Metti assieme due virtuosi
dello strumento - nello specifico la chitarra - aggiungi un copione
consolidato, che si sviluppa su di un DNA rock, e il risultato non potrà che
soddisfare tutti, in modo trasversale, oltrepassando nicchie e gusti personali:
i due protagonisti a cui mi riferisco sono Alberto Radius e Ricky Portera,
dei cui ruoli e caratteristiche pare superfluo parlare anche se qualche
distinzione di forma la si può azzardare.
Radius ha visto e cavalcato la storia musicale degli ultimi 50 anni, e credo
sia ancor oggi un punto di riferimento per chi si avvicina allo strumento. Uno
stile che ha fatto scuola, riconoscibile dopo poche note, per un artista che ha caratterizzato una
buona porzione di anni ‘70 con la “sua” Formula
3. La sua storia è legata a doppio filo a quella di Lucio Battisti, con cui ha condiviso i più importanti momenti
musicali.
Ricky Portera arriva dopo, cronologicamente parlando, ma riesce a lasciare
un segno marcato, cosa non semplice se si pensa che il suo lavoro è un po’ più
oscuro - per scelta o per carattere - e di fatto è più semplice identificarlo
come “… il chitarrista di…”.
Anche per lui si parla
di tecnica sopraffina con una capacità di stare sul palco che “trascina”.
La mia descrizione è ovviamente riduttiva, ma la necessità di sintesi mi porta a descrivere due virtuosi
dello stesso strumento, con ruoli simili, capaci di compensarsi a vicenda; due
vocalist, due amici che si stimano e… due uomini legati per la vita al nome “Lucio”.
Il “Lucio” di Portera
ha ovviamente un altro cognome, quello di Dalla,
artista con cui ha collaborato a lungo, diventando spunto di uno degli
episodi musicali creati dall'artista bolognese, il brano “Grande
figlio di puttana”.
Questa introduzione mi
pareva necessaria prima di arrivare ad evidenziare l’uscita di un album il cui
titolo è “… UNA
SERA CON LUCIO…”. Che si tratti di due ” LUCIO” differenti mi pare ormai chiaro.
Il disco credo abbia
significati multipli: ci vedo dentro la voglia di omaggiare l’indiscussa
qualità, fortificando la storia e sottolineando un rapporto di amicizia; sento
anche l’esigenza di ridare una nuova veste ad un corpo antico, per gustare i
risultati e testare le reazioni, utilizzando una tecnologia enormemente diversa
rispetto al passato e fornendo al tutto uno spirito “duro” - ma melodioso - che
mi pare una peculiarità, da sempre, di Alberto e Ricky; e poi capto la giusta
ambizione di rimarcare che qualche goccia del mare dei “LUCIO” è inequivocabilmente loro.
Ne escono fuori 12
tracce, equamente suddivise, dove trovano spazio creazioni personali e dove si
ha occasione di ri-ascoltare la voce di Lucio Dalla (La sera dei miracoli).
Tutti gli ingredienti
sono quindi disponibili e il prodotto dell’elaborazione ci rimanda a momenti
totalmente nuovi, e ascoltare ad esempio L’ultima
luna o Il tempo di morire con un’anima
fortemente rock non lascia indifferenti.
Ma il “profumo” dei
due “Lucio” resta per tutto l’ascolto, un retrogusto che fa piacere mantenere
mentre ci si ben dispone verso la novità.
Ecco, la novità… è un
gran bel vedere quando due musicisti maturi, seppur con gradazione diversa, conservano
inalterato lo spirito innovativo e la voglia di proporre nuovi angoli di
visuale, e se tutto questo emergesse correttamente, l’essere presi come esempio
da parte delle nuove generazione, fornirebbe ulteriore valore aggiunto ad un
lavoro come questo.
A me è piaciuto al
primo ascolto, non ci ho pensato su, mi son lasciato andare e ho iniziato un
viaggio, lungo e soddisfacente, anche doloroso, ma è questo il potere della
Musica!
Dal comunicato ufficiale…
Alla registrazione hanno collaborato Clara Moroni (corista di Vasco Rossi) e Roberta Coppone in duetto con Ricky Portera in “Vita”. L’album
contiene anche “La sera dei miracoli”, che contiene la voce originale
registrata da Lucio Dalla. Il disco, uscito per l’etichetta Videoradio di Beppe Aleo, è stato prodotto e registrato da Ugo Poddighe agli UP Studios
di Milano ed è distribuito da Self.