Tra le novità che ho potuto rilevare al Festival di
Veruno - purtroppo la mia presenza riguarda solo la prima giornata - ci sono , band giapponese guidata dalla tastierista Yuka Funakoshi.
Ero curioso di sentire la musica proposta dall’Oriente,
un pese solitamente “attaccato” al genere prog, e molto interessato ai gruppi
italiani; generalmente si pensa che determinata musica, quando esce dai confini
tradizionali, abbia minor spessore, ma la globalizzazione in atto ci permette
di arrivare quotidianamente in paesi a cui abbiamo sempre abbinato immagini
stereotipate, scoprendo che, sì, anche loro, propongono musica pregevole.
E se i lettori di MAT2020 hanno avuto modo di seguire le
proposte di Mauro Selis e della sua musica itinerante, avranno scoperto cose
nuove, piacevoli e sorprendenti.
Anche la musica di Yuka &
Chronoship segue questa regola, o almeno quella che ho avuto modo di sentire
dal vivo nell’occasione del 2Day Prog +1 di Veruno. Prettamente strumentale, si
basa sul virtuosismo dei musicisti che propongono brani di lunga durata,
miscelando rock, fusion e variazioni dei tempi. Yuka conduce e tira le fila
della band, e per chi volesse saperne di più, propongo la mia testimonianza
diretta:
Ho posto qualche domanda a Yuka, molto gentile, virtù di
cui ha dimostrato anche sul palco, sforzandosi di leggere in lingua italiana… e
non è da tutti!
L’intervista…
Come e quando nasce Yuka
& Chronoship?
YUKA & CHRONOSHIP
nasce nel 2009 da una mia idea - che sono tastierista, compositrice e vocalist -
insieme a tre importanti musicisti di studio: il bassista Shun Taguchi, il
chitarrista Takashi MIYAZAWA e il batterista Ikko Tanaka. I membri sono stati scelti
dopo accurata selezione.
Che tipo di cultura
musicale avete alle spalle?
I nostri gusti musicali
sono completamente diversi, e forse questo si può captare ascoltando la nostra
musica. C’è chi ama il rock duro, chi la fusion, o chi identifica nel rock classico
dei seventies la strada maestra. Shun è esperto in Prog degli anni '70 e
Takashi, il chitarrista, è più focalizzato sul moderno prog metal.
Da dove nasce il vostro
amore per la musica prog?
Amiamo il rock
progressive perché è misterioso, un luogo ideale e magnifico, e
crearlo/suonarlo è come sentirsi sempre in viaggio, tra spazio e tempo.
Quali sono i gruppi
storici che vi hanno ispirato maggiormente?
L’influenza varia per
ogni membro, a secondo dello strumento che si suona, ma ciò che ci ha più colpito,
e che ci accomuna, sono le prog band degli anni ’70, e nutriamo per loro una
sorta di venerazione.
Mi puoi sintetizzare la
vostra discografia?
YUKA & CHRONOSHIP ha
pubblicato sino ad oggi due album: l'album di debutto, "Water
Reincarnation" ( Musea, Francia, 2011), raffigura un ciclo dell'acqua
sempre ricorrente. Due anni dopo la band propone sul mercato "Dino Rocket
Oxygen" (Musea Parallèle, 2013), illustrato da un logo disegnato
nientemeno che da Roger Dean; questo secondo album - per me fantastico - offre
l’immagine di tre differenti epopee filosofiche e mescola rock sinfonico,
jazz-rock, new-age e musica etnica. Inoltre, Yuka & Chronoship stanno
preparando il loro debutto inglese con il 3° album, " The 3rd Planetary
Chronicles (第三 惑星 年代 記)", distribuito dalla Cherry Red
Records Ltd nel Regno Unito: data prevista il 25 settembre 2015.
Ho visto il pubblico di
Veruno molto esaltato per la vostra prestazione, e penso anche che abbia
apprezzato il tuo sforzo di esprimerti nella nostra lingua: qual è il tuo
giudizio circa l'esperienza appena conclusa?
Abbiamo consapevolezza
che l'Italia rappresenta una potenza nel mondo Prog, insieme al Regno Unito.
Siamo onorati di aver ricevuto un sacco di applausi dalle persone presenti al
festival, e questo diventerà un grande stimolo per il lavoro futuro. Abbiamo
sinceramente apprezzato tutto il pubblico presente a Veruno, che ci ha
sostenuti e ha dimostrato calore e competenza inusuale.
Che cosa propone il
Giappone a livello di band prog?
La maggior parte dei gruppi
rock progressive giapponesi si basano sullo stile e sulla tecnica. Penso che ci
siano davvero poche band che producono rock progressivo sinfonico come facciamo
noi, che pensiamo all’importanza del brano musicale in sé e non solo al
virtuosismo.
Come descriveresti a
parole la vostra musica, pensando a chi non ha mai avuto occasione di
ascoltarla?
A quelli che non hanno
mai sentito la nostra musica proverei a dire che… si tratta di rock in versione
sinfonica!
Meglio la musica dal vivo o il lavoro in studio?
I nostri fan dicono che
"… il CD è bello, ma il concerto è superbo e supera il lavoro in studio!”.
Noi amiamo molto di più il concerto rispetto al lavoro di registrazione, perché
sono le occasioni in cui possiamo capire immediatamente la reazione del pubblico.
Probabilmente possiamo essere considerati una “Live Band”!
Cosa c’è nel futuro di
Yuka & Chronoship?
Vorremmo rilasciare un
album di buona qualità, al massimo ogni due anni, continuando a pieno la nostra
attività con l’obiettivo di affermarci in Europa.