esempio esclusi altri gruppi minori di
impostazione non propriamente ascrivibile al genere o anche importanti, ma non direttamente
collegati a questo specifico “albero genealogico”.
The Tramps
Era l’autunno del 1968 quando
due studenti del locale liceo classico, Alessio Feltri e Mario Alessi,
decisero di dare vita ad un gruppo musicale per partecipare agli allora assai frequenti
concorsi studenteschi per complessi musicali. Essendo l’uno tastierista e
l’altro chitarrista e cantante, chiamarono alla batteria Giovanni Guazzotti,
detto “Peo”, alla chitarra solista Alessandro della Rocca e al
basso Paolo Sacchetti, tre giovani musicisti alle prime armi.
In pochi mesi il gruppo, col nome
prima di “The Alex” e poi di “The Tramps”, vinse tutti i concorsi a livello
locale cui partecipò e arrivò al primo 45 giri con un’etichetta minore milanese
incidendo i brani “Oscurità” e “Le luci dell’aurora”.
Nel periodo successivo il gruppo,
originariamente contraddistinto da influenze
beatlesiane con un pizzico di Procol
Harum, attraversò un periodo di crisi che culminò con la fuoruscita di Paolo
Sacchetti, sostituito al basso da Mario Alessi. In quel periodo fu poi decisivo
l’incontro con Frank Lone, specialista italo-inglese di fingerpicking,
che portò il gruppo ad un repertorio molto specializzato, completamente
indirizzato verso il blues bianco, tanto che il gruppo mutò il nome originale
in “Frank Lone & The Tramps Blues Band”. Purtroppo, l’esperimento,
perfettamente riuscito sul piano musicale, si rivelò un completo disastro sotto
il profilo economico, portando il gruppo allo scioglimento nell’autunno del
1969.
Line-up del 1968, da sinistra a destra nei disegni di copertina del 45 giri:
Mario Alessi (chitarra ritmica e
voce)
Alessio Feltri (tastiere)
Alessandro della Rocca (chitarra
solista)
Paolo Sacchetti (basso)
Giovanni “Peo” Guazzotti (batteria)
Voodoo
In quel periodo Daniele Frumento, bassista specializzato in genere dancing, aveva deciso di riunire in una sorta di supergruppo R&B tutti i migliori musicisti della zona, per cui chiamò alle tastiere Alessio Feltri e alla batteria Delio Sismondo, proveniente dai “Rogers” con cui aveva avuto lusinghiere esperienze discografiche. Arrivarono poi un cantante, un chitarrista ed una sezione fiati.
Line-up del 1969/70:
Gino Baiocchi (voce)
Alessio Feltri (tastiere)
Valentino Vecchio (chitarra)
Daniele Frumento (basso)
Delio Sismondo (batteria)
Mariano Maio (sax e flauto)
Armando Olivieri (tromba)
Con il nome di “Voodoo” il gruppo ebbe un notevole successo esibendosi come attrazione nei migliori locali dell’Italia settentrionale, cosa che tra l’altro permise ai suoi elementi di suonare accanto a diversi gruppi importanti, quali i Nomadi, I Profeti, Le Orme e The Trip, il cui leader era tra l’altro un altro savonese, Peppino “Joe” Vescovi.
Nel corso del 1970 ci fu una
variazione nella formazione, cosa per altro molto comune a quei tempi. Alla
chitarra subentrò Renato Barra e alla batteria Teresio Viglierchio.
Line-up del 1970/71, da sinistra a destra nella foto:
Gino Baiocchi (voce)
Armando Olivieri (tromba)
Mariano Maio (sax e flauto)
Alessio Feltri (tastiere)
Teresio Viglierchio (batteria)
Renato Barra (chitarra)
Daniele Frumento (basso)
L’esperimento “Voodoo” terminò
nell’estate del 1971, quando alcuni dei musicisti citati in precedenza decisero
di dare vita ad un gruppo nuovo, che potesse sintetizzare le esperienze vissute
in quegli anni attraverso una proposta musicale autenticamente originale.
One Way
Mentre Alessio Feltri faceva le sue
esperienze con i Voodoo, altri due orfani dei Tramps, Giovanni “Peo” Guazzotti
e Alessandro della Rocca, insieme al bassista Mario Pignata e al
chitarrista Paolo Donisi ex-Anime Nere, diedero vita ad un nuovo gruppo,
“One Way”, di stampo prettamente hard-rock.
Causa il precoce abbandono di Donisi, il gruppo si trasformò ben presto in un trio, con un repertorio imperniato su cover di Jimi Hendrix e Cream. In seguito all’abbandono anche di Alessandro della Rocca, Valentino Vecchio, fuoruscito dalla prima edizione dei Voodoo, il bassista Riccardo Gabutti e il cantante Ennio “Reda” Restagno completarono la rosa definitiva dei One Way:
Valentino Vecchio (chitarra)
Mario Pignata (basso)
Riccardo Gabutti (basso)
Giovanni “Peo” Guazzotti (batteria)
Ennio “Reda” Restagno (voce)
Il gruppo aveva un repertorio
imperniato su cover di Deep Purple, Black Sabbath, Cream ecc. ed era
caratterizzato da grande energia scenica, grazie anche alle performances di Reda
e all’espediente di usare due bassi. Però il limite, comune a molte band
dell’epoca era la mancanza di produzione propria, per cui fu contattato Alessio
Feltri, che era vicino ad interrompere la sua collaborazione con i Voodoo.
Non deve sfuggire il particolare che
One Way annoverava a quel punto ben quattro dei musicisti che a vario titolo
avrebbero in seguito fatto parte del Giro Strano.
Inizialmente si cercò di trovare un
nome al nuovo progetto attraverso la traduzione italiana di One Way, ma poi si
decise che “Senso Unico” si prestasse a doppi sensi non proprio lusinghieri,
per cui si ripiegò su un più ambientalista “Fall Out”. In seguito, con l’ingresso
di Mariano Maio e del cognato Mirko Ostinet, cominciò a prendere
forma il nucleo iniziale de Il Giro Strano.
Il Giro Strano
Mario Pignata ex-One Way, Peo
Guazzotti ex-Tramps come Alessio Feltri, a sua volta ex-Voodoo insieme a Valentino
Vecchio e Mariano Maio, diedero vita al nucleo originale del “Giro Strano”, cui
poi si aggregò in qualità di voce solista Mirko Ostinet, tra l’altro cognato di
Mariano Maio.
Secondo il costume dell’epoca il
gruppo si riunì in una sorta di “comune” con l’obiettivo dichiarato di
raggiungere il massimo livello tecnico possibile. Dopo lunghi periodi di studio
in “ritiro” presso isolate località montane ed alcune esibizioni in pubblico, sull’onda
dei primi successi il gruppo arrivò nel dicembre 1971 al gran giorno del
provino discografico alla RCA di Roma, dove si trovò a dover sostenere un testa
a testa con un gruppo di figli d’arte, "Il Ritratto di Dorian Gray", che furono loro preferiti.
In seguito, dopo la sostituzione alla
batteria di Peo Guazzotti con un altro ex-Voodoo, Delio Sismondo, anche Mario
Pignata lasciò il gruppo, sostituito al basso da Riccardo Gabutti, anch’egli
ex-One Way. Il gruppo pervenne così nel 1972 ad un nuovo assetto, con cui
decise di proporsi al pubblico e agli addetti ai lavori.
Dopo una mancata partecipazione nel
mese di maggio al festival pop di Villa Pamphili a Roma, dovuta ad
inconvenienti organizzativi, arrivò nel mese di settembre la grande occasione,
con il primo Pop Meeting di Genova, tenutosi al Palasport. Il Giro Strano ebbe un
grande successo nonostante la presenza di gruppi molto quotati, quali Amon
Duul, Capsicum Red, Jet e via dicendo.
In seguito, Mario Pignata riprese il
proprio posto in tempo per completare il repertorio originale, dei cui brani
restano alcune registrazioni in studio ed altre ottenute artigianalmente.
Nel corso del 1973 al gruppo fu
chiesto di trasferirsi a Roma per continuare il lavoro, ma la mancanza di
presupposti economici impedì la realizzazione di questa eventualità, per cui il
solo cantante Mirko Ostinet si trasferì a Roma iniziando una carriera da
solista, per altro di breve durata. In seguito all’accaduto il gruppo si
sciolse e i vari componenti si incamminarono per nuove strade, andando a
risiedere quasi tutti a Londra.
Corte dei Miracoli
Contemporaneamente all’esperienza del Giro Strano, due fondatori del nucleo originario dei Tramps, Mario Alessi e Alessandro della Rocca, avevano dato vita ad un nuovo gruppo insieme al tastierista Michele Carlone ed al giovanissimo Flavio Scogna, batterista emergente. Alessio Feltri, altro ex-Tramps, fu chiamato per completare un progetto che affrontasse le problematiche del rock romantico attraverso un largo uso delle tastiere: nacque così la “Corte dei Miracoli”. Si fece un grande sforzo artistico e organizzativo, tanto che fu allestito uno spettacolo di grande impatto scenico sorretto da un repertorio completamente originale e fu acquistato un gigantesco impianto di amplificazione (DAVOLI/JBL/ALTEC), identico a quello degli “Area”, gruppo all’epoca molto noto.
Il successo fu immediato, tanto che
quasi subito Mario Alessi e Alessandro della Rocca abbandonarono il gruppo, non
potendo per varie ragioni intraprendere un’attività prettamente professionale
in ambito musicale. Arrivarono così da Millesimo Gabriele Siri al basso
e da Savona Graziano Zippo, cantante solista, mentre si decise di
rinunciare all’impiego di un chitarrista. Autore dei testi era Mauro Scogna,
fratello di Flavio.
In questa formazione
(Feltri-Carlone-Scogna-Siri-Zippo) il gruppo si esibì in svariate occasioni,
partecipando tra l’altro ad un fortunatissimo tour insieme a Edoardo Bennato,
The Trip, Biglietto per l’Inferno, Dedalus.
Tra il 1974 ed il 1975 gli impegni
aumentarono vertiginosamente e, proprio alla vigilia della registrazione del
primo LP presso lo Studio G di Vittorio de Scalzi, Michele Carlone lasciò il
gruppo, sostituito da uno dei migliori pianisti jazz italiani, il savonese Riccardo
Zegna.
Dopo la registrazione dell’LP il
gruppo fece ricorso ad un nuovo elemento alla chitarra, Valerio Piccioli,
savonese noto per aver collaborato come turnista con i più famosi nomi del
circuito milanese, Battisti, Celentano, I Ribelli ecc.
Nel frattempo, però, i tempi si
stavano facendo duri per i gruppi progressive, per cui la nuova formazione
(Feltri-Zegna-Piccioli-Scogna-Siri-Zippo) portò a termine i vari impegni fino
allo scioglimento, avvenuto nell’agosto del 1976.
In seguito all’accaduto Zegna ritornò
alla consueta attività jazzistica, Zippo abbandonò l’ambito musicale e Scogna
intraprese la carriera di compositore di musica cameristica contemporanea.
Il Giro Strano (remake)
Nel 1977 alcuni elementi ex-Corte dei
Miracoli ed ex-Giro Strano si riunirono così in una nuova edizione del Giro
Strano con la seguente formazione: Alessio Feltri-tastiere, Delio Sismondo-batteria,
Gabriele Siri-basso, Valerio Piccioli-chitarra, Rosanna Saettone e Cinzia
Moscato-vocals.
Le precedenti esperienze avevano però
lasciato nei musicisti una notevole sfiducia nell’accoglienza da parte del
mercato di temi progressivi, per cui furono tentate strade più “commerciabili”
attraverso riarrangiamenti di brani famosi e la composizione di brani più
vicini all’ormai imperante genere “dance”.
Si avviò così un processo involutivo
che culminò con un nuovo scioglimento del gruppo agli inizi del 1978.
CDM
L’ultima esperienza del genere si
ebbe tra il 1978 ed il 1979 quando Alessio Feltri, insieme al bassista Silvio
Melloni ed al batterista Mauro Biglietto, poi sostituito da Beppe
Aleo, diedero vita a CDM, un gruppo “E.L.P.-like” che concretizzasse il
meglio della produzione successiva allo scioglimento della Corte dei Miracoli.
La strana sigla CDM trova la sua
curiosa giustificazione nel fatto che Alessio Feltri, dopo lo scioglimento
della Corte dei Miracoli, aveva quella sigla ancora stampigliata sulle custodie
della propria attrezzatura, per cui si decise di usarla come nome del gruppo.
Alcuni brani del repertorio CDM
furono successivamente inseriti nella compilation “Progressive Voyage”, sotto
l’erronea denominazione di Corte dei Miracoli.
Anche quest’ultimo tentativo finì
comunque per esaurirsi, nonostante fossero stati conseguiti risultati molto
interessanti, per cui, all’alba degli anni ‘80, in seguito ad una vera e
propria “diaspora” di quasi tutti i musicisti nominati, il movimento
progressive savonese chiuse definitivamente questo capitolo.
IL GIRO STRANO – GLI STRUMENTISTI
Come citato nel capitolo precedente il periodo storico del Giro Strano va dal luglio 1971 all’aprile 1973. In quel lasso di tempo si sono alternate varie formazioni, qui riassunte in sintesi:
LINE-UP 1 (LUGLIO 1971-MARZO 1972)
1. Mirko Ostinet - voce
2. Mariano Maio - sax, flauto
3. Valentino Vecchio - chitarra
4. Alessio Feltri - tastiere
5. Mario Pignata - basso
6. Giovanni “Peo” Guazzotti –
batteria
LINE-UP 2 (APRILE 1972-OTTOBRE 1972)
1. Mirko Ostinet - voce
2. Mariano Maio - sax, flauto
3. Valentino Vecchio - chitarra
4. Alessio Feltri - tastiere
5. Riccardo Gabutti - basso
6. Delio Sismondo – batteria
LINE-UP 3 (NOVEMBRE 1972-APRILE 1973)
1. Mirko Ostinet - voce
2. Mariano Maio - sax, flauto
3. Valentino Vecchio - chitarra
4. Alessio Feltri - tastiere
5. Mario Pignata - basso
6. Delio Sismondo – batteria
Alessio è stato il motore principale e coordinatore musicale del Giro Strano. Il suo stile di quei tempi è inconfondibile. Alessio riuscì a combinare gli stili musicali di Keith Emerson (Emerson Lake and Palmer) e di John Lord (Deep Purple) dando al gruppo il suono del rock progressive di allora.
STRUMENTAZIONE:
Organo Hammond L-122 S
Amplificatore Leslie Hammond L-122
Sintetizzatore Davolisint
Professional Piano Farfisa
Amplificatore Fender Super-Reverb
VALENTINO VECCHIO – CHITARRA (1971-1973)
L’estro e l’umorismo artistico di
Valentino hanno un notevole peso nel suono del Giro Strano. Le sue influenze
musicali sono evidenti nel suo stile che combina le ritmiche e le svisate alla
Jimmy Page (Led Zeppelin) e alla Ritchie Blackmore (Deep Purple).
STRUMENTAZIONE:
Chitarra Gibson "Les Paul"
Amplificatore Davoli Dixteffect
MARIANO MAIO – SAX E FLAUTO (1971-1973)
Lo chiamavano Marietto perché era
basso di statura, ma aveva un grande talento nel suonare i saxofoni e il
flauto. Le sue principali influenze musicali sono riconoscibili in Paul Desmond
e John Coltrane in ambito jazz e in Ian Anderson (Jethro Tull) e Dick Heckstall-Smith
(Colosseum) nel progressive.
Strumentazione:
Sax tenore Selmer
Sax alto Köln (anno 1914)
Flauto Ramponi-Cazzani mod. Studente
MIRKO OSTINET – VOCE (1971-1973)
Mirko, oltre alla grande presenza
scenica, aveva una vocalità interessante e molto potente. Il suo stile è
indubbiamente legato a Robert Plant dei Led Zeppelin ma, mentre Plant usava
molto il falsetto, Mirko cantava le note alte da falsetto in voce piena.
STRUMENTAZIONE:
P.A. Montarbo 455 200w con 2 colonne mod. 299
Microfono Shure Unidyne
MARIO PIGNATA – BASSO (1971-1972 / 1972-1973)
Preciso e melodico. Il musicista a
cui Mario si ispirava a quei tempi era Jack Bruce, bassista dei Cream. Nelle
registrazioni è evidente come le line di basso che suona Mario siano il
pilastro principale che regge tutta la struttura ritmica e musicale di ogni
brano.
Strumentazione:
Basso Fender Precision
Amplificatore Marshall 100 W
DELIO SISMONDO – BATTERIA (1972-1973)
Delio iniziò la sua carriera nel 1963
col tastierista Joe Vescovi, in seguito approdato nei Trip. Al suo attivo
un’esperienza discografica di successo con i “Rogers”.
Il suo stile è inconfondibile:
aggressivo e intricato. Il suo modo di suonare la batteria nei brani del Giro
Strano ricorda molto lo stile rock di Carmine Appice dei Vanilla Fudge. Si sente
anche un’influenza jazz d’avanguardia del famoso batterista Max Roach.
STRUMENTAZIONE:
Batteria Rogers
Piatti Zildyan
RICCARDO GABUTTI – BASSO (1972)
Riccardo ha sempre amato la musica e
il suo stile nel rock del Giro Strano (ispirato a Tim Bogert dei Vanilla Fudge)
combaciava perfettamente con quello che suonava Delio alla batteria.
STRUMENTAZIONE:
Basso Gibson EB3
Amplificatore Marshall 100 W
GIOVANNI “PEO” GUAZZOTTI – BATTERIA
(1971)
Musicista attento alle nuove tendenze
ed in continua ricerca del proprio miglioramento, sia artistico che personale.
All’influenza blues-rock degli inizi ha poi aggiunto segni jazzistici, ma
sempre con misura. È stato determinante nella nascita sia dei Tramps che del
Giro Strano.
STRUMENTAZIONE:
Batteria Ludwig Hollywood
Piatti Zildyan
LO STILE DEL GIRO STRANO
Leggendo delle varie influenze
musicali è abbastanza facile desumere da dove le idee del Giro Strano siano
scaturite. Si parla del fior fiore della musica rock e rock-progressive, a cui
si sono sovrapposte le idee musicali originali dei musicisti savonesi, che
hanno saputo sublimare le varie influenze individuali per fonderle in un unico
stile nuovo ed eccitante per l’epoca.
Sotto il profilo stilistico la sezione ritmica era largamente influenzata da studi jazzistici, al pari dell'unico fiato della formazione, mentre gli altri strumentisti erano chiaramente più orientati a tematiche progressive. Nonostante le premesse però ne scaturì uno stile solido e preciso, sorretto da un virtuosismo tecnico non comune.
I brani furono depositati alla SIAE
come composti da Feltri-Maio-Sismondo in quanto gli altri musicisti non erano
iscritti, ma, a dire il vero, spessissimo in fase di composizione e ancor più
sovente in fase di arrangiamento, era l'intero gruppo che partecipava attivamente
alla nascita dei pezzi.
Un caso emblematico fu quello de “La
Divina Commedia”, un brano che avrebbe dovuto rappresentare la spina dorsale di
un album “concept”, idea che non fu poi possibile realizzare compiutamente. Il
brano era diviso in 4 movimenti, ognuno composto da uno o più differenti membri
del gruppo.
Autore della quasi totalità dei testi
era Mirko Ostinet, cantante purtroppo scomparso prematuramente nel 1983. La
formulazione iniziale fu in lingua inglese e solo successivamente si addivenne
ad una traduzione in lingua italiana.
Le composizioni musicali erano in
ogni caso inscindibili dai testi, con i quali ricercavano l'unitaria
espressione di un comune linguaggio, spesso in bilico tra l’ermetismo e la denuncia
sociale.
LE REGISTRAZIONI
Purtroppo, il Giro Strano può annoverare solo due brani registrati in uno studio professionale. La maggior parte del materiale ancora disponibile consta di registrazioni amatoriali, effettuate nel corso delle sessioni di prova del gruppo.
Per comodità di classificazione è utile riferire le registrazioni alle tre formazioni base di cui si è parlato nel capitolo dedicato agli strumentisti, che si possono convenzionalmente identificare con le sigle GS1, GS2 e GS3.
GS1
Le registrazioni del 1971 (primo periodo
del Giro Strano) furono effettuate su audiocassetta con l’ausilio di un
mangianastri portatile ed avevano l’esclusiva funzione di promemoria, in un
periodo in cui si stava elaborando un repertorio ancora tutto da definire. È
quindi inevitabile che la qualità di registrazione sia scadente e che neppure
con la tecnologia disponibile oggi sia possibile effettuare miglioramenti
sostanziali.
I brani vanno comunque citati, se non altro per la loro validità “storica”.
IL CALVARIO 2:10 Testo italiano
LA TRASMUTAZIONE parte I 2:06
Strumentale
LA TRASMUTAZIONE parte II 5:27 Testo italiano
SUNSHINE? SUNSHINE! 3:30 Testo inglese
LO STRANO GIRO 2:50 Strumentale
SINCE I’VE BEEN LOVING YOU 6:56 Cover
del brano dei Led Zeppelin
GS2
Nel 1972 le registrazioni furono
effettuate utilizzando un registratore stereofonico a 4 piste GRUNDIG TK 248
Hi-Fi su nastro SCOTCH 215 Superlife a velocità 9,5 cm/s. La qualità fu
pesantemente condizionata dalle ridotte dimensioni del locale di prova e dal
suo insufficiente assorbimento acustico.
Tutti i brani furono registrati
“live” senza sovra incisioni, fatta eccezione per i primi 15 secondi de “La
Divina Commedia”, in cui fu effettuato un esperimento di sovra incisione, da
ascoltarsi mediante il canale 1-2 del registratore stereofonico. Tutte le altre
registrazioni sono da ascoltarsi con la normale riproduzione stereo.
In tutti i brani compare al basso Riccardo Gabutti, che aveva temporaneamente sostituito Mario Pignata.
Due brani per così dire di transizione tra il vecchio ed il nuovo repertorio furono registrati solo in lingua inglese e cioè:
YOU’RE GONNA FIND 3:22
SHADOW OF A DREAM 5:07 Inserito nella già
citata “Progressive Voyage”
Dei brani più significativi del
gruppo esistono invece sia la versione inglese che italiana:
LA DIVINA COMMEDIA (14:08) include:
a) INFERNO (4:22)-Inserito nel CD
Mellow Records del 1992
b) A RIVEDER LE STELLE (0:34)-Inserito
nel CD Mellow Records del 1992
c) PURGATORIO (3:52)-Inserito nel CD
Mellow Records del 1992
d) PARADISO (5:20)-Inserito nel CD Mellow Records del 1992
Il brano, diviso in quattro movimenti, è una personale interpretazione del capolavoro dantesco. Dopo un riff iniziale in 5/4, le varie parti si alternano senza soluzione di continuità, a simboleggiare i vari gironi infernali attraverso l’uso di stilemi di impronta medioevale, però rivisitati in chiave progressive-rock. Nell’ultimo movimento, il Paradiso, l'atmosfera è stata resa in modo particolare sotto l'aspetto musicale, essendo il testo velatamente ermetico.
- IL PIANETA DELLA VERITA’ (6:34)-Inserito nel CD Mellow Records del 1992
Il pezzo inizia con la simulazione della partenza di un'astronave, preceduta da un conto alla rovescia. La parte centrale è importante per la corrispondenza biunivoca che stabilisce col testo.
- IL VECCHIO OLDSEA (8:20)-Inserito nel CD Mellow Records del 1992
Questo brano, caratterizzato da un testo efficace e assai delicato, alterna soffusi momenti acustici a vigorose pennellate di suono, che, nella parte centrale, sconfinano in un episodio vagamente "free".
- IL TREDICESIMO TRANSISTOR (11:36)-Il pezzo ha i suoi punti focali nel riff a 7/8 e negli effetti di organo che simboleggiamo la distruzione della Terra.
-IL CORRIDOIO NERO (10:55)-Il
brano, oltre a presentare notevoli difficoltà dal punto di vista puramente
esecutivo, è forse quello più rappresentativo dello stile del complesso,
essendo una spontanea fusione di improvvisazione e di rigore compositivo.
Degli ultimi due brani verrà
effettuata in seguito una registrazione in studio che, ad onta di una
logicamente migliore qualità tecnica, non rappresenta compiutamente l’energia esecutiva
che è possibile ritrovare in queste prime versioni.
GS3
Dopo il ritorno al basso di Mario Pignata, nel dicembre 1972 vennero effettuate due registrazioni professionali presso lo studio AIMA di Firenze, fonico Giuliano Giunti. Di questo materiale rimane una copia del mixaggio originale su nastro BASF LR56 38 cm/s.
- IL TREDICESIMO TRANSISTOR (12:19)-Inserito nel CD Mellow Records del 1992
- IL CORRIDOIO NERO (11:52)-Inserito
nel CD Mellow Records del 1992
Contemporaneamente, usando il Grundig
TK248 come in precedenza, fu registrata in sala prove una jam-session di quelle
che il gruppo utilizzava per trovare nuove idee che potessero poi entrare a far
parte del repertorio:
- GIRO IN GIRO 27:30
DISCOGRAFIA
IL GIRO STRANO - La Divina Commedia
CD 1992 MELLOW RECORDS MMP107
COMPILATION
- Progressive Voyage CD 1993 MELLOW RECORDS MMP164