sabato 21 aprile 2018

Eccellenze savonesi: Patrizia Macchia



Accade a molti di “risvegliarsi” dopo lustri e proporre ciò che da tempo era celato in un cassetto.
La svolta passa spesso attraverso attimi casuali, opportunità non cercate, incontri non voluti, quelle sliding doors di cui si sente spesso parlare. E così ci si ritrova nella piena maturità a scrivere libri, dipingere, cantare canzoni, creare sculture, provare la via del palco. E’ come se la tanta energia accumulata nel tempo all’improvviso chiedesse una fessura, anche minima, per poter fuoriuscire. Magari ci si rende conto che il tempo a disposizione si riduce sempre più, o forse giova il fatto che le barriere psicologiche - i pudori e i freni che caratterizzano la prima età -, ad un certo punto della vita, vengono azzerate.
Tutti possono tutto, non ci sono preclusioni per chi vuole cimentarsi in uno dei tanti campi artistici, grazie anche alla tecnologia, ma in mancanza di talento gli exploit sognati diventano un “una tantum”, perché senza competenze la maschera creata cade al primo movimento azzardato, e se dietro non c’è sostanza le velleità personali scemeranno facilmente.

Non ci sono dubbi sulle skills di Patrizia Macchia, mia concittadina, amica di infanzia, ritrovata dopo molti lustri sotto una veste completamente nuova, quella della pittrice. Ma a ben vedere i suoi interessi spaziano in campi diversi tra loro, contenitori in cui primeggia, come testimoniano i continui attestati di gradimento della critica ma, soprattutto, dei tanti savonesi che la spingono nella sua impegnativa attività quotidiana, quella di cui racconta nello scambio di battute a seguire.

Questo spazio è quello che mi permette di parlare di musica in totale libertà, ed è proprio un elemento musicale preciso quello che mi ha spinto a intervistare Patrizia (con il cui fratello Paolo iniziai a suonare da adolescente): un volto di David Gilmour, sezionato, diviso a metà, l’immagine della giovinezza contrapposta a quella attuale.
Beh, l’arte di Glimour, per fortuna, non ha atteso molto per palesarsi!



Ci conosciamo sin dall’infanzia ma è solo negli ultimi anni che ho scoperto la tua vena artistica: che cosa mi ero perso?
Ci siamo conosciuti da bambini, è vero e, già allora c’era in noi una… vena artistica. Ricordi? Poi gli anni ci ingoiano, diventiamo adulti, diversi ma sempre noi; cosa ti sei perso? In questi anni quella vena artistica, tenuta dentro per tanto tempo, è finalmente scoppiata, lasciando… magicamente e indelebilmente evidente traccia sulle mie tele.

Mi racconti su cosa si focalizza la tua attività, visto che non ti occupi solo di pittura?
Non mi occupo esclusivamente di pittura (anche se non abbandono mai il pennello), scrivo infatti poesie e racconti pubblicati su antologie e riviste culturali e amo fotografare ogni cosa o persona che catturi il mio sguardo. Creo inoltre i “miei bijoux” originali e unici perché frutto della mia fantasia… ah, scordavo, personalizzo anche ricette di cucina, adoro propinarle agli amici durante le mie cene!

Che tipo di soddisfazioni hai ricevuto sino ad oggi, e non parlo solo di riconoscimenti ufficiali?
Ho avuto molte soddisfazioni fino ad oggi, oltre ai premi e riconoscimenti ricevuti a mostre e concorsi, e ne sono fiera, ma la gratificazione maggiore mi arriva dalle tante persone che, non solo mi lusingano con commenti positivi, ma scelgono la “mia arte” per le loro case, studi ed uffici… è come rimanere per sempre accanto a loro… con un pezzetto di me!

Mi pare che tutto ciò ti impegni molto: possiamo considerare la tua un’attività a tutti gli effetti, che supera gli aspetti ludici?
Sicuramente tutto ciò che faccio mi impegna ma mi soddisfa molto, è diventato oggi il mio piacevolissimo lavoro. Sai, ogni volta che vedo la mia tela bianca prendere forma e colore è come veder nascere un nuovo fiore, una nuova canzone, una nuova idea… ogni volta insomma, una emozione nuova!

Come hanno reagito all’interno della tua famiglia? Ti hanno incoraggiata?
Vuoi sapere le reazioni della mia famiglia? FELICE UNO… FELICI TUTTI E TRE! Oggi che la mia mamma non c’è più, è grande il vuoto che ho nel cuore, era orgogliosa di me e anche la mia critica numero uno! I miei “amori” mi supportano, mi seguono, mi aiutano molto, siamo una vera squadra. Sono loro la fonte della mia ispirazione, il mio input, la mia meravigliosa realtà.

Tra i tuoi ritratti molti rappresentano miti del rock e dintorni: che rapporto hai con la musica in genere?
Come ben sai, sono cresciuta con mio fratello batterista, appassionatissimo di musica, insieme abbiamo mangiato pane e Deep Purple, Genesis, Pink Floyd, Toto e Dire Straits; l’emozione dei primi concerti, i sacchi a pelo, le chitarre sulla spiaggia, e ancora i baci in auto con le canzoni di Battisti e Baglioni… bei ricordi!
Il mio rapporto con la musica è lo stesso di allora, quando mio marito mi ha conquistata cantando John Denver, James Taylor, Jim Croce, Cat Stevens e Neil Young… e mio figlio che, già da bambino, mi faceva piangere di gioia, suonando una chitarra più grande di lui!
La musica, passione irrefrenabile, denominatore comune della mia famiglia!

Sono rimasto colpito dal tuo “David Gilmour” diviso a metà: come è nata l’idea?
Tra i numerosi ritratti dei miti della musica hai notato David Gilmour. Mi hai detto: “Bella idea, farlo così”. Bella sì ma non è mia; in verità è stato mio figlio a mostrarmi una foto di David in cui era ripreso nelle due età… l’ho trovata originale et voilà… è nato il ritratto.

Tu hai una sorta di mostra permanente nel Caffè dei Mille, a Savona: che tipo di collaborazione avete instaurato?
Da settembre 2017 ho avuto la grande opportunità di esporre permanentemente i miei quadri nel nuovo “Caffè dei Mille”, grazie a Giusy e Paolo, amici miei e titolari del bar, con i quali si è rafforzato un rapporto di affetto fiducia e stima.
Nel loro allegro baretto, dove c’è sempre musica, oltre alla loro cordialità si possono gustare colazioni speciali con torte fatte in casa e golosi marocchini di Paolo, inoltre Giusy sa prendere per la gola con i suoi straordinari piatti!

Hai mai pensato, con un pò di rimpianto, che avresti potuto iniziare prima?

Se mi domandi se ho avuto rimpianti per aver iniziato tardi a dipingere, la risposta è no, perché prima di essere felice davanti ad una tela sono stata molto felice e realizzata davanti al miracolo della mia vita!! Dopo moltissimi anni di attesa nasceva il mio bambino, il mio scopo di vita e, grazie al destino e al mio fantastico, marito ho avuto il privilegio di fare la mamma a tempo pieno catapultandomi, con tutto l’amore possibile, nella più spettacolare impresa che potessi sognare!

Lasciati andare e prova ad aprire il libro dei tuoi sogni: cosa vorresti realizzare nel futuro prossimo?
Vuoi proprio sapere cosa ancora vorrei realizzare nel mio prossimo futuro?
Le esperienze vissute sono piccoli sassi che, accumulati nel tempo, formano la scogliera che siamo…ecco io devo molto alla vita, non ho da chiedere nulla di più, se non la salute, la voglia e l’entusiasmo di continuare questo mio viaggio provando le stesse emozioni e regalando sorrisi per fare ciò che amo di più, e come quella forte scogliera accogliere le onde… mettendoci sempre il cuore, com’è nel mio stile!