Fabio Zuffanti racconta...
Orbene, cominciamo dall'inizio, ovvero dall'idea primigenia per
questo nuovo album solo.
Dopo La foce del ladrone del 2011, un disco decisamente orientato
verso certo pop, all'inizio di quest'anno mi è venuto in mente di realizzare un
concept basato su un libro che amo molto: Lo specchio nello specchio di Michael Ende, una raccolta di racconti
surreal/gotico/grotteschi che ho sempre adorato. Essendo una passione del tutto
personale ho deciso da subito di farne il mio quarto album solista.
Il percorso musicale nei dischi a mio nome è stato fin’ora
alquanto frastagliato: sono infatti passato dall'elettronica del primo lavoro
(Fabio Zuffanti, 2009), al cantautorato ambient del secondo (Ghiaccio,
2010), alla canzone tout-court de La foce....
Con il quarto volevo una svolta totale tornando alle mie radici
prog, ma arricchendo il tutto con il grande bagaglio di esperienze e ascolti
accumulati in questi vent'anni di musica. Il prog sinfonico, certo, ma anche il
jazz-rock, il post-rock la psichedelia e moltissimo altro.
La composizione delle sette tracce che faranno parte del cd è
iniziata lo scorso marzo e mi ha impegnato fino a maggio. Solitamente compongo
con la chitarra acustica o il pianoforte. Mi siedo, butto giù diversi riff e mi
faccio trasportare dalla canzone che dopo poco sembra dirigermi e impormi la
direzione da prendere. Non decido quasi mai a tavolino quanto deve essere lungo
un pezzo, quanti cambi di tempo deve contenere e quante atmosfere.
Semplicemente la canzone decide da sola tutto ciò.
Mentre componevo le linee guida strumentali ci scappava anche
qualche melodia cantata, ma alla fine quelle contenute nel disco sono risultate
poche, minimaliste e sistemate in punti ben precisi. Nel calderone di idee c’era
anche un brano strumentale molto pinkfloydiano che però non mi convinceva in
pieno, specie dopo che un giorno, del tutto inaspettatamente, ho partorito un
altro pezzo che si è rivelato essere una delle cose più incredibili che io
abbia mai realizzo. Incredibile perché è letteralmente un pezzo pazzo,
con cambi continui/impossibili e mille sfaccettature. Dal prog, al jazz, al
funky, all'hard, a Zappa e ritorno. Tutto in pochi minuti (con i suoi quattro
minuti è infatti il pezzo più breve dell'album). Questa cosa è cresciuta
fino al punto da farmi pensare a essa come pezzo-simbolo del disco. La
quarta vittima” (questo il titolo) sarà quindi il “singolo” e relativo
video che proprio in questi giorni sto progettando. Una scelta che farà
discutere.
A parte questa sorpresa finale il resto della composizione si è
svolto in maniera fluida e senza particolari intoppi, e credo di essere
riuscito a fissare in musica molte delle atmosfere di cui il libro di Ende è
permeato.
Create le strutture di testi e musiche mi sono apprestato a
realizzare dei demo casalinghi con arrangiamenti basilari per dare un’idea dell’insieme
ai musicisti che vi avrebbero suonato. Nel frattempo ho discusso con
l'etichetta discografica (AMS) di tutti i dettagli e, ottenuto l'ok per il
progetto, e ne ho parlato con il mio uomo di fiducia: Rossano “Rox” Villa, patron degli Hilary studio.
Essendo un musicata totalmente autodidatta sono molte le nozioni
tecniche che mi sfuggono, e spesso tendo a comporre infilando dentro mille idee,
a volte un pò difficili da razionalizzare per chi vi dovrà suonare. Da
musicista e fonico dotato di orecchio sopraffino quale egli è, Rox mi aiuta a
sistemare il tutto, a rivedere le parti e a scegliere i musicisti. Oltre ciò mi
suggerisce un sacco di nuovi e interessanti spunti per arricchire il progetto.
Con piena fiducia gli ho quindi assegnato il compito di direttore artistico.
Agli inizi di luglio
eravamo pronti per iniziare!
P.S. Per chi fosse interessato a leggere il libro di Ende, lo si
può trovare online al seguente link:
Se posso permettermi però vi consiglierei il caro vecchio metodo
dell'acquisto e della sana lettura in poltrona: