Maartin Allcock e Jerry Cutillo
La fotografia che apre l’articolo mi permette di sottolineare
la grandezza di un musicista, di un uomo unico che ci ha lasciato troppo presto
e troppo giovane.
Ho più volte evidenziato le sue doti musicali, ma in questo
caso vorrei raccontare un episodio di cui parlo spesso, ma solo adesso ho ritrovato
la fotografia che cercavo da tempo e che testimonia il momento particolare.
Lui è Maartin Allcock, polistrumentista britannico, noto per
aver suonato nei Jethro Tull in un ruolo a lui sconosciuto sino a quel momento,
quello di tastierista: accettando la richiesta di Ian Anderson (che cercava un
musicista vergine dello strumento, che potesse svolgere il compitino senza esagerare),
apprese rapidamente gli elementi base, andò in tour con la band e ci rimase per
tre anni.
Oltre 200 le partecipazioni a differenti album, in quanto turnista
di valore, e nell’ultimo periodo di vita fido collaboratore di Cat Stevens/Yusuf
Islam.
Ma nello scatto c’è tutta l’umiltà dei
grandi!
Nell’occasione del primo anniversario di vita di MusicArTeam,
organizzammo un evento a Savona. Il clou della serata era rappresentato dalla "Prog
Investigations", un nuovo progetto acustico costituito da Jerry Cutillo e
Maartin Allcock.
Maart, che in quei giorni si trovava a Roma assieme a Jerry,
mi chiese se fosse possibile avere a disposizione in loco una chitarra
elettrica, per evitare il trasporto in treno.
Gli risposi se potesse essere utile la mia Fender
Stratocaster, acquistata negli USA tre anni prima e si dimostrò soddisfatto.
All’arrivo in teatro, nel pomeriggio volle visionare la
chitarra, e si accorse del lungo inutilizzo.
Mi prese da parte e, con estrema e ingiustificata delicatezza,
mi domandò se gli permettevo di sostituire le corde, con l’inserimento di
nuove che aveva portato con sé.
Naturale la risposta.
A questo punto, mentre il caos imperava nell’attesa dell’evento,
lui prese la Fender, si ritagliò un angolino, e con ovvia cura e perizia operò
la sostituzione.
Non voglio trarre conclusioni, ma chi conosce un po' da
vicino il mondo del rock - e ha la possibilità di comparare i comportamenti
italiani con quelli esteri - si sarà fatto un’idea precisa dell'atteggiamnto di Maart e della
situazione contingente.
Non uso mai quella chitarra, se non per uno strimpellamento
sporadico, e quelle corde montate da Maartin Allcock sono ancora al loro posto!