“Unplugged” è l’ultimo album, doppio, di Aldo Tagliapietra, sul mercato da un paio di mesi. Per un minimo di biografia e per la sezione”News” rimando a fine post.
Ultimamente mi è capitato di osservare Aldo in molti e differenti contesti, sempre superattivo e con rinnovato entusiasmo. E il pubblico sembra gradire il suo proporsi, come quello di molti altri colleghi, mai dimenticati: probabilmente è il momento giusto, perché si respira un’aria nuova, dove “l’odore” della qualità e del gusto torna ad assumere grande importanza.
Nell’intervista a seguire viene a galla la motivazione, peraltro scontata, di questo “Unplugged”. Non è il mero titolo a fornire tutte le indicazioni, ma è la “modalità acustica” che, unita alla lettura dei titoli dei brani, chiarisce subito le idee. Si tratta della rilettura di una vita di musica, dalle più antiche origini, sino ai giorni nostri, con la voce di Tagliapietra a fornire il marchio di fabbrica. E in questo”voltare pagina”, il tipico “colore vocale” di Aldo ci fa ricordare che esistono uomini, musicisti, che da soli riescono a dare un’impronta indelebile ad una band, ad un periodo storico musicale. Vale per Hendrix o Wakeman, per parlare di due strumentisti che si riconoscono in venti secondi di suoni sparsi, o Stratos e Lanzetti, per sottolineare lo “strumento voce”. Pochi giorni dopo la “ProgressiVoice” di Valenza, Lino Vairetti degli Osanna mi diceva: “ … ma come si fa ad immaginare le Orme senza la voce di Tagliapietra!!!”, sottolineando come auspicasse una reunion. Nessuno può impedirci di sognare, anche le cose più improbabili!
Le 24 canzoni presenti nel doppio album sono quindi intrise, che piaccia o no, dei ricordi legati al nome “Orme”, per il fatto che quella storica band, nell’immaginario collettivo, non può esistere senza “la sua voce” titolare.
Ma la musica e l’interpretazione di “Unplugged” è quella di Aldo Tagliapietra, bassista, chitarrista e cantante di Venezia, dal nobile passato e dal luminoso presente. Non di altri.
A differenza di molti “nuovi lavori”, credo che questo “Unplugged” possa essere destinato ad un pubblico doppio; il primo potrebbe essere anche molto giovane, e magari potrebbe non sapere niente ne di Aldo ne della sua storia musicale, ma resterebbe comunque sorpreso e catturato dalle piacevoli interpretazioni canore, dagli arrangiamenti ariosi, dalla musica e dai testi facilmente riproponibili.
Esiste poi un pubblico di addetti ai lavori, che conosce nei dettagli il passato, che si stupisce positivamente della nuova veste di brani antichi, e che si ritrova a fare confronti.
Improponibili le comparazioni? Direi di no, perché se è vero che la modalità “unplugged” suggerisce alcune semplificazioni per pezzi di per sé complicati, è anche vero che brani come “Irene” o “Senti l’estate che torna”, quelli cioè precedenti alla nascita di “Collage” (la svolta prog italiana), si innalzano di livello tecnico e alla fine il tutto risulta calmierato… verso l’alto.
Viene anche da riflettere sul rigore antico, tipicamente giovanile, con cui si trattava la musica, che doveva essere “… di un certo tipo e adeguata solo a certi contesti…”
Un brano come “Cemento Armato”, ad esempio, rappresentativo del cambio di marcia delle prime Orme, con originariamente un lungo ed aggressivo tratto strumentale, presenta in questo “Unplugged” un momento di rara atmosfera che lo fa apprezzare con un volto totalmente nuovo.
E poi c’è spazio per i vecchi leoni di battaglia, come “Gioco di Bimba”, “Amico di Ieri”, “Canzone d’amore”, “Felona”, “Figure di cartone”, o le più nuove “Il Viaggio” e “Canto silenzioso”, sino alla dichiarazione di amore dialettale di “Venezia”.
Mai come in questa occasione mi sento di parlare di “album per tutti”, tutti quelli che amano la musica senza tempo e, almeno in alcune occasioni, non temono la “commozione da eccessivo ricordo”.
Ora ci sarà un nuovo Tagliapietra, come lui stesso racconta nell’intervista, ma è certo che non poteva esistere modo migliore per chiudere (non a chiave) un percorso, ed iniziarne un altro. In bocca al lupo Aldo.
L’INTERVISTA
Analizzando superficialmente l’album “Unplugged” verrebbe da pensare ad un riassunto di una vita prima di mettere un “punto e a capo” e ricominciare. Qual è stata la vera esigenza che ti ha portato alla rivisitazione acustica della tua storia musicale?
Esattamente. “Unplugged” è un riassunto, come dire “fino ad oggi è stato fatto questo, e d’ora in poi ci saranno altre cose”. E’ come se chiudesse un capitolo importante e con questo segnale volevo essere presente sul mercato. Con un lavoro registrato di getto, naturale, in cui la formula acustica mette in risalto l’onestà del prodotto.
Negli ultimi tempi ti ho visto impegnato su diversi progetti, molto differenti tra loro, tra concerti con ex ORME(Roma, Genova), con vecchi compagni di altri gruppi storici ( Novi Ligure, Valenza), in acustico “impegnato” (Savona), su album di altri artisti (Wicked Minds). Che valore dai a questo “Unplugged”, rispetto agli altri progetti?
Sono tutte situazioni importanti per me. Ci metto in tutte lo stesso impegno e da tutte traggo emozioni diverse e da ognuna un’esperienza in più.
Mi pare che in questo periodo la chitarra acustica sia lo strumento che, assieme alla voce( che è più di uno strumento ), ti permetta la maggior soddisfazione espressiva. Ti diverte ancora suonare il basso elettrico?
Come no, ho appena comprato un Fender Precision. Quando suono da solo mi accompagno per forza di cose con la chitarra. Ma in un gruppo mi è più congeniale il basso. Quando ancora nel gruppo c’è già un bassista e io faccio l’ospite suono la chitarra.
Nell’ultima occasione in cui ci siamo visti, a Valenza, ho trovato un feeling davvero positivo, e mi è sembrato di assistere alla reunion di una grande famiglia musicale. Io so quanto bene fanno al pubblico questi meeting, ma… è davvero così anche per i musicisti?
Io per primo mi diverto in queste reunion di vecchi amici oltre che colleghi, e quando questo feeling sul palco arriva al pubblico si ottengono dei gran bei concerti come è stato per esempio quello di Valenza.
Tracciami, se puoi, le linee guida del tuo percorso musicale futuro, dei tuoi progetti e … tutto ciò che il pubblico vuole sapere.
Quello a cui tengo di più in questo momento è il mio disco di inediti dal titolo ormai noto “Nella pietra e nel vento”. Il progetto ha avuto varie interruzioni ma in autunno, al termine dei concerti estivi che sto facendo in giro, dovrei finalmente riuscire ad entrare in studio per la registrazione e uscire a Natale.
ALDO TAGLIAPIETRA
In concerto con
Aligi Pasqualetto (tastiere)
Andrea De Nardi (organo)
Manuel Smaniotto (batteria)
Aldo Tagliapietra, voce dal 1966 al 2009 del famoso gruppo musicale Le Orme, propone in concerto molte canzoni tratte dagli album di maggior successo delle Orme e alcuni brani tratti dalla sua produzione solista.
Queste le date del tour:
3 luglio Scardovari RO, Piazza Chiesa (DATA ZERO)
23 luglio Ronco all’Adige VR, Piazzale Autotrasporti Ferrari
06 agosto Gaeta LT, Piazza principale
03 settembre Spinea VE, Stadio Allende
12 settembre San Stino di Livenza VE, Area De Gasperi
Biografia
Aldo Tagliapietra nasce a Murano-Venezia, il 20 febbraio 1945. Il padre era un apprezzato maestro vetraio, ma fin da subito non è l'arte del vetro ad affascinare Aldo, il quale preferirà ben presto la musica. Comincia giovanissimo a prendere lezioni di pianoforte dal prof. Guido Vecchi, dopo qualche anno vince un concorso per giovani autori e consegue la Licenza di Teoria e Solfeggio al Conservatorio Cesare Pollini di Padova.
L'attività artistica vera e propria comincia nel 1966 quando entra a far parte del gruppo musicale che stava costituendosi e che sarebbe diventato noto con il nome Le Orme. Aldo si fa apprezzare subito come cantante e proprio il suo falsetto diventerà il forte elemento di continuità e di riconoscimento del gruppo. Oltre che la voce è presto anche il bassista e l’autore di gran parte delle canzoni di maggior successo. A partire dal Disco per l'Estate del 1968 con Le Orme partecipa a varie edizioni del Festival Bar e a due Festival di San Remo, colleziona due Dischi d'Oro, un Premio della Critica, e si esibisce in centinaia di concerti non solo in Italia ma anche all’estero e negli ultimi anni partecipa ai più importanti Festival di Musica Progressiva ottenendo ottimi riconoscimenti a livello internazionale.
Nel 1984, in un momento di pausa dell'attività delle Orme, Aldo intraprende per la prima volta la strada da solista e realizza l'album …nella notte, in cui compie un lavoro di recupero delle radici del rock. La sua attività musicale personale, sempre caratterizzata dalla ricerca, continua anche in seguito parallela a quella del gruppo. Quando nel 1994 incontra Budhaditya Mukherje e inizia a studiare il Sitar, affascinante strumento indiano e sua antica passione, si delinea per lui una nuova e importante fase artistica. Le lezioni si svolgono tra Venezia, Londra, Francoforte e Calcutta. Su questo strumento Aldo scrive anche un Metodo non ancora pubblicato (Manuale di musica indiana e Sitar). Nel 1998 dopo l’ultimo viaggio in India, vuole esprimere il significato di quell’esperienza, in cui la sua formazione occidentale si era incontrata con la filosofia e la musica indiana, e compone Il viaggio, dove impiega per la prima volta il Sitar come strumento principale. Nel maggio 2008, dieci anni dopo, esce il cofanetto dallo stesso titolo che contiene il cd e un libro, un’autobiografia in cui il viaggio in India diventa una metafora della vita e Aldo racconta la sua, vissuta attraverso gli anni del Beat, del Rock, tra le sperimentazioni musicali, fino ai Raga indiani.
Alla fine del 2009, al termine di un’importante tournee con Le Orme in Canada, Aldo sospende, per motivi non ancora del tutto chiariti di fronte al Tribunale di Venezia, la sua attività con Michi dei Rossi. Di risposta gli altri componenti della band fanno sapere che continuano senza di lui. Aldo si dedica quindi alla lavorazione del suo terzo album solista, che si intitola Nella pietra e nel vento, fino al settembre del 2010 quando riallaccia i rapporti con Tony Pagliuca, ricostituendo il binomio degli autori rimasti nella storia delle Orme, e con la partecipazione di Tolo Marton, accettano di partecipare al Prog Exhibition, importante Festival svoltosi il 5-6 novembre a Roma per il quarantennale della musica progressiva in Italia. Successivamente i tre dichiarano di voler proseguire la collaborazione e annunciano un tour che li vedrà ancora una volta insieme sul palco per un grande evento di musica delle Orme. Come hanno già fatto al concerto di Roma, a causa delle conseguenze delle note vicende giudiziarie sull’uso del nome “Le Orme”, i tre si sono presentati soltanto con i loro nomi: Aldo Tagliapietra, Tony Pagliuca, Tolo Marton. Insieme ci hanno regalato i quattro memorabili concerti che sono stati definiti l’evento Prog dell’anno: 25 febbraio al Teatro Comunale di Vicenza SOLD OUT, 9 aprile all’Auditorium al Porto Antico di Genova, 14 aprile al Teatro Toniolo di Mestre-Venezia SOLD OUT, 16 aprile al Teatro Cinema Politeama di Varese.
News
A maggio è uscito per Azzurra Music Unplugged, un doppio cd che contiene i successi della sua carriera, registrato dal vivo in studio in un paio di pomeriggi. E’ la prima volta che vengono racchiusi in una raccolta brani delle Orme e alcuni tratti dagli album solisti, riarrangiati in chiave acustica.
Per la fine dell’anno si prevede anche l’attesissima uscita del suo nuovo album dal titolo Nella pietra e nel Vento.
A cura di Clamore clamore@clamore.net (Gloria 3470118409)